
Integralmente rivista e aggiornata ai più recenti cambiamenti della disciplina, la nuova edizione del volume di Mattacci e Pastore si conferma come un testo di riferimento nell'insegnamento del marketing. Il manuale offre un quadro completo ed esaustivo della materia, mantenendo l'approccio innovativo e originale che è stato elemento fondamentale del suo successo, ovvero l'abbinamento di un rigoroso inquadramento teorico-concettuale alla rilevante dimensione concreta e operativa, con la proposta di strumenti e tecniche applicative. Articolata in sette parti, la trattazione affronta la disciplina del marketing management in tutti i suoi aspetti fino alle declinazioni settoriali più specifiche. Pur mantenendo un respiro globale, il manuale si concentra sulle complessità e dinamicità delle realtà imprenditoriali italiane attraverso l'analisi di casi studio e continui riferimenti a esperienze attuali. Nella nuova edizione un'attenzione particolare è dedicata alle più recenti tendenze e pratiche manageriali: digitalizzazione, sostenibilità, globalizzazione. Integrato da risorse online a supporto della didattica, il manuale è in edizione OpenSchool, e come tale scaricabile anche in versione digitale.
Vista in una lunga prospettiva storica, la costruzione dell'Europa comunitaria si arricchisce di significati culturali e politici e riesce più facile comprendere i termini entro i quali si pone oggi, nel passaggio dall'Europa economica a quella politica, il problema dell'identità europea. La narrazione copre il cosiddetto "tempo storico" e termina nel momento in cui, con la firma dei trattati di Roma, giunge a compimento l'opera dei "padri fondatori". È alle basi poste allora, con grande consapevolezza della necessità di superare i nazionalismi e creare un nuovo stile di convivenza fra i popoli della Piccola Europa, che occorre rifarsi oggi per recuperare il senso della meta, la finalità politica dell'integrazione europea. Senza una vera unione politica, fatta d'identità di politica estera e di difesa e di leadership coesa, non si cementa la solidarietà e non si sviluppano i valori comuni.
Sei storie esemplari di donne del Medioevo e del loro rapporto con la maternità. C'è l'esperienza di Dhuoda (vissuta nel IX secolo), il cui figlio Guglielmo fu consegnato come ostaggio a Carlo il Calvo; c'è - due secoli dopo - la vicenda di Matilde di Canossa, donna potentissima ma delusa nelle sue aspettative di maternità. C'è l'esempio di Caterina da Siena, che pur non avendo figli agisce e scrive da 'grande madre' italiana. C'è Christine de Pizan, impegnata nell'ultimo scorcio di Medioevo a destreggiarsi tra i figli e la carriera. Ancora, c'è Margherita Datini, che cresce come fosse sua figlia una bambina che il marito ha avuto da una schiava; c'è infine Alessandra Macinghi Strozzi, vedova di un esule, che fa da madre e padre ai suoi 5 figli. Pagina dopo pagina, si rovescia ciò che crediamo di sapere sulle donne del passato: scopriamo figure di madri oltre la retorica che le relega a un ruolo angusto, incontriamo autentiche madri anche oltre l'effettiva esperienza biologica, osserviamo donne in azione oltre la sfera domestica, protagoniste oltre i limiti imposti dal tempo in cui vissero al loro genere. Insomma, madri e donne che vanno ben al di là delle nostre (spesso ristrette) concezioni del Medioevo.
Cosa intendiamo dicendo che l'essere umano è persona? L'idea contiene più di quanto si possa spiegare: l'intuizione stessa dell'umanità di ogni uomo. La svolta antropologica nelle riflessioni del secolo scorso ha dato alla filosofia e alla pedagogia un'evidente impostazione personalistica, della quale il volume traccia un bilancio critico per approdare a una nuova fondazione filosofica, attraversando i percorsi fenomenologici di Husserl, Scheler, Heidegger, Fink, Ricoeur e Marion, i personalismi cattolici di Guardini, Stein e Maritain e le tradizioni italiane di Stefanini, Capograssi e Pareyson. Una storia inedita del pensiero novecentesco: il personalismo, nella sua stessa pluralità di prospettive, diventa nuova fonte di senso nella società di oggi, che appare come un "villaggio dei diversi", attraversato dalle sfide della tecnoscienza, delle questioni di genere e del postumano. Introduzione di Antonio Bellingreri Contributi di Alberto Anelli, Stefano Biancu, Malte Brinkmann, Carla Canullo, Giuseppina D'Addelfio, Emmanuel Falque, Paul Gilbert, Massimo Naro, Giorgio Palumbo, Livia Romano, Giuseppe Tognon, Angelo Tumminelli.
