
Nella nostra epoca l'educazione sembra assumere e consolidare sempre di più un ruolo strategico, non soltanto per affrontare le difficili sfide poste dalle società della complessità, ma anche per gestirne e indirizzarne azioni, obiettivi e fini. L'attuale idea di lifelong e lifewide learning e education pone le sue basi su un concetto di educazione volto alla crescita globale e integrale della persona, coinvolta in un processo continuo di costruzione della propria identità e personalità, in quanto pienamente inserita nell'ambiente familiare, comunitario, nonché planetario.
Albert Camus, a cento anni dalla nascita, ci parla ancora come un maestro autentico. Scrittore e filosofo, uomo grande ed esemplare, ha prodotto un'opera ed una testimonianza che hanno cessato di invecchiare per diventare dei classici. Qui si propone una lettura in chiave pedagogica del suo pensiero e della sua biografia.
L'equità è un concetto polisemico, allude all'idea dell'uguaglianza e dell'equilibrio che devono regnare nel mondo degli uomini. Questo lavoro prosegue un itinerario di conferenze e laboratori, giunto alla sua quarta edizione, che ha avuto come obiettivo la ricerca dell'ottimizzazione dell'esercizio pratico della giustizia, in particolare di quei criteri che, nei moderni ordinamenti sociali, possano renderla umanamente efficace e orizzonte perseguibile di bene comune. L'obiettivo primario è quello di evitare, attraverso pratiche concrete di epikéia, e cioè di duttilità, che il summum ius si qualifichi come stimma iniuria, così da promuovere un'idea di giustizia sempre più lontana dal mero legalismo, e più vicina alla tutela delle relazioni positive e costruttive, parte attiva di una società dove ognuno si senta valorizzato, incoraggiato e incluso. Gli autori lo ritengono un vero antidoto, valido in ogni tempo, per motivare i giovani a dedicarsi con passione, energia e impegno a coltivare la straordinaria risorsa delle relazioni umane.
In questo libro vengono esaminati i sistemi di numerali in uso in alcune delle comunità socio-culturali nate in Italia in seguito ai fenomeni migratori. Si analizzano in particolare sistemi numerici, modalità di rappresentazione dei numeri e alcune particolarità delle culture dei Paesi arabi, della Cina, di alcuni Paesi dell'Europa orientale, delle Filippine, del subcontinente indiano, dell'Eritrea e di alcune aree africane. Si danno anche indicazioni generali sul ruolo della matematica in queste culture e sulle aspettative di cui le famiglie che ne partecipano possono investire la scuola.
Quando uno studente fallisce in matematica è troppo sbrigativo dire che non ha raggiunto gli obiettivi attesi; in realtà, in che cosa ha fallito? Non ha capito i concetti? Li ha capiti ma non sa usarli per risolvere problemi? Non sa effettuare i calcoli, o li sa effettuare ma non sa a che scopo? Ha costruito i concetti ma non li sa dire? Ha risolto un problema ma non sa dire come? Non sa gestire i cambi di rappresentazione semiotica che sempre la matematica richiede? Come si fa ad intervenire per recuperare, se non si sa determinare con precisione la causa dell'errore? Uno stesso errore può avere cause molto diverse.
Un progetto abilitativo rivolto a persone con autismo non può prescindere dall'occuparsi dello sviluppo dell'interazione sociale e della comunicazione.
Per questo motivo il libro presenta una rassegna delle strategie e degli strumenti di Comunicazione Aumentativa e Alternativa -- dai semplici schemi cartacei con immagini ai dispositivi con emissione di voce (VOCA) ad alta tecnologia -- spiegando nel dettaglio:
- perché essa fornisce una risposta così efficace e appropriata per le persone affette da un Disturbo dello Spettro Autistico;
- quali criteri rendono una persona un buon candidato per tale intervento.
Propone inoltre numerosi esempi di vita reale di persone che utilizzano la Comunicazione Aumentativa e Alternativa, che illustrano chiaramente come tali strategie accrescano la loro comunicazione e la partecipazione all'ambiente in cui vivono.
