
Sono passati soltanto sessant'anni o poco più, ma l'Italia di allora, del regime trionfante, dei valori condivisi, dell'ordine borghese e piccolo-borghese, si è completamente dissolta, nella sequenza di tragici rivolgimenti e frenetiche trasformazioni, fino al punto di svanire nelle tenebre di una liberatoria rimozione. Carlo Mazzantini, invece, non ha dimenticato nulla di quel tempo, non il calore degli affetti familiari o il fremito di una passione patriottica alimentata dalle celebrazioni della vittoria sul Piave, non il rigore di un'educazione religiosa o la rassicurante retorica del decoro; anzi, in queste pagine, torna a riassaporare la confortante sicurezza di un mondo forte nella sua disarmante semplicità.
Provate a immaginare: l'estate è alle porte e si respira aria di libertà, quando il don della vostra parrocchia vi chiede di fare gli animatori per i bimbi dell'oratorio estivo. Probabilmente pensereste: "Ma chi me lo fa fare?". Ed è ciò che pensano anche Sara e Gabriele quando il parroco avanza loro questa esatta richiesta. I due, per di più, non si stanno neanche tanto simpatici. Sara non sopporta i modi da precisino di Gabriele, e lui non riesce a capire perché quella ragazza dai grandi occhi blu debba essere così scontrosa. Ma il tempo, la buona volontà e la guida saggia e discreta del loro parroco fanno sì che l'ostilità iniziale si trasformi in un sentimento tanto potente quanto inaspettato. In pochi mesi, i due giovani si riscoprono e imparano a conoscersi negli occhi l'una dell'altro. Non possono immaginare che ad attenderli c'è una prova difficilissima, che sconvolgerà le loro vite. Alla fine dell'estate, nulla sarà più come prima. Il primo romanzo di Ambrogio Mazzai non è una storia inventata: è una storia nata mettendo insieme i pezzi della sua vita da giovane prete; un racconto che, riflettendo un'esperienza comune, tocca il cuore di tutti, ragazzi e adulti. In presenza e sui social, don Ambrogio si confronta ogni giorno con le persone più diverse, con i loro problemi, le paure, le emozioni che spesso si fa fatica a confessare. Lui, come il don del suo libro, è sempre pronto a tendere una mano e mostrare come ogni tempesta possa essere superata, soprattutto se c'è qualcuno che ci ascolta e, senza giudicare, fa un pezzo di strada insieme a noi.
Nell'autunno del 1942 il ventitreenne Giaime Pintor ed Elio Vittorini, di undici anni più anziano, si incontrano a Weimar, al raduno degli scrittori europei organizzato dalla propaganda nazista guidata da Joseph Goebbels. La città di Goethe e Schiller è la culla della nuova "civiltà" nata sotto le insegne del Terzo Reich. Ma proprio in quei giorni, quasi all'improvviso, le sorti della guerra sembrano capovolgersi. Tre storie e tre destini si intrecciano inaspettatamente: sono quelli di due tra i più conosciuti intellettuali italiani e del più crudele e implacabile ministro di Hitler. In questo esordio narrativo di Mauro Mazza, in bilico tra fiction e realtà, non tutto corrisponde alla verità storica dei fatti. Ma è come se tutto fosse vero. Tra scavo psicologico e ragioni del cuore si susseguono amori, separazioni, colpi di scena, lavorio degli 007 mentre le dittature vacillano e il Vecchio Continente va in pezzi. E se la missione affidata a Pintor dall'Intelligence inglese - recarsi a Lipsia in cerca di Ettore Majorana, scomparso portando con sé i segreti della bomba atomica - è frutto di immaginazione, anticipa solo di un anno l'incontro del giovane germanista con i servizi segreti anglosassoni. Un'opera prima che, con piglio romanzesco, trasforma in epico racconto la complessa personalità di Pintor, che nel dicembre del '43 sarebbe caduto combattendo nelle file degli Alleati.
Roma, Città del Vaticano: alla fine di un lungo pontificato, papa Francesco è morto. Dopo i funerali, trasmessi in diretta in ogni parte del globo, gli occhi del mondo sono ora puntati su San Pietro, dove i cardinali sono chiusi in conclave. La folla si accalca contro le transenne, i furgoni dei network televisivi ingombrano via della Conciliazione, opinionisti ed esperti spiegano regole e procedure, finché davanti alle telecamere non succede qualcosa che non era mai successo prima: dopo l'ennesimo scrutinio, il comignolo della Cappella Sistina rimane quieto. È solo un problema tecnico o c'è qualcosa di più? La risposta arriva la mattina dopo: con l'attesa fumata bianca, il mondo scopre che davvero è accaduto un fatto senza precedenti. Il nuovo papa si chiama Nikolaj Sofanov ed è il primo papa russo della storia, ma soprattutto ed è questo che fa saltare sulla sedia i vaticanisti - in conclave non c'era. Al momento dell'elezione, addirittura, non era neanche cardinale. Perché proprio lui, allora? Perché andare a prenderlo così lontano? C'entra il fatto che sia un amico d'infanzia di Vladimir Putin? Quello che nessuno sa è che Sofanov custodisce un segreto che gli è stato svelato a Fatima. Quello che vuole è la riunificazione con la Chiesa ortodossa, atto coraggioso ma anche gravido di implicazioni politiche. È così che, nelle stanze più scure del Vaticano, inizia una partita a scacchi tra il nuovo papa e i suoi avversari...
