
L'Opera delinea il percorso dell'Impresa sociale al'interno del quadro giuridico italiano a partire dalla sua introduzione nel 2006
La seconda edizione sostanzialmente riscritta è stata arricchita di una terza parte concernente i diversi profili della responsabilità. La parte prima riguarda: la programmazione nel contesto istituzionale e nei raccordi con L'Unione Europea; la programmazione di bilancio; il programma di Governo; la programmazione nell'evoluzione dell'ordinamento in senso federale. La parte seconda concerne: l'attività amministrativa e i parametri del controllo; il principio di legalità e il principio di efficienza; la tipologia dei controlli; il profilo giuridico, economico e aziendalistico del controllo di gestione; la misurazione dell'attività amministrativa e gli indicatori economico-finanziari; i controlli interni; i controlli esterni; il sistema dei controlli italiano e comunitario; la legge costituzionale n. 3 del 2001 e il problema dei controlli. La parte terza si articola in due capitoli: la responsabilità nell'ambito della pubblica amministrazione e la responsabilità amministrativa e contabile. Il primo capitolo riguarda: la responsabilità degli enti pubblici per atti illeciti; gli elementi costitutivi della responsabilità per atto illecito della pubblica amministrazione. Il secondo capitolo concerne: la giurisdizione della Corte dei conti ex art. 103 Cost.; la responsabilità amministrativa: la responsabilità amministrativa negli enti locali; la responsabilità contabile; il giudizio di responsabilità davanti alla Corte dei conti. La figura del Pubblico Ministero.
Aggiornato alle recenti manovre finanziarie del 2011 e al progetto di riforma del mercato del lavoro del 2012, il volume nasce dai corsi di lezioni di diritto del pubblico impiego tenuti dall'autore presso la Libera Università Mediterranea Jean Monnet di Bari e presso l'Università degli Studi Magna Graecia di Catanzaro, nonché dalla sistemazione del materiale giurisprudenziale raccolto per l'Osservatorio sul lavoro pubblico della rivista Giustizia civile. Per facilitare lo studio e la consultazione con finalità professionali, l'esposizione ripercorre l'impianto del testo unico e l'analisi della disciplina è condotta con continuo riferimento agli orientamenti della giurisprudenza sugli istituti del rapporto di pubblico impiego "privatizzato". Non mancano, per gli eventuali approfondimenti, le citazioni di dottrina, specialmente riguardo agli istituti non ancora compiutamente sistemati dalla giurisprudenza. Pur essendo destinato allo studio universitario, per il taglio non puramente teorico, i costanti richiami agli indirizzi giurisprudenziali e l'indicazione delle più recenti novità legislative (alcune ancora in sede di approvazione parlamentare), il volume costituisce un ausilio per gli studiosi del settore e per le attività professionali e di servizio dei magistrati, degli avvocati amministrativisti e laburisti e dei dipendenti pubblici, soprattutto quelli addetti agli uffici per la gestione del contenzioso lavoro.
L'autore esamina minuziosamente la vita sociale come tessuto di relazioni elementari: "routines" quotidiane, incontri casuali, interazioni episodiche, frammenti di conversazione. Per farlo si serve abilmente di una metafora antica della società: la rappresentazione drammaturgica. La messa in scena è opera di gruppi che collaborano come vere e proprie "equipes" teatrali all'interno di uno spazio scenico diviso tra "ribalta" e "retroscena". La posta in gioco è il successo nella presentazione di se stessi.
Il volume si apre con l'entrata in guerra della Francia nel 1914 e si chiude con l'avvio della presidenza Chirac; gli autori, per attraversare un secolo che annovera due guerre mondiali, quattro regimi politici successivi, la decolonizzazione, individuano come linea guida la storia politica, ma con un'attenzione marcata anche alle trasformazioni socio-economiche del paese particolarmente dell'epoca seguente la seconda guerra mondiale, periodo a cui è dedicata oltre la metà del libro.
