
L'opera è aggiornata con: il D.L. 12 settembre 2014, n. 132, di riforma della giustizia civile. Questo provvedimento introduce rilevanti modifiche, relative ad argomenti fra i quali si segnalano: il trasferimento in sede arbitrale di procedimenti pendenti dinanzi all'autorità giudiziaria; la procedura di negoziazione assistita da un avvocato; l'interruzione della prescrizione e della decadenza; le nuove disposizioni per la semplificazione dei procedimenti di separazione e di divorzio; il regime di compensazione delle spese processuali; il passaggio dal rito ordinario al rito sommario di cognizione; l'utilizzabilità delle dichiarazioni rese al difensore; la riduzione delle ferie dei magistrati, degli avvocati e dei procuratori dello Stato; la disciplina della riforma del processo di esecuzione forzata e delle procedure concorsuali.
Perché un lavoro su Adele Costa Gnocchi? Per ricostruire il profilo di un'educatrice poco nota, che ha sicuramente occupato un posto decentrato nel panorama degli studi montessoriani pur avendo contribuito a diffonderli, condividendo con Maria Montessori interessi pedagogici e progetti educativi di straordinaria importanza nel settore della formazione. Le iniziative pedagogiche ed educative da lei avviate concentravano l'attenzione su una fase preziosa dell'esistenza umana, la nascita, che la Montessori aveva solo teorizzato a livello scientifico, ma nei confronti della quale non aveva avviato specifiche sperimentazioni, affidando alle sue collaboratrici il compito di realizzarle. La Costa Gnocchi accolse la proposta, nella consapevolezza che dalla nascita occorreva partire per studiare l'essere umano adulto, per recuperare le sue potenzialità di crescita e metterle al servizio del cambiamento, di se stesso e della società. Una proposta quanto mai attuale, che a distanza di un lungo periodo di tempo chiede di essere rivisitata per avviare nuove e più approfondite riflessioni sull'educabilità dell'individuo.
In un ambiente agitato dalla continua lotta per il potere, dove infieriva la repressione di Nerone e il suicidio era dato o per ordine o per timore di violenza, Seneca comprende che l'uomo non deve cercare di vivere a lungo, ma di vivere bene, giacché "il vivere a lungo dipende dal destino, il vivere bene dipende dall'animo" (epist. 93, 2). Attualissimo nella volontà di conciliare il nuovo modo di pensare la vita con la pratica quotidiana, Seneca comprende che l'indurimento dell'animus, fortificazione di non facile conquista, è l'atto primo per essere padroni di se stessi. Nel presente studio, diverse sono le suggestioni paidetiche derivanti da Seneca educatore, e segnatamente dalle lettere all'amico Lucilio: la singolarità dell'esistenza, la necessità di una scelta libera, la solitudine dell'uomo nella società, il vivere per se stessi e per gli altri, la convivenza, elementi necessari per indurare I'animus, essenziali per un'educazione che non trasmetta conoscense e concetti precostituiti ma libera da condizionamenti e false valutazioni.
In Maria Montessori, pedagogista e scienziata, personaggio complesso e sui generis, si intersecano positivamente interesse e pratica della scienza, ispirata allo "spirito scientifico" e aperta ai più moderni sviluppi del sapere; spiritualità, legata a un cattolicesimo interpretato a suo modo e alle posizioni della teosofia; azione sociale: a difesa dei carcerati, dei bambini disabili, della donna, dell'infanzia mortificata. Tutto ciò raccordato nella centralità della fiducia nelle infinite potenzialità del bambino, all'insegna dell'ottimismo e della libertà e sostenuto da un'educazione discreta, con un ambiente e materiali appositi, che ne sviluppi l'autonomia.
