
Nel volume sono raccolti, e presentati per la prima volta al pubblico italiano, i discorsi e gli scritti politici di Ketteler (1811-1877). Esponente di spicco del cattolicesimo, Ketteler sfidò lo Stato tedesco sul terreno delle libertà fondamentali e della sussidiarietà. Seppe spiegare le ragioni del cristianesimo nel clima ideologico di lotta accesa fra il socialismo e il liberalismo e particolarmente incisiva fu la sua iniziativa a difesa della classe operaia e delle sue legittime rivendicazioni.
Il problema della verità attraversa l'intera storia dell'umanità e tutti i tentativi di metterlo da parte sono sempre naufragati. Non poteva essere diversamente dato che dire, come molti oggi asseriscono, "la verità non esiste", è essa stessa un'affermazione di verità. Nell'ultimo mezzo secolo, un certo tipo di cultura è tornata a ritenere irrilevante il problema cercando di dissuadere quanti volevano continuare nella ricerca. Ne sono nati nuovi approcci giacché una tematica così complessa e inesauribile, non può essere esaminata da un solo punto di vista. Come se non bastasse, c'è chi ha usato il termine verità per parlare d'altro. Certo, tutto è ammissibile, ma nella babele logica che stiamo vivendo, un minimo di rigorosità dovrebbe essere richiesto a chi fa opera di pensiero. Quello della verità è un problema che bisogna trattare con rispetto perché interessa tutti. È un argomento dai risvolti esistenziali, che non riguarda solo il modo di ragionare, ma implica anche quello di spendere la vita in una maniera invece che in un'altra. Con lettere di N. Rescher, R. Rorty e H. Putnam.
Maria Montessori ha scoperto la forza dell'infanzia, ha scoperto che ogni bambino è un genio dalle enormi potenzialità intellettuali e umane. L'educazione, sia scolastica che familiare, non è ancora all'altezza di questa scoperta. La società degli adulti non ha compreso ancora il popolo dei bambini i quali sono facili da amare ma difficili da capire. Il nuovo ambiente dell'informazione creato dai new media rappresenta una minaccia per esseri che non sono affatto nativi digitali ma nativi umani e animali, i quali hanno bisogno di fare con le loro mani per crescere e capire, che hanno bisogno di conversazioni faccia a faccia non mediate da macchine e da schermi. Che ne sarà dell'infanzia con la nuova rivoluzione dell'intelligenza artificiale? La mente del bambino, scoperta da Montessori e confermata dalle neuroscienze, la più potente mente naturale, saprà fare fronte a questa sfida?
È possibile pensare che i rapporti interattivi tra individui siano determinati essenzialmente dai tipi di comunicazione che essi adoperano fra loro? Due tesi sono centrali in questo libro: 1) il comportamento patologico (nevrosi, psicosi, e in genere le psicopatologie) non esiste nell'individuo isolato ma è soltanto un tipo di interazione patologica tra individui; 2) è possibile, studiando la comunicazione, individuare delle 'patologie' della comunicazione e dimostrare che sono esse a produrre le interazioni patologiche. Considerando un esempio di interazioni patologiche, quelle descritte nel dramma di Albee Chi ha paura di Virginia Woolf?, con un'analisi puntuale del testo gli autori svelano le patologie della comunicazione (i giochi, le tattiche, le simmetrie, i vari meccanismi di comunicazione) che predominano in questo spezzone di 'ménage cronico' più vero di un documento autentico. Quest'analisi non si limita a un'interpretazione dei meccanismi interattivi, ma scopre procedimenti pragmatici (comportamentali) che consentono di intervenire nelle interazioni e di codificarle. 'Paradossalmente', è proprio con l'induzione di 'doppi legami', con l'invio di messaggi paradossali, con la 'prescrizione del sintomo' e altri procedimenti di questo tipo che il terapeuta riuscirà a sbloccare situazioni nevrotiche o psicotiche apparentemente inespugnabili.
