
Perché alcune organizzazioni, quando affrontano un cambiamento inaspettato, riescono meglio di altre a "governare l'inatteso"? Karl Weick e Kathleen Sutcliffe rispondono a questa domanda mostrando come le organizzazioni ad alta affidabilità, per esempio le squadre antincendio o gli staff che gestiscono le operazioni di volo sulle portaerei, rappresentino dei modelli da imitare. Si tratta di realtà organizzative che creano una condizione di mindfulness, ovvero di piena consapevolezza collettiva, che produce una particolare abilità nell'individuare e correggere gli errori prima che la situazione peggiori ed esploda sotto forma di crisi. Una struttura pienamente consapevole è costantemente in grado di opporsi alle semplificazioni eccessive, di anticipare i pericoli e di reagire in modo flessibile anziché rigido. In una prospettiva orientata alla ricerca di soluzioni, il volume presenta un'ampia serie di casi concreti, consentendo di sviluppare la valutazione e la realizzazione della mindfulness all'interno della propria organizzazione.
Il modello di terapia proposto si fonda su un'integrazione originale tra teorie sistemiche e processo di sviluppo multi-generazionale della famiglia. Il problema individuale per cui viene richiesto un intervento terapeutico si trasforma in una porta di accesso al mondo familiare. Partendo dai sintomi di bambini e adolescenti inizia una ricerca di quei significati relazionali e di quelle connessioni affettive che permettono un viaggio a ritroso nella generazione dei padri e dei nonni per tornare al presente con una visione nuova e propositiva. Il bagaglio del terapeuta è fatto di molteplici strumenti, adatti a favorire la fiducia e la collaborazione; la sua presenza è la risorsa terapeutica più efficace per instaurare un contatto diretto e autentico con ciascuno, per sintonizzarsi con la sofferenza espressa da tante famiglie, e per coglierne le forme implicite di vitalità e di speranza, così da trasformarle in elementi di forza e di cambiamento.
Il libro presenta una metodologia di didattica speciale, cioè più efficace e più umana, alcuni metodi specifici di lavoro e varie "buone prassi" realizzate. L'insegnante avrà così a disposizione una cornice culturale generale, modelli operativi ed esempi selezionati con cura dalle ultime annate della rivista "Difficoltà di apprendimento". Gli esempi e le buone prassi sono state scelte con i criteri della novità, dell'efficacia nel raggiungere gli obiettivi e delia replicabilità in contesti diversi.
Partire dai grandi artisti (quali Pollock, Duchamp e Fontana) e dal loro modo di fare arte per permettere ai bambini di realizzare, in modo facile e divertente, le proprie creazioni: è questo l'obiettivo di "Giocare con l'arte", che offre strumenti e conoscenze capaci di stimolare la fantasia e l'acquisizione di abilità pittoriche e manipolative. I tre laboratori si strutturano in una serie di incontri, per ciascuno dei quali vengono fornite indicazioni su materiali, modi e tempi di gestione. In particolare: "Gocce, buchi e strappi si animano" ha come scopo la creazione di soggetti, oggetti e animali di carta, partendo dall'osservazione di macchie, buchi e strappi; "Oggetti che non sono oggetti, favole che non sono favole, colori che non sono colori" esplora il tema dell'identità e del suo cambiamento mediante ready-made, caricature; "Le emozioni del volto nell'arte" favorisce il racconto di se stessi e l'esternazione dei sentimenti utilizzando il ritratto come elemento chiave. Rivolto a insegnanti e educatori, il volume offre molti elementi per sviluppare il potenziale artistico, la fantasia e la creatività dei bambini della scuola dell'infanzia e del biennio della scuola primaria, oltre a svariati spunti per l'esplorazione di sé e delle proprie emozioni.
Si ripropongono qui pagine di cultura pedagogica già apparse in anni lontani, sul finire del travagliato Novecento. Secolo travagliato con pedagogie travagliate ma vive, dinamiche accompagnatrici della formazione storico-politica di classi ascendenti e con il desiderio espresso di miglioramento delle proprie condizioni iniziali. Questo il passaggio necessario, in quegli anni, per una mobilità sociale ascendente e per la conquista di un posto consono a sé nella società mutante. Un compito che la scuola e l'Università hanno assolto con molta dignità. Poi sono arrivate le accelerazioni, i mutamenti di paradigma, le soluzioni salvifiche, l'efficienza strumentale, la centralità del successo economico... e la marginalizzazione della "scuola per il cittadino". La scuola e la pedagogia sono state chiamate a "professionalizzare", a guardare con occhio più che attento al mondo del lavoro, al tasso possibile di "impiegabilità". Ma l'uomo dove si formava? Dove trovava gli spazi per la cura di sé, per la formazione di un'anima non utilitaristica e non utilizzabile da altri? E i maestri, di cosa erano maestri? Continuavano a formare spiriti critici o ammaestrati esecutori di piani governativi o super-governativi?