Devianza e criminalità costituiscono l'aspetto speculare dell'integrazione sociale, il rovescio della medaglia per chi si interroga su ciò che "tiene insieme" la società. Questo volume offre un'esemplare rassegna degli approcci scientifici elaborati per spiegare le diverse forme di comportamenti devianti e criminali. Le prospettive presentate sono prevalentemente di tipo sociologico, ma non sono trascurate quelle psicologiche e quelle biologiche. Di ciascuna teoria sono illustrati gli sviluppi nel tempo, le ricerche che l'hanno corroborata o meno, le possibili implicazioni politiche. Accanto alle prospettive consolidate (scuola positivista e scuola di Chicago, teoria dell'anomia e teoria dell'etichettamento), sono proposte anche quelle più innovative, ad esempio le analisi criminologiche basate sulla teoria della scelta razionale (che ragiona in termini di costi e benefici) e sulle teorie di genere.
Indice:Prefazione. - I. Introduzione. - II. La scuola classica. - III. La scuola positiva. - IV. La Scuola di Chicago. - V. Teoria dell'associazione differenziale. - VI. Teoria dell'anomia. - VII. Teorie della subcultura. - VIII. Teoria dell'etichettamento. - IX. Teoria del conflitto. - X. Teoria del controllo sociale. - XI. Teoria dell'apprendimento sociale. - XII. Teorie razionali. - XIII. Teorie di genere. - XIV. Il futuro delle teorie criminologiche. - Riferimenti bibliografici. - Indice dei nomi.
Frank P. Williams III insegna nella California State University a San Bernardino. Marilyn D. McShane insegna nella Northern Arizona University.
In questo manuale introduttivo Pearce, Turner e Bateman affrontano il rapporto economia-ambiente nei suoi molteplici aspetti. Gli autori analizzano le cause del degrado ambientale e le politiche di controllo, con particolare attenzione alla formulazione delle scelte collettive, alla valutazione dei beni ambientali, alle diverse metodologie di regolamentazione, alla gestione sostenibile delle risorse naturali. In questa nuova edizione il lettore troverà, accanto a una più estesa informazione sui problemi ambientali emersi negli ultimi anni, una rassegna aggiornata dei nuovi metodi dl controllo, di valutazione e di regolamentazione.
Per quali ragioni le società umane hanno bisogno del diritto? Quali sono i beni e i valori che danno senso ai vincoli e ai limiti posti alla libertà umana dalle regole giuridiche? Quali sono le istituzioni politiche e giuridiche fondamentali che sostengono queste regole? E le principali pratiche giuridiche che consentono di perseguire e realizzare gli obiettivi del diritto? Non limitandosi ad esporre le diverse teorie filosofico-giuridiche succedutesi nel tempo, questo volume presenta i temi principali della filosofia del diritto, mostrando come essi emergano dalla vita sociale e dalla concreta pratica giuridica.
Gli esseri umani si sono sempre interessati al funzionamento del loro pensiero. Fino a pochi decenni fa, gli psicologi si limitavano a comparare il pensiero delle persone comuni ai sistemi normativi delle discipline formali, come la logica o la teoria della probabilità. Questo volume testimonia il forte sviluppo autonomo che la psicologia del pensiero ha conosciuto negli ultimi anni. Sono presentati i settori più recenti di indagine, come la decisione, l'"expertise", cioè l'acquisizione di capacità di pensiero in domini specifici, e l'ergonomia cognitiva, cioè lo studio del pensiero nell'interazione con gli artefatti che ci circondano.
Nata a Istanbul, attualmente docente di Scienza politica all'Università di Yale, Seyla Benhabib contesta l'uso che - per negare l'uguaglianza, o per tutelare le diversità - si è fatto del concetto di cultura come un insieme chiuso e immutabile. Al contrario, propone di concepire le identità culturali come negoziazione dinamica non solo nella sfera pubblica ma anche in quella privata. Per disinnescare lo scontro di civiltà, senza cadere nelle retoriche del multiculturalismo.