Il dibattito sulla teoria del servizio sociale è molto vivo oggi in tutti i paesi. Questo volume riporta i principali schemi di riferimento teorici del servizio sociale elaborati in quei paesi dove tale teorizzazione ha una lunga tradizione. Un volume indispensabile per avviare e approfondire anche in Italia il dibattito sulle basi teoriche del servizio sociale.
È noto a tutti che l'apprendimento delle lingue da adulti è molto faticoso e spesso dà risultati deludenti, mentre i bambini possono acquisire con facilità le lingue a patto che vengano osservate alcune semplici "regole". Questo libro illustra tali regole e ne discute gli aspetti più rilevanti alla luce delle ricerche più avanzate nell'ambito delle neuroscienze.
Una donna su quattro ha subito nell'infanzia gravi forme di abbandono o di abuso, e questi eventi raddoppiano il rischio di depressione nell'età adulta. Con le parole delle donne intervistate nel corso di una ricerca ventennale, le autrici delineano un quadro vivo degli effetti a lungo termine di esperienze infantili traumatiche. Al testo è accluso il questionario CECA, un test autosomministrabile validato scientificamente, che misura l'incidenza dell'esperienza traumatica all'interno della storia familiare.
Questo libro propone una riformulazione del trauma in termini evolutivo-relazionali, come risultato della mancata elaborazione delle emozioni traumatiche, ovvero di quelle emozioni non simbolizzate nell'ambito delle relazioni primarie. Il bambino, se maltrattato, non può sviluppare l'autostima e la capacità di comprendere gli stati mentali propri e dell'altro, qualità necessarie a esplorare con fiducia l'ambiente circostante e quindi a costruire relazioni significative. Le esperienze croniche di trascuratezza hanno effetti negativi su svariate aree del funzionamento del bambino dando origine, ad esempio, a somatizzazione, difficoltà di sintonizzazione emotiva, mancanza di controllo degli impulsi, come anche, nei casi più gravi, a stati dissociativi. La perdita di una base sicura, insomma, rappresenta una condizione traumatica capace di predisporre il soggetto alla depressione, alla dipendenza patologica, ai disturbi del comportamento alimentare. E non sempre è in relazione con maltrattamenti espliciti, come indica il fatto che la disorganizzazione dell'attaccamento è per lo più connessa a esperienze traumatiche irrisolte del genitore, le quali si riflettono sullo stato dissociativo del bambino. Il presente volume esamina le possibili relazioni causali fra le esperienze traumatiche e la psicopatologia, a partire dalla teoria dell'attaccamento, dell'infant research e dalle recenti scoperte neuro-biologiche sulla natura relazionale della mente.
In questo volume Robert D. Hare analizza le principali caratteristiche psicologiche e comportamentali della personalità psicopatica. Mantenendo sempre un serio approccio metodologico e scientifico, l'autore fornisce un quadro lucido e puntuale del mondo interno dell'individuo psicopatico e delle sue strategie interpersonali. Partendo dalle seminali ipotesi di Cleckley, Hare chiarisce l'importante distinzione tra disturbo antisociale di personalità e disturbo psicopatico, dimostrando come la psicopatia costituisca una vera e propria sindrome: la mancanza di empatia, lo spiccato egocentrismo, l'assenza di rimorso e di senso di colpa, e l'uso strumentale degli altri ne rappresentano gli elementi distintivi. La definizione del costrutto di psicopatia rappresenta un indubbio avanzamento nell'ambito della conoscenza del disturbo, ed è per questo che lo strumento ideato da Hare al fine di valutarne i sintomi, la Psychopathy Checklist-Revised (PCL-R), viene utilizzato in tutto il mondo nella pratica clinica e forense, oltre che in ambito di ricerca. È stato infatti ampiamente dimostrato come la PCL-R sia un reattivo psicometrico valido e affidabile che permette di identificare gli psicopatici e distinguerli anche da altri individui condannati per reati gravi.

