
Povero, frammentato, robotizzato, iper-sfruttato: il lavoro oggi è un piano inclinato. Pur restando idealmente un fattore chiave della realizzazione personale, dell'identità sociale e delle prerogative di cittadinanza, l'esperienza del lavoro al tempo del capitalismo flessibile ostacola la definizione di traiettorie di vita coerenti. Come ricostruire il senso di sé se non c'è una prospettiva a lungo termine a cui aspirare? Come ripensare il diritto del lavoro per far sì che anche il contenuto delle proprie mansioni - quel che si fa, come lo si fa, la ragione per cui lo si fa - torni a contare? Come ricostruire il nesso tra lavoro, riconoscimento sociale e partecipazione politica?
Un po' di umorismo nel vedere problemi e situazioni, la capacità di ridere insieme delle stesse cose, la soddisfazione che rimane dopo un momento di letizia comune, sono mezzi utilissimi per sdrammatizzare e affrontare più serenamente i momenti cupi della vita, per sviluppare senso critico e dare importanza alle cose veramente importanti. Per questo insegnare a ridere in modo sano e liberante è forse uno degli obiettivi educativi più ambiziosi che la pedagogia possa offrire alle giovani generazioni. Rivolto a insegnanti, animatori culturali e responsabili di gruppi giovanili, il libro si propone: - di fornire alcune idee di base sulle strutture, il linguaggio, le articolazioni, il senso dell'umorismo e il suo valore nell'educazione; - stimolare, offrendo un'abbondanza di esempi, la creatività dei ragazzi sia nella produzione di materiale umoristico sia nella sua elaborazione e riorganizzazione in varie forme e occasioni (animazione teatrale, giochi, linguistica, feste, passatempi, ecc.); - mettere a disposizione un repertorio di materiale umoristico, utilizzabile e manipolabile, quale base di partenza per lo svolgimento delle attività proposte.
*** NUOVA EDIZIONE AMPLIATA NOVEMBRE 2019 ***
Il Compendio di Psicopatologia racchiude al suo interno la descrizione di tutti i principali quadri di interesse psichiatrico secondo uno specifico taglio descrittivo di tipo psicopatologico.
Tutti gli aspetti epidemiologici, eziopatologici, diagnostici, clinici e terapeutico-riabilitativi sono riportati in maniera raccolta e schematica, in modo da facilitare lo studio e rendere l'argomento di facile interpretazione. Il compendio è rivolto allo psichiatra in formazione, allo studente di medicina, di psicologia e di tutte le professioni sanitarie, nonché a chiunque sia interessato a conoscere in profondità i disturbi della salute mentale.
Questo fondamentale volume descrive i principi della teoria polivagale e illustra come integrarla proficuamente nella pratica clinica all'interno dei contesti psicologici, psichiatrici e sanitari, fornendo impareggiabili strumenti di comprensione e intervento per la costruzione di relazioni di aiuto trasformative che vengono vissute dai pazienti come sicure, condivise ed efficaci.
Chi è il serial killer? Quali sono le ragioni per cui uccide? E come fa a nascondere i comportamenti che mette in atto dietro una maschera di apparente normalità? Il libro offre una risposta a queste e a molte altre domande, esaminando in modo accurato e accessibile a tutti la psicologia del serial killer e i principali fattori che contribuiscono alla sua genesi. Ricco di esemplificazioni tratte da reali casi di cronaca e dagli studi scientifici condotti sugli assassini seriali, il libro accompagna il lettore in un perturbante viaggio verso la comprensione dell’oscura mente del serial killer e ne tratteggia in modo unico il suo profilo psicologico.
Non è solo il trauma, ma la dissociazione del sé, che causa dolore emotivo e difficoltà di funzionamento. Questo libro discute come le persone siano universalmente soggette al trauma, che cos'è il trauma, e come capire e lavorare con la dissociazione normativa così come con quella estrema.
Attingendo al campo della psicoanalisi e alla disciplina in espansione della psicoterapia forense, questo libro offre un forte quadro concettuale per comprendere le motivazioni e le dinamiche che sono alla base del comportamento violento negli adulti. Jessica Yakeley offre nuove intuizioni sul contenimento terapeutico dell'aggressività: esplorando la violenza in relazione ad aree specifiche tra cui la malattia mentale e la personalità, la sessualità, il genere e il razzismo; descrivendo in dettaglio la valutazione e il trattamento dei pazienti violenti, sia in psicoterapia individuale, sia in gruppo, sia a livello istituzionale; guardando da vicino il lavoro in diversi contesti forensi così come l'interfaccia tra la salute mentale e i sistemi di giustizia penale, illustrando osservazioni e tecniche con esempi di casi vividi. Scritto in uno stile chiaro e accessibile, con un utile glossario di termini psicoanalitici e tecnici, "Lavorare con la violenza" è una lettura utile per coloro che lavorano, o stanno pensando di lavorare, in contesti di consulenza, lavoro sociale e assistenza sanitaria dove vengono in contatto terapeutico con individui violenti.
