
La geografia ha contribuito a definire il territorio dello Stato e a convogliare il sentimento patrio sia con l'elaborazione di specifici concetti spaziali che attraverso le mappe, strumenti di grande valore strategico, didattico e propagandistico. L'apporto dei geografi è risultato cruciale nel processo di consolidamento e allargamento dell'orizzonte nazionale in concomitanza con le guerre e le campagne coloniali che hanno interessato la storia contemporanea d'Europa e d'Italia. "I confini d'Italia" ricostruisce il contributo delle scienze geografiche alla causa della nazione e colma un significativo vuoto della storiografia sugli anni cruciali successivi all'Unità e fino al primo dopoguerra. Terre irredente, colonie, regioni di confine sono gli ambiti di indagine esplorati dai geografi per definire dall'interno e dall'esterno lo spazio fisico e culturale dello Stato-nazione. I protagonisti di questa fase storica, come Giovanni e Olinto Marinelli, Cesare Battisti e Ettore Tolomei, sono indagati sulla base del contesto formativo, dell'approccio teorico e metodologico, della produzione scientifica e dei mezzi di divulgazione. La cartografia rappresenta il cuore della riflessione, interpretata quale strumento mediatico per l'educazione e la propaganda.
Da qualche anno l'Italia ha rilanciato i suoi rapporti bilaterali con i Paesi dell'Asia centrale ex sovietica attraversati, in un tempo molto lontano, dall'antica "via della seta". Oggi questi Paesi, sia per i loro ricchi giacimenti di gas e petrolio, sia per la loro posizione geostrategica, hanno gradualmente acquisito un ruolo sempre più significativo nell'area centroasiatica. "Sulla via di Samarcanda" analizza i motivi della rinnovata attenzione dell'Italia e ricostruisce i suoi recenti e poco conosciuti rapporti politici ed economici con le cinque Repubbliche ex sovietiche.
Nel secondo dopoguerra l'Italia mise in cantiere un originale modello di relazioni mediterranee ispirato alla diplomazia dell'amicizia - convintamente offerta e praticata - nei confronti dei Paesi arabi. Il modello italiano era dunque imperniato sul dialogo politico scevro da pregiudizi ideologici e religiosi; sulla cooperazione economica paritaria e, soprattutto, sul più assoluto rispetto del principio dell'autodeterminazione dei popoli. Nel complesso - indipendentemente dall'orientamento delle varie maggioranze di governo e dai vari inquilini di Palazzo Chigi e della Farnesina - la diplomazia dell'amicizia, sia pur declinata con modalità e sensibilità diverse, è stata portata avanti, affinata e perseguita senza soluzione di continuità, tranne qualche rara eccezione, da quasi tutti i decisori, ai vari livelli, della "politica araba" italiana. In questo libro sono ricostruiti alcuni aspetti e momenti di questa politica, fra passato e presente, in larga parte riconducibili al comune denominatore della diplomazia dell'amicizia intesa come efficace modello di "una buona politica estera" ispirata alla pace e alla cooperazione euromediterranea.
La promessa di Facebook è renderci lettori e autori delle nostre stesse storie, ma in realtà il social network di Mark Zuckerberg costruisce una catena di montaggio della "narrazione narrabile" che imprigiona vite, biografie e racconti possibili. Processando i metadati, i comportamenti e le interazioni di miliardi di utenti all'interno del giardino chiuso della piattaforma, l'algoritmo si impone come un narratore onnisciente e totalitario, una macchina di storytelling predittivo a beneficio degli unici lettori che contano davvero: gli inserzionisti pubblicitari. Il potere di narrazione di Facebook e del suo autore è il potere di un'ideologia della tecnologia e del mercato funzionale alla monetizzazione, all'espropriazione e all'ingabbiamento dell'organizzazione sociale, del lavoro e della vita delle persone: come direbbe Michel Foucault, è un processo di oggettivazione e assoggettamento, la comparsa di una nuova modalità di controllo nella quale ogni individuo riceve una gratificazione costante che lo imprigiona nel suo status così come configurato dalla piattaforma algoritmica.
Il Mediterraneo continua a essere, dal punto di vista sociale e geopolitico, una delle aree più instabili del pianeta. Il Covid-19 ha avuto un impatto notevole su tutta l'area e ha contribuito a rafforzare le tendenze autoritarie in alcuni paesi come Egitto e Turchia. Se le mancate elezioni del dicembre 2021 in Libia hanno mostrato tutta l'instabilità e le profonde divisioni del paese, la Siria continua a essere segnata da un interminabile conflitto, mentre il Libano ha dovuto fare i conti con una situazione economica sempre più grave. In un Mediterraneo altamente frammentato nel quale emergono nuovi attori regionali, continua il disimpegno diretto degli Stati Uniti, elemento che impone all'Europa una maggiore assunzione di responsabilità politiche. Quali saranno le tendenze sociali della regione? E quali saranno le risposte dei singoli paesi a fenomeni epocali come la pandemia e i flussi migratori? A queste e a molte altre domande risponde l'Atlante Geopolitico del Mediterraneo 2022, giunto alla sua ottava edizione, uno strumento ormai imprescindibile per addetti ai lavori e non solo.
