
La matematica, forse più di qualsiasi attività, si presta ai giochi che richiedono strategia, astuzia, immaginazione. Una punta di malizia, un tocco di logica e una manciata di perseveranza costituiscono la migliore ricetta per affrontare un gioco matematico. Non si richiede la conoscenza di linguaggi e di teorie matematiche particolarmente impegnative. L'enunciato sorprende e pone una sfida a colui che lo legge; suscita la curiosità e la voglia di saperne di più. La stessa soluzione diverte e persino, a volte, stupisce per la sua semplicità.
II volume affronta il tema del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche, dal punto di vista della giurisprudenza e degli istituti processuali. L'attenzione si concentra sul "diritto del pubblico impiego" in senso proprio, ovvero sul tentativo di individuare ciò che permane come diritto pubblico nella disciplina dell'impiego al servizio della pubblica amministrazione. Per questo motivo vengono esaminati i punti di contatto tra la disciplina pubblicistica e quella comune. Dopo la cosiddetta "privatizzazione", infatti, persistono settori ancora completamente disciplinati dal diritto pubblico in ragione del particolare status dei dipendenti e la differente normativa condiziona non solo i profili sostanziali della materia, ma anche le forme di tutela ed il processo.
Il saper fare ricerca in un contesto educativo è una competenza complessa che richiede conoscenze dichiarative, procedurali e contestuali, dei saper fare e il loro utilizzo strategico. Per formare l'abilità di ricerca non è sufficiente lo studio manualistico, ma diventa necessario anche poter disporre di esercizi che consentano di mettere in atto gli apprendimenti metodologici. Il testo si propone di offrire una serie di situazioni-problema sulle diverse fasi della ricerca educativa che possono essere utilizzate all'interno di corsi o di laboratori di Pedagogia sperimentale per futuri docenti ed educatori.
Nel costrutto di inclusione, oggi al centro del dibattito della comunità scientifica nazionale, confluiscono numerose