La discalculia evolutiva è un disturbo specifico dell'apprendimento dei numeri e delle abilità di calcolo ancora relativamente poco conosciuto, rispetto ad altri DSA come la dislessia, ma particolarmente disabilitante, con riferimento sia al percorso e al vissuto scolastico degli alunni che ne sono affetti sia e soprattutto - alla vita quotidiana in una realtà dove i numeri hanno un ruolo centrale (conoscenza del tempo, uso del denaro, ecc.). Attraverso una didattica attenta ai peculiari bisogni educativi degli alunni discalculici è tuttavia possibile per loro compiere progressi e raggiungere livelli soddisfacenti di competenza numerica e di calcolo. In particolare, è necessario che l'insegnamento si concentri inizialmente su attività e materiali concreti, trasparenti nel loro significato, sia intensivo e ciclico, rispetti i ritmi e le capacità di apprendimento degli alunni e fornisca loro opportunità di successo, anche per contrastare l'avversione e l'ansia per la matematica che questi bambini e ragazzi arrivano a sviluppare in seguito all'accumulo di esperienze frustranti e avvilenti con questa disciplina. Dopo una descrizione della discalculia finalizzata a una più approfondita comprensione del disturbo e quindi a una maggiore competenza nell'intervento, il libro presenta un itinerario di attività pratiche e giochi di semplice realizzazione con puntuali indicazioni operative rispetto alle difficoltà da superare e alle opportunità da cogliere passo dopo passo.
Nata dal progressismo di sinistra e dall'intento di costruire una 'democrazia sostanziale', la tecnocrazia è uno dei grandi progetti politici e sociali del nostro tempo e uno dei meccanismi fondamentali sul quale si basa il funzionamento del mondo globale. Definita spesso come 'governo degli esperti' o 'governo dei tecnici', da fatto politico la tecnocrazia diventa oggi, sempre più, fatto sociale. Un 'governo della tecnica' che, fuoriuscito dai ristretti confini dello Stato, invade le nostre vite attraverso le tecnologie digitali, l'intelligenza artificiale e l'onnipresenza degli algoritmi. Nessun regime politico e sociale della modernità ha mai potuto fare a meno di questa grande forza, nonostante la sfiducia crescente dell'opinione pubblica nelle capacità degli esperti di contribuire a risolvere i problemi e delle scienze sociali (prima fra tutte l'economia) di offrire soluzioni orientate verso l'interesse generale.È davvero pensabile una società democratica che faccia a meno del contributo degli esperti? Il progressismo, che ha inventato la tecnocrazia, può riprendere slancio ripensando il rapporto tra competenza, sovranità popolare e società? È a partire da queste e da altre domande sviluppate nel libro che è forse possibile ridare slancio alle nostre democrazie ferite.
Sono passati più di 40 anni da quando la psicologia, trovando un sostegno normativo nell'art. 80 della L. 354/1975, ha fatto il suo ingresso negli istituti di prevenzione e di pena, consentendo nel tempo, di disegnare la peculiarità dell'intervento psicologico in ambito penitenziario. Il recente transito delle competenze dalla sanità penitenziaria al SSN, ha poi posto l'accento sull'importanza di erogare adeguati trattamenti e cure, poiché, occuparsi della salute delle persone detenute equivale a mettere in atto interventi di salute pubblica nell'accezione più ampia del termine. Il volume nasce dall'incontro creativo tra l'esperienza e il "giovanile" bisogno di orientarsi che, tra celle reali e celle culturali, accompagna il lettore nella specificità del contesto ai più precluso. Questa pubblicazione ha, quindi, una duplice ambizione: 1 svolgere una funzione di guida per i giovani professionisti che, chiamati ad una assunzione di responsabilità, intervengono nello specifico penitenziario; 2 illustrare e diffondere all'esterno la capacità della psicologia di intervenire e determinare l'attesa rivisitazione del "sé stile di vita" nella persona detenuta.
Il volume affronta il tema della cooperazione sociale come agente di sviluppo locale. Gli autori, dopo aver illustrato le cooperative sociali ed i relativi aspetti giuridici e organizzativi, presentano dodici (macro)progettazioni di territorio. Si tratta di importanti esperienze (best practice), realizzate all'interno della rete di Federsolidarietà (Federazione nazionale delle cooperative sociali, aderente a Confcooperative), capaci di creare lavoro, ripristinare la legalità, riportare dignità e generare benessere anche nelle zone più difficili e disagiate. Nella seconda parte della pubblicazione sono descritti gli strumenti per tradurre in realtà questi progetti, con particolare riferimento ai settori del turismo e dei beni culturali nonché all'accesso ai fondi, e le diverse opportunità finanziarie di sistema.