La ripresa ossessiva di induzioni banali, come sono quelle del senso comune, si pone di fronte ad una improbabile interpretazione dei fenomeni educativi che prescinde dalla considerazione del tempo. Invece, solo recuperando una capacità interpretativa proiettata su tempi lunghi possiamo elaborare modelli che diano ragione della crisi in atto e consentano di intravedere vie d'uscita. E tale crisi ha incominciato a manifestarsi con la contaminazione di elementi propri della cultura dell'educazione con altri assunti dalle attività produttive. Nessuno nega che da queste ultime sia dipesa in massima parte la trasformazione delle condizioni di vita nei paesi industrializzati, ma è anche indubbio che parte della ricchezza prodotta è stata utilizzata per creare un apparato valoriale, una vera e propria ideologia, volto all'assunzione di ruoli egemonici.
Spesso pensiamo che comunicare voglia dire solo «parlare», dimenticando l'ascolto e ancor più la capacità di fare domande. Al contrario, bisognerebbe parlare meno e imparare a fare le domande giuste. Questo atteggiamento, che presuppone una buona disposizione all'ascolto, vale per tutti ma soprattutto per i leader delle organizzazioni. Un buon leader non deve solo saper orientare, dare direttive ed esprimere valori; ma anche capire quando è il momento di domandare e di mettersi in ascolto con umiltà. Solo così accresciamo la nostra conoscenza e creiamo rapporti solidi e di valore. La seconda edizione ampliata e aggiornata approfondisce e attualizza i principali temi di questo classico del pensiero manageriale. Arricchito da nuovi casi di studio ed esercizi, L'arte di far domande è uno strumento unico per apprendere e migliorare le dinamiche relazionali nel mondo delle organizzazioni.. Presentazione di Angelo Pasquarella.
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<font size='1'><table class='xdebug-error xe-warning' dir='ltr' border='1' cellspacing='0' cellpadding='1'>
<tr><th align='left' bgcolor='#f57900' colspan="5"><span style='background-color: #cc0000; color: #fce94f; font-size: x-large;'>( ! )</span> Warning: mysqli_error() expects exactly 1 parameter, 0 given in C:\wamp64\www\demo\used_book\classes\db\Database.singleton2.php on line <i>264</i></th></tr>
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<table align="center" border="1" cellspacing="0" style="background:white;color:black;width:80%;">
<tr><th colspan=2>Database Error</th></tr>
<tr><td align="right" valign="top">Message:</td><td><b>WARNING:</b> No link_id found. Likely not be connected to database.<br />Could not connect to server: <b>10.0.1.222</b>.</td></tr>
<tr><td align="right">Date:</td><td>Friday, February 4, 2022 at 3:08:05 PM</td></tr>
<tr><td align="right">Script:</td><td><a href="/demo/obtain_abstract.php?codice=978887091627">/demo/obtain_abstract.php?codice=978887091627</a></td></tr> </table>
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<table align="center" border="1" cellspacing="0" style="background:white;color:black;width:80%;">
<tr><th colspan=2>Database Error</th></tr>
<tr><td align="right" valign="top">Message:</td><td><b>WARNING:</b> No link_id found. Likely not be connected to database.<br />Could not open database: <b>orders_db</b>.</td></tr>
<tr><td align="right">Date:</td><td>Friday, February 4, 2022 at 3:08:05 PM</td></tr>
<tr><td align="right">Script:</td><td><a href="/demo/obtain_abstract.php?codice=978887091627">/demo/obtain_abstract.php?codice=978887091627</a></td></tr> </table>
In un momento storico caratterizzato da repentini e numerosi cambiamenti nel campo culturale e sociale si assiste ad una crescente richiesta di formazione che consenta agli individui di essere all'altezza e al "ritmo" di una società conoscitiva, in continuo progresso e mutamento. Il "Cooperative learning" si inserisce in questa ricerca di una scuola "a misura di allievo" suggerendo ai docenti degli obiettivi formativi che promuovano lo sviluppo olistico della personalità e, nel contempo, rispondano alle esigenze di una didattica sempre attuale, rispondente e al servizio dei bisogni formativi di ciascun allievo. Questo libro offre alcuni spunti di riflessione sulla condizione dell'infanzia di oggi e sui fondamenti teorici del "cooperative learning" cercando di suggerire, anche attraverso molteplici spunti operativi, come questo metodo possa coadiuvare, fin dalla scuola dell'infanzia, l'azione del docente per costruire un ambiente educativo di apprendimento nel quale le azioni del "fare, del pensare e dell'agire relazionale. dell'esprimere, del comunicare" diventano prodromi di un equilibrato ed armonico sviluppo della persona. Destinato a Dirigenti scolastici e ad insegnanti di ogni e grado.