Lo sport ha bisogno di atleti, a tutti i livelli, e con tutte le competenze necessarie. Ma ha pure bisogno di chi sappia giocare con le parole, di chi sappia raccontarlo. Ecco l'obiettivo di questo libretto: far vedere, da Dante e fino a Pasolini, come lo Sport sia entrato nella Letteratura e sia stato raccontato, con piena dignità letteraria. Del resto, oggi, si può raccontare lo Sport anche attraverso una foto, una illustrazione, finanche un selfie, un twitt, con l'utilizzo di soli 140 caratteri, o un post di Facebook. Ovvero, attraverso un blog, un profilo Instagram, un sito web. Nel corso del 2021, abbiamo assistito, dietro lo schermo televisivo, a un Campionato europeo di calcio, e a una Olimpiade dello sport svoltisi entrambi con gli spalti vuoti (o semi-vuoti), per ragioni di prudenza e di sicurezza igienico-sanitaria da Covid, in nome di quel "distanziamento" che dev'essere, lo ribadisco, fisico, nient'affatto "sociale".
Nell’immagine della copertina Mosè è rappresentato nell’atto di rompere le Tavole della Legge di fronte all’idolatria del vitello d’oro. Ma con quest’atto i frantumi dei principi di diritto naturale penetrano nelle regole e nelle legislazioni di tutti i popoli seppur in modo confuso, disordinato, caotico e non rare volte contraddittorio. Tuttavia questi principi germinali, nonostante la loro imperfezione, conservano il ruolo di difesa dal vitello d’oro del diritto, cioè dall’idolatria della legge umana in quanto non vincolata da qualsivoglia contenuto, l’idolatria della mera legalità. Questa storia recente del diritto naturale intende illustrare quest’idea mostrando che nel pensiero giuridico sono presenti ragioni che non si sa da dove vengono e che spingono il giurista a guardare oltre le mani dell’uomo.
Le artiterapie sono discipline di matrice artistica impiegate in ambito educativo, riabilitativo, formativo e per la crescita personale. Non insegnano, quindi, tecniche artistiche ma le utilizzano per favorire lo sviluppo e l'espressione della persona. Il volume vuole fare chiarezza su queste attività oggi molto praticate ma ancora poco conosciute nel dettaglio delle basi scientifiche e delle molteplici applicazioni. Il testo - grazie ai contributi dagli autori, docenti e professionisti delle diverse artiterapie - si propone come una guida teorica e pratica per quanti vogliano utilizzare le artiterapie: gli studenti avranno una sistematizzazione dei diversi metodi e una descrizione degli ambiti applicativi della loro futura professione; gli artiterapeuti troveranno casi esemplificativi, strumenti, chiarimenti normativi sulla professione e una ricca e aggiornata bibliografia; i professionisti socio-sanitari (medici, psicologi, infermieri) scopriranno come realizzare in équipe multidisciplinari interventi nuovi e complementari per i pazienti; insegnanti ed educatori potranno coinvolgere gli studenti in percorsi creativi. Infine, chi si occupa di formazione e sviluppo delle risorse umane troverà esempi per potenziare le competenze trasversali oggi sempre più richieste. Prefazione di Emanuela Confalonieri.
Non è solo il trauma, ma la dissociazione del sé, che causa dolore emotivo e difficoltà di funzionamento. Questo libro discute come le persone siano universalmente soggette al trauma, che cos'è il trauma, e come capire e lavorare con la dissociazione normativa così come con quella estrema.
La figura della donna privata della protezione del proprio Stato, in cerca di asilo in un altro paese, non è una novità del nostro tempo. Molte donne nel corso della storia hanno fatto esperienza dell'esilio, e grandi pensatrici del Novecento come Hannah Arendt, Simone Weil, Maria Zambrano, Àgnes Heller hanno scritto opere di speciale originalità e profondità sulla condizione degli sradicati e dei senza Stato. Caratteristica del presente è la dimensione massiva delle migrazioni forzate femminili, a cui il diritto dei rifugiati, a settant'anni dall'approvazione della Convenzione di Ginevra, ancora stenta a offrire risposte adeguate. La figura della rifugiata mette in crisi concetti consolidati, come quelli di Stato, nazione, cittadinanza, e rappresenta in sé una critica alle norme che sovraintendono all'accoglienza e protezione di chi chiede asilo. Il libro indaga quindi la condizione delle «donne senza Stato» attraverso gli strumenti della teoria politica e del diritto internazionale, discipline che fino ad oggi troppo poco si sono interrogate sulla profondità della sfida che questa prospettiva comporta per le categorie giuridiche e politiche tradizionali. Per restituire vitalità all'istituto della protezione internazionale, in una congiuntura connotata dal rafforzarsi di tendenze repressive e autoritarie, che avanzano norme discriminatorie nei confronti delle donne e mettono al bando la prospettiva di genere nella ricerca così come nella politica, appare imprescindibile ricentrare il discorso pubblico sull'asilo partendo dall'esperienza femminile e dalla consapevolezza che ne deriva: non esiste un paese «sicuro» per le donne. Con un saggio di Jane Freedman.