Questa guida è organizzata in 5 parti. La Parte I offre una cornice di riferimento che cerca di mettere in evidenza il valore dell’istruzione come motore della crescita personale di ciascun individuo.
La Parte II offre una panoramica delle caratteristiche di alcuni dei disturbi mentali più gravi e del potenziale impatto che queste caratteristiche hanno sui percorsi di studio delle persone che ne sono affette.
La Parte III entra nello specifico della pratica dell’istruzione supportata, delineandone i capisaldi, i principi metodologici, le evidenze di efficacia, le diverse fasi nelle quali si sviluppa l’intervento, gli aspetti organizzativi di cui un servizio che intende offrire ai propri utenti un programma di istruzione supportata dovrebbe tener conto, nonché gli strumenti per valutarne gli esiti e il processo di implementazione.
La Parte IV fornisce, invece, una panoramica di una serie di valutazioni e interventi psicosociali che, erogati in maniera coordinata e integrata a un programma di istruzione supportata, possono migliorare il funzionamento personale e sociale.
La Parte V, infine, fornisce una serie di strumenti di valutazione e schede di lavoro – disponibili anche in formato elettronico e scaricabili dal sito www.fioritieditore.com.
Sebbene i farmaci siano importanti nel trattamento dei disturbi bipolari, un approccio integrato che utilizzi trattamenti psicologici può mirare ad alcuni risultati che i farmaci da soli non possono raggiungere. Viene fornita una rassegna completa dei trattamenti psicologici basati sull'evidenza, seguita da informazioni pratiche sulla psicoeducazione per pazienti e familiari, sulla promozione di uno stile di vita sano, su interventi basati sulla mindfulness e la riabilitazione cognitiva e funzionale, che rappresentano la base su cui si sviluppa l'approccio integrato. L'ultima parte del libro fornisce le sessioni di terapia integrata, che possono essere condivise con i pazienti stessi, migliorando l'efficacia dell'applicazione del trattamento. Psicoterapia per i disturbi bipolari: un approccio integrato offre un quadro di trattamento breve ma multi-componente che può essere implementato con successo anche in centri sanitari non specializzati. L'approccio può migliorare notevolmente il benessere e la qualità della vita delle persone con disturbi bipolari. Questo testo così accessibile è una risorsa essenziale per psichiatri, psicologi clinici e qualsiasi operatore sanitario che lavori nel settore della salute mentale.
Gli autori offrono una nuova prospettiva su come le emozioni influenzino la vita mentale e fisica. Presentano recenti dati clinici e ipotesi su come alcuni disturbi psichici, difficili da trattare, siano conseguenza di una incapacità di gestire le emozioni attraverso i processi mentali.
In questo volume, in accordo con la tradizione cognitivista, la sfida lanciata dagli autori è quella di utilizzare, nel modo più raffinato possibile e migliorandola, la psicologia intuitiva o ingenua della mente, nel tentativo di estenderla anche alla risoluzione di problemi che tradizionalmente la psicologia del senso comune ha avuto difficoltà ad affrontare, come ad esempio il fenomeno del paradosso nevrotico, o della resistenza al cambiamento, ovvero: come è possibile che un individuo persista in una condotta per lui fonte di infelicità e nociva, nonostante le informazioni di cui dispone, i suoi strumenti cognitivi e i suoi scopi rendano possibile ed opportuno un cambiamento? l'intento è quello di coniugare la psicologia del senso comune con le conoscenze della psicologia di base per spiegare, più in generale, la bizzarria delle condotte psicopatologiche. I determinanti cognitivi della sofferenza emotiva e della sofferenza psicopatologica: contenuti, processi e organizzazioni sindromiche.
La Classificazione Diagnostica 0-3 ha introdotto e sistematizzato una metodologia di approccio alla diagnosi che fosse funzionale alla formulazione dei progetti terapeutici e al monitoraggio dell'evoluzione clinica dei disturbi. L'organizzazione pluriassiale del sistema di classificazione ha consentito la compilazione di profili funzionali che, a partire dalla definizione dei disturbi clinici (ASSE I), considerano la fluttuazione dei livelli di funzionamento emotivo (ASSE V), le vulnerabilità organiche (ASSE III), la qualità delle relazioni (ASSE II), e gli eventi che possono temporaneamente o in modo cronico indebolire l'ambiente di crescita (ASSE IV). Tali profili funzionali, rispetto alla semplice diagnosi in Asse I, arricchiscono le possibilità di comprensione dei disturbi. Nella nuova CD:03R vengono introdotte nuove rating scale e checklist che permettono al clinico una maggiore precisione nella valutazione dei vari assi e in particolare del profilo funzionale che è una caratteristica specifica della classificazione.