Succede un pomeriggio, al centro commerciale. È lì che Henry, tredici anni, viene avvicinato da un uomo, ferito a una gamba, che gli chiede aiuto. La madre di Henry, Adele, accetta di portare lo sconosciuto a casa con loro. Senza fare domande. In macchina l’uomo, che si chiama Frank, constata: «Oggi è il mio giorno fortunato. Forse anche il vostro». E Henry capisce che la sua vita sta per cambiare.
Fino a quel momento è stata piuttosto solitaria: sempre sua madre e lui, dai tempi del divorzio. Mentre il padre di Henry si è fatto un’altra famiglia, Adele si è a poco a poco estraniata dal mondo, costruendo con la solitudine una barriera attorno alla propria fragilità. Henry, come Adele, non ha molti amici, e ora che il suo corpo sta cambiando non sa a chi confidare le fantasie che lo ossessionano sulle ragazze, sul sesso, e il senso di inadeguatezza che lo attanaglia.
Ed ecco, improvvisamente, quell’uomo nella loro vita. Frank non nasconde la verità: è fuggito dall’ospedale del penitenziario, è un evaso. Strano, perché invece ha tutta l’aria di essere uno a posto. Lo si capisce da come si offre di cambiare le lampadine in cucina o si dà da fare ai fornelli; o forse dal modo in cui si rivolge a sua madre, chiamandola per nome, sussurrandole complimenti, facendola sorridere come Henry non l’ha più vista fare da molto, troppo tempo. Ed è un’eccitazione mai provata – paura o felicità? – quella che Henry sente quando Frank gli insegna a fare il suo primo vero lancio o gli spiega come preparare un perfetto pie.
Così, mentre fuori si scatena la caccia, in casa il tempo è come sospeso, e forse finalmente a una svolta.
C'è un patrimonio di inestimabile valore nascosto in una lussuosissima villa di Hollywood Heights. Si tratta di una collezione di vini tra i più pregiati e preziosi che si possano trovare sul mercato: Lafite Rothschild, Latour, Margaux, Figeac, Pétrus. Ogni bottiglia vale migliaia di dollari e Danny Roth, un ricco avvocato, le conserva gelosamente, lontano da occhi indiscreti. Ma un giorno commette un errore e accetta di parlare dei suoi favolosi esemplari al «Los Angeles Times» per un'intervista illustrata. Un peccato di vanità fatale, perché, durante la notte di Natale, qualcuno fa irruzione nella villa e i vini vengono rubati. A indagare sul furto viene assoldato Sam Levitt, un investigatore privato dal passato oscuro e rocambolesco: prima ladro-gentiluomo, poi avvocato.
Sam è l'unico in grado di risolvere velocemente questa spinosa questione, proprio grazie ai suoi trascorsi non proprio limpidi. Per localizzare una refurtiva così preziosa le prime ore sono fondamentali. Ecco perché Sam non perde tempo e inizia subito un viaggio che dai filari di viti della California lo porta fino ai vigneti baciati dal caldo sole del Sud della Francia, a Bordeaux, la capitale mondiale del vino.
Qui, aiutato dalla bellissima e misteriosa esperta di vini Sophie Costes, si mette sulle tracce di un ricco collezionista di Marsiglia, monsieur Reboul.
È solo un caso che l'uomo, l'anno prima, abbia tentato di comprare parecchi dei vini scomparsi? Per scoprirlo Sam e Sophie dovranno addentrarsi nei bui corridoi della cantina di Reboul, anche usando mezzi non del tutto leciti...
Dopo il grande successo di Un'ottima annata, Peter Mayle torna nel Sud della Francia per regalarci un giallo gustoso e seducente.
Un bouquet perfetto che unisce cibo, vino e avventura e che sicuramente soddisferà anche i palati più esigenti.
