
La più moderna e ampia storia della Rivoluzione: una vivace narrazione condotta secondo i metodi della nuova storiografia francese.Collocata in un ampio arco storico, la Rivoluzione viene articolata nelle diverse rivoluzioni che i vari ceti sociali condussero al suo interno. E assume una nuova fisionomia: il Terrore passa in secondo piano rispetto all'Assemblea Costituente e al Direttorio; Marat e Robespierre cedono il passo ai protagonisti del nuovo corso «borghese».
Sei storie esemplari di donne del Medioevo e del loro rapporto con la maternità. C'è l'esperienza di Dhuoda (vissuta nel IX secolo), il cui figlio Guglielmo fu consegnato come ostaggio a Carlo il Calvo; c'è - due secoli dopo - la vicenda di Matilde di Canossa, donna potentissima ma delusa nelle sue aspettative di maternità. C'è l'esempio di Caterina da Siena, che pur non avendo figli agisce e scrive da 'grande madre' italiana. C'è Christine de Pizan, impegnata nell'ultimo scorcio di Medioevo a destreggiarsi tra i figli e la carriera. Ancora, c'è Margherita Datini, che cresce come fosse sua figlia una bambina che il marito ha avuto da una schiava; c'è infine Alessandra Macinghi Strozzi, vedova di un esule, che fa da madre e padre ai suoi 5 figli. Pagina dopo pagina, si rovescia ciò che crediamo di sapere sulle donne del passato: scopriamo figure di madri oltre la retorica che le relega a un ruolo angusto, incontriamo autentiche madri anche oltre l'effettiva esperienza biologica, osserviamo donne in azione oltre la sfera domestica, protagoniste oltre i limiti imposti dal tempo in cui vissero al loro genere. Insomma, madri e donne che vanno ben al di là delle nostre (spesso ristrette) concezioni del Medioevo.
«Dire senso di nazionalità, significa dire senso di individualità storica. Si giunge al principio di nazione in quanto si giunge ad affermare il principio di individualità, cioè ad affermare, contro tendenze generalizzatrici ed universalizzanti, il principio del particolare, del singolo. Per questo, l'idea di nazione sorge e trionfa con il sorgere e il trionfare di quel grandioso movimento di cultura europeo, che ha nome Romanticismo.» (Federico Chabod)
C'è un passero coraggioso, che fin dal primo giorno di vita vuole scoprire il mondo che lo circonda, scappa dal nido, si perde, prova e sbaglia, sbaglia e prova e, a un certo punto, si scopre una vocazione inaspettata: quella di aiutare i suoi compagni ad affrontare quanto di brutto incontrano nel corso della loro vita. Un passero chiamato Cipì, protagonista di una storia scritta da Mario Lodi e i suoi bambini della scuola elementare di Vho di Piadena, alla fine degli anni Cinquanta. Un testo che inaspettatamente diventerà uno dei classici più letti nella storia della letteratura italiana per l'infanzia. Un piccolo libro che per la prima volta dà forma alla voce di chi non è mai stato ascoltato da nessuno, cioè i bambini, dentro la scuola. Un atto politico che fa da modello, tra gli altri, a don Milani. Dietro Cipì c'è la riflessione di una generazione di maestri su Antonio Gramsci e John Dewey, ma anche su Giovanni Gentile e la tradizione idealistica, c'è il lavoro culturale di Gianni Bosio e la sua convinzione che debba essere annullato il distacco fra chi produce la cultura e chi la 'consuma'. Cipì racconta la storia di una pratica che ha cambiato dall'interno la scuola italiana, prima del Sessantotto, più delle riforme: quella della didattica democratica.
L'hacking non nasce con i computer. Già agli inizi del Novecento dei giovani appassionati modificavano i propri apparecchi radio per ottenere prestazioni non previste dal loro produttore. Alcuni decenni dopo, negli anni '60, si diffondono i 'phone phreaks', degli 'hacker dei telefoni' che prefigurano molte caratteristiche della odierna cultura digitale. Con la diffusione dei PC i gruppi hacker diventano un fenomeno mediatico e di massa. Alla metà degli anni '80, quello che fino ad allora era stato considerato come un 'ragazzo prodigio' si trasforma in una potenziale minaccia come autore di clamorose truffe o altre pratiche criminali. Ma in quegli stessi anni le pratiche hacker cominciano ad assumere un valore politico: nascono il cosiddetto hacktivismo e le comunità Free Software e Open Source, che in poco tempo rivoluzioneranno l'industria del software e la cultura digitale nel suo complesso. Oggi il fenomeno hacker è arrivato a occupare un ruolo di primo piano nella geopolitica contemporanea grazie alla nascita di gruppi su scala globale come Anonymous e all'incorporazione dell'hacking nelle strutture militari e di intelligence.