I saggi riportati in questo quarto quaderno possono dirsi rappresentativi dell'impegno paidetico e umanistico di Edda Ducci. In essi si concretizza l'analisi fenomenologica e morfologica sulla relazione sostenuta dall'autrice nel 1974 in "Essere e comunicare". Tutto è in relazione e l'essere dell'uomo si perfeziona, comprende la propria incompiutezza, intenzionalità ed educabilità solo incontrando l'altro. Un modo di intendere la relazione che, sul modello kierkegaardiano, sarà sostenuto non tanto da un'arida comunicazione di "sapere" quanto da una edificante comunicazione di "potere" in grado di imporsi non solo come «comunicazione del vero ma fondamentalmente, in un discorso pedagogico, come comunicazione del valore». Relazione e comunicazione, "pungoli" per la filosofia dell'educazione, attraverso auctores importanti quali Platone, Epitteto, Pseudo Boezio, santa Caterina o anche Ebner e Grazia Deledda. Essi saranno in grado di aprire a una "libertà interiore" intesa dall'autrice come: «avvertenza profonda, non comunicabile in termini astrattamente razionalistici, ma attingibile e quasi sperimentabile». Approdare a questi temi vuol dire porsi sulla strada del pensare l'educazione nel costante contatto con una realtà che, mentre qualifica la convivenza, valorizza l'umano nell'uomo.
Nel pieno di una trasformazione strutturale della scuola, specchio di quella della società, si offre in questo libro una proposta di visione e di speranza ispirata alla responsabilità etica di tutti i protagonisti del processo di insegnamento-apprendimento. Una proposta che muove dal recupero di alcune educazioni valoriali che riportano al centro la persona, nella sua unicità fatta di ricchezze e fragilità. Emozione, rispetto, lentezza, visione, comprensione, gratuità, ironia, gentilezza, bellezza, sono "educazioni" certamente iscritte nella filigrana delle Indicazioni nazionali e delle Linee guida dell'ordinamento scolastico; ma anche mancanti poiché si avverte nostalgicamente la necessità di ricentrarle nel discorso pedagogico, di renderle ancor più esplicite e riconoscibili, di dichiararle nell'azione progettuale del curricolo.
Se la sua attività pedagogica è universalmente nota, non può dirsi altrettanto della vita di Maria Montessori, donna all'avanguardia, libera e indipendente, che ha attraversato due guerre mondiali e una guerra civile. Secondo lei, il modo migliore di contribuire alla pace sociale è di prendersi cura dell'inizio della vita: l'infanzia.
La figura dell'assistente sociale si è sviluppata in Italia, negli anni complicati e carichi di speranza del secondo dopoguerra, con i tratti caratteristici e peculiari che, almeno in parte, tuttora la contraddistinguono. La nascita delle cosiddette "scuole nuove" di servizio sociale, il convegno per Studi di assistenza sociale di Tremezzo e l'ingresso degli assistenti sociali nel mondo degli enti di assistenza sono le tre tappe fondamentali di questa storia nella quale si impegnarono nomi di primo piano del mondo accademico, politico e culturale di allora. Una storia non conosciuta, a tratti avventurosa, contradditoria, che si è intrecciata con la storia della Resistenza, dell'assistenza e più in generale con la storia della giovane democrazia italiana.
Un viaggio nel cuore delle agromafie, tra caporali che lucrano sul lavoro di donne e uomini, spesso stranieri, sfruttati nelle serre italiane. Braccianti indotti ad assumere sostanze dopanti per lavorare come schiavi. Ragazzi che muoiono - letteralmente - di fatica. Donne che ogni giorno subiscono ricatti e violenze sessuali. Un sistema pervasivo e predatorio che spinge alcuni lavoratori a suicidarsi, mentre padroni e padrini si spartiscono un bottino di circa 25 miliardi di euro l'anno. Un viaggio, quello di Omizzolo, condotto da infiltrato tra i braccianti indiani nell'Agro Pontino e proseguito fino alla regione indiana del Punjab, sulle tracce di un trafficante di esseri umani. Un'inchiesta sul campo che parte dall'osservazione e arriva alla mobilitazione: scioperi, manifestazioni, denunce per rovesciare un sistema che si può sconfiggere.