In questa nuova edizione arricchita e aggiornata di “Amore senza parole” e “Cuori fedeli”, Sandro Mayer e Osvaldo Orlandini raccontano le vicende umane e i sentimenti che agitano uomini e donne quando vivono accanto ad amici molto speciali: gli amici a quattro zampe. Ispirandosi a fatti di cronaca realmente accaduti, che hanno come protagonisti cani straordinari, gli autori costruiscono un romanzo avvincente che parla soprattutto d’amore, ma anche dei sentimenti negativi che muovono gli uomini: odio, rabbia, invidia, gelosia. Sentimenti che i cani, diversamente da noi, non conoscono, perché sanno amare con un cuore sempre fedele. Per questo i veri protagonisti sono loro. Capaci come sono di influenzare l’esistenza degli umani, li trascinano intrecciandone destini e sentimenti, e li conducono attraverso un groviglio di passioni, intrighi, gioie e tradimenti. Un romanzo commovente, che appassionerà i lettori e li terrà con il fiato sospeso fino alla fine, emozionandoli con la storia dell’amore più bello e incondizionato (e spesso immeritato): quello dei cani per gli uomini.
Dopo aver combattuto con valore nella prima crociata per liberare Gerusalemme dagli infedeli, il conte Raniero di Pontremoli è entrato nella leggenda aggiungendo ai suoi titoli quello di cavaliere del Santo Sepolcro. Ed è sulla via del ritornoche incontriamo per la prima volta il nostro eroe. Affamato e stanco per il lungo viaggio, Raniero chiede ospitalità nella modesta locanda di un villaggio nella Lunigiana. Qui il locandiere gli rivela che due giorni prima una banda di spietati briganti ha rapito le donne più giovani e più belle della pacifica comunità, strappandole ai suoi indifesi abitanti. Mosso a compassione dallo sconforto del locandiere, nonché turbato dalla sua inspiegabile arrendevolezza, Raniero lo esorta a una reazione consona alla gravità degli eventi. E si offre di mettersi alla testa di un manipolo di uomini del villaggio, non usi alle armi né al combattimento, per raggiungere i briganti prima che questi possano trarre profitto dal loro prezioso bottino. Il cammino è lungo e disseminato di incontri: prima i frati di un accogliente monastero, poi una scaltra tribù di nomadi e una compagnia di teatranti, infine un'avvenente nobile fanciulla di nome Maddalena, figlia del duca Carlo di Sarzana. Tra Maddalena e Raniero è amore a prima vista, nasce una passione intensa che sconvolgerà la vita di entrambi.
Il nome di Louisa May Alcott evoca immediatamente l'intramontabile "Piccole donne" e un variegato contorno di bontà, lacrime e commozione. Pochi ricordano, tuttavia, che nel 1863 una giovane Alcott firmò un lungo racconto che traeva ispirazione dalle sue esperienze di infermiera durante la guerra civile americana. Da quel momento il ricordo del conflitto e dei soldati feriti non l'abbandonerà mai, e percorrerà gran parte della sua letteratura, non solo i racconti apertamente bellici, considerati i migliori della sua produzione, ma anche la narrativa apparentemente più melodrammatica e tradizionale. Come si ricorderà, infatti, "Piccole donne" si apre sullo sfondo della guerra civile, e sarà questa tragedia a motivare non solo il ferimento del padre delle quattro ragazze, ma soprattutto il patriottico taglio di capelli della nostra eroina preferita, Jo March. Questo volume offre la trasposizione in forma narrativa delle esperienze della scrittrice tra i soldati nordisti e due tra i suoi racconti bellici più famosi. In queste pagine il lettore avrà modo di cogliere una prospettiva sulla guerra del tutto inusuale e di scoprire un'autrice dalla voce decisa, anticonformista e politicamente engagée.
Sull'isola di Lewis viene rinvenuto il cadavere di un ragazzo miracolosamente conservatosi nel tempo. Il corpo, sul quale sono ancora visibili profonde ferite da taglio, inizialmente si ritiene sia rimasto sepolto per secoli. Ma nel corso delle analisi, sul braccio destro emerge un tatuaggio: Elvis. Dunque il ragazzo deve essere rimasto nella torba per una cinquantina d'anni al massimo. Sull'isola di Lewis, nel frattempo, ha fatto ritorno l'ex detective Fin Macleod. Abbandonato il corpo di polizia a Edimburgo, Fin è tornato per riaccomodare la vecchia fattoria di famiglia e lasciarsi alle spalle alcune vicende dolorose. La storia del ragazzo della torbiera, però, lo coinvolge fin da subito. Il Dna del cadavere infatti ha diversi punti in comune con quello di Tormod Macdonald, padre di una vecchia fiamma di Fin, ora diventato un vecchio obnubilato dalla demenza senile. Un uomo che aveva sempre dichiarato di non avere parenti. Una verità che, come Fin ben presto scoprirà, Tormod aveva buoni motivi per continuare a tenere nascosta.