Con lo scrittore Lu Xun (1881-1936) inizia, nei primi del Novecento, la letteratura cinese moderna. Autore di opere narrative e in più scritte nella «lingua piana», più comunemente parlata («il fondatore della lingua cinese moderna», lo presentava Dario Fo), completava, grazie a queste sue decisive innovazioni, due rivoluzioni nella tradizione. Nel Celeste Impero solo le opere poetiche avevano le doti per essere considerate vera letteratura, mentre ne era esclusa la narrativa, e per di più dovevano essere composte in lingua letteraria, cioè aulica, artificiale, poco comprensibile a chi era fuori dalle élite. Questa spinta al cambiamento è spesso evidente nelle situazioni e nei personaggi dei suoi racconti, che per lo più parlano di storie piccole, quotidiane, che dipingono in modo vivacissimo la vera vita nei villaggi e nei quartieri delle persone vere, incastrate nelle ironie, o nei paradossi, o nelle tragedie della loro esistenza. In uno stile ondeggiante tra il satirico e il grottesco. Opere che fra l'altro in generale mostrano la forza universale del genere racconto, capace di trasmettere in un lampo di immediatezza la colorazione emotiva di una condizione, per quanto lontana. Di farla sentire. Lu Xun fu introdotto in Italia fin dalla metà del secolo scorso, con rare anteprime precedenti. Interessava la varietà del suo lavoro, dal saggio al racconto; e probabilmente attirava che l'autore rappresentasse contemporaneamente due aspetti, gli sforzi di un enorme paese per entrare nella modernità e il peso e le permanenze di una civiltà antichissima e ammirevole. "Grida" è il primo dei tre volumi dell'edizione completa dei suoi racconti, in una nuova traduzione originale. Scrive nella Postfazione Nicoletta Pesaro che ha curato il volume: «Ma l'intuizione e la genialità dello scrittore, sicuramente il più significativo e influente di tutto il secolo scorso in Cina, non si manifestano soltanto nell'aver promosso la narrativa nel sistema letterario cinese; la forza e la passione riformista e rivoluzionaria, una straordinaria e suggestiva potenza artistica, il dualismo fra tradizione e modernità così come lo scarto tra volontà illuministica dell'intellettuale e la pessimistica constatazione dell'inerzia del popolo contadino, uno stile, infine, irregolare e a tratti spigoloso che coglie spunti sia dall'esperienza del racconto russo e dell'est europeo sia dalla tradizione lirica cinese: tutti questi elementi rendono irripetibile e artisticamente eccezionale la sua narrativa».
Da Atene 1896 a Rio 2016, in centoventi anni, la storia olimpica ha vissuto un'alternanza di vittorie eclatanti e sconfitte fragorose, di imprese al limite delle possibilità umane e di cadute omeriche, di medaglie conquistate al primo tentativo e di allori inseguiti per anni senza fortuna. La storia olimpica, in questo senso, è il paradigma della vita stessa, un alternarsi senza respiro di gioie e dolori, di lacrime e sorrisi. In una parola, di emozioni. Per cercare di condensare in un libro tutto questo la strada era obbligata: raccontare le storie al posto della Storia. "Gli Dei di Olimpia" è una raccolta di storie, un lungo filo di cinque colori - tanti quanti sono quelli dei Cerchi olimpici - che si snoda da Atene a Rio e che abbraccia vincitori e vinti, squadre e singoli atleti, eroi di un giorno solo e predestinati alla gloria. Quello stesso filo colorato che, ogni quattro anni, incrocia la vita di ogni appassionato di sport, e lo tiene stretto, per due settimane, con la stessa energia dei corridori, degli schermidori, dei nuotatori e dei cestisti. Per quindici giorni, ogni quattro anni, ognuno prova la stessa emozione, ognuno diventa un atleta, ognuno sogna di trasformarsi in uno degli Dei di Olimpia.