Nel turbolento periodo storico caratterizzato dalla crisi ucraina e da quella delle materie prime, i paesi europei guardano al Mediterraneo con rinnovato interesse, soprattutto in materia di politiche energetiche. Nazioni come l'Algeria e la Libia diventeranno sempre più interlocutori privilegiati per gli interessi europei. A preoccupare è in particolar modo la Libia che, a undici anni dalla caduta di Gheddafi, non ha ancora ritrovato la sua unità e nella quale alcuni gruppi di potere esercitano il controllo con il costante uso delle armi. Ciò pone inevitabilmente una serie di interrogativi alla comunità internazionale e in particolare all'Europa, considerando anche la particolare posizione strategica di Tripoli rispetto alle rotte dei migranti provenienti dall'Africa. Dall'altra parte del Mare Nostrum, invece, la Turchia si erge a potenza regionale cercando di diventare mediatore tra l'Occidente e la Federazione russa. Nel 2023 la Repubblica turca festeggerà i suoi cento anni di storia: nonostante le riforme kemaliste abbiano impresso al paese una svolta laica e filo-europea sin dagli anni Venti del Novecento, Ankara si caratterizza oggi per un ritorno all'Islam politico, voluto soprattutto dall'attuale presidente Erdo?an, e per le sempre più frequenti violazioni dei diritti civili fondamentali. L'Atlante Geopolitico del Mediterraneo, giunto alla sua nona edizione, resta uno strumento per comprendere queste e altre complesse dinamiche della sponda meridionale del nostro mare.
IL TESTO RIADATTATO DELL OPERA POSTUMA DEL GRANDE SCRITTORE ANTOINE DE SAINT-EXUPERY CONSIDERATA DA MOLTI IL SUO SCRITTO PIU`IMPORTANTE. Il manoscritto di 985 pagine dattiloscritte fu pubblicato quattro anni dopo la morte di saint exupery, nel 1948. Di queste 985 pagine egli non ne rilesse che qualcuna. Egli riteneva di aver ancora molto da dire prima d'iniziare il lavoro d i revisione. A chi lo interrogava sulla data di pubblicazione, saint-exupery rispondeva ridendo: non finirr mai...sara la mia opera postuma". In effetti il manoscritto, conoscendo il metodo di lavoro dell'aut ore, doveva esser sfrondato e rimaneggiato secondo un piano rigoroso che e`impossibile stabilire esattamente. Il testo originale, oltre ad avere una lunghezza eccessiva per un'opera che voleva essere un "poema", contiene percir numerosi capitoli allo stato di se"
Il libro
In questo libro l'A. esamina l'uomo nella sua condizione «itinerante», che lo conduce, attraverso un viaggio nel più intimo di se stesso a scoprire i valori fondamentali della sua esistenza.
Pur scritti in periodi diversi questi saggi, secondo G. M. hanno un « filo d'Arianna » che li lega, ed è la frase paradossale posta alla chiusura di «Valore e immortalità»:
« Un ordine terrestre stabile sì può forse instaurare solo se l'uomo conserva una viva coscienza della sua condizione itinerante».
Il filosofo francese non fa un discorso astratto: parte dalla problematica di oggi e, dimostrando l'inconsistenza a i limiti dell'esistenzialismo ateo, e di altre correnti culturali contemporanee, giunge a spiegare il significato profondo delle verità cristiane.
Il titolo rimanda alla psicoterapia di gruppo, di cui l'autore e esperto riconosciuto. La neuropsichiatria si incontra e scontra con i problemi e le impensate risorse emotive di gran parte della popolazione. Ottimo testo, frutto della penna e dell'esperienza professionale e umana di un insigne neuropsichiatra, il Prof. Neri. Gli incontri e le terapie di gruppo non sono piu meramente improvvisati ma sono il frutto di un iter clinico-medico e di esami che hanno superato il vaglio di specialisti di estrazione varia, sono uno strumento sicuro di diagnosi e di terapia. L'Autore consiglia, implicitamente, percorsi conoscitivi ed autoconoscitivi, attraverso le terapie di gruppo, a tutti coloro che sono curiosi di giungere alle radici del proprio animo e a coloro che sono desiderosi di sperimentarsi come persone e di offrire qualcosa di se nell'ambito sociale.