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<tr><td align="right">Date:</td><td>Friday, March 1, 2024 at 10:44:50 AM</td></tr>
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<tr><td align="right">Date:</td><td>Friday, March 1, 2024 at 10:44:50 AM</td></tr>
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Siamo iscritti in una tradizione giuridica lunga quasi tremila anni: l'idea del diritto come autonoma sintassi sociale fu letteralmente 'inventata' a Roma. Questo libro vuole essere un'agile introduzione per chi voglia farsi un'idea circa questa fondamentale eredità che il mondo antico ci ha trasmesso. L'intento è non solo quello di fornire un primo ed essenziale quadro di informazioni, ma soprattutto di mostrare come la storia giuridica antica sia ancora uno strumento prezioso per leggere in modo critico categorie, princìpi e metodi propri del diritto.
Giudicare: un compito necessario e impossibile. Necessario perché una società non può lasciare senza conseguenze comportamenti incompatibili con la sua ordinata sopravvivenza. Impossibile perché non possiamo mai avere la certezza di riuscire a conseguire la verità. Da questa contraddizione nasce l'esigenza di stabilire un itinerario conoscitivo, il 'processo', ritenuto il metodo meno imperfetto per pronunciare una decisione giusta, che siamo disposti ad accettare pro veritate. Una preziosa e aggiornata riflessione sul processo penale che ne analizza l'irrinunciabile funzione sociale, le scelte epistemologiche qualificanti, gli snodi fondamentali, le distorsioni della sua rappresentazione mediatica.
Scrivere una tesi di laurea è una prova sempre più insidiosa, ma a chi affidarsi per affrontarla? La rete pullula di rimedi fai da te, l'IA millanta doti inarrivabili, ma tra promesse e risultati c'è spesso un abisso. Questo libro giunge in soccorso a chiunque si trovi a cimentarsi con tesi, tesine, saggi, articoli e altri testi simili offrendo indicazioni chiare e puntuali sul metodo di lavoro, la ricerca delle fonti, la struttura e l'organizzazione del testo. E ancora: lessico e stile, errori più comuni, punteggiatura e tanto altro. Il tutto corredato da centinaia di esempi reali. Uno strumento prezioso per scrivere e argomentare in maniera impeccabile.
"Guida allo studio delle letterature comparate" è un manuale ma anche un grande romanzo d'avventura: è la storia dei racconti e della poesia nelle diverse lingue del mondo che gli uomini hanno inventato per intrattenere se stessi e gli dèi. C'è chi sostiene che oggi, in un mondo sempre più interconnesso, parlare di letteratura in termini comparatistici sia l'unico modo di trattare la letteratura. Ma la letteratura comparata esiste da più di duemila anni, da quando cioè romani e greci paragonavano autori e testi delle rispettive tradizioni per spiegarne ai lettori l'efficacia e la bellezza. Seguire il percorso vuol dire tracciare una tela fittissima di testi scritti in lingue diverse che consente l'ascolto contemporaneo di tante voci riecheggianti, un iPad che permette di seguire simultaneamente le infinite riscritture di cui è intessuta la tradizione. In questa Guida, organizzata per generi (epico, sacro, tragico, comico, lirico, fantastico) e per grandi aree tematiche (ad esempio, la peripezia, il mito, la metamorfosi) si dispiega tra collegamenti e cortocircuiti - la ramificazione perenne della letteratura, dall'antichità ai nostri giorni: da Omero e la Bibbia a Dante e Shakespeare, da Pindaro e Leopardi a Tolstoj e Joyce, da Edipo e Ulisse a Faust e Don Giovanni.
Multimedialità, interattività, usabilità, comunicazione mediata dal computer; e ancora, blog, comunità virtuali, videogiochi, web 2.0, social media: i nuovi media incidono sulla vita delle persone, sulle loro relazioni, sul modo in cui stanno in società. Questo libro è un utile strumento didattico che introduce ai concetti, alle teorie strumenti metodologici per orientarci nel mondo in continua trasformazione dei nuovi media.
A circa quattro anni dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona, la nuova edizione di questa guida al diritto dell'Unione europea espone in modo sintetico la parte generale della materia, dando conto dei più rilevanti sviluppi della normativa, della giurisprudenza e della prassi. Novità di rilievo derivano dall'adesione della Croazia, dalle sentenze della corte di giustizia (in relazione soprattutto agli effetti della Carta dei diritti fondamentali), nonché dalla recente legge sulla partecipazione dell'Italia alla formazione e all'attuazione della normativa e delle politiche dell'Unione europea.
Una ricostruzione storica unitaria degli eventi che hanno radicalmente modificato i caratteri del sistema internazionale tra il 1919 e il 1945: il dopoguerra, contrassegnato da problemi come il revisionismo tedesco, l'insoddisfazione francese e l'ambivalenza italiana; la paura della ivoluzione russa e la grande depressione economica che paralizza gli Stati Uniti nel '29; la Germania hitleriana e l'Europa del secondo conflitto mondiale. Il rovesciamento di alleanze nel 1941, segnato dall'attacco tedesco all'Unione Sovietica, è il momento di svolta, così come un altro momento è l'attacco giapponese agli Stati Uniti con la globalizzazione del conflitto. La prima questione atomica conclude questa fase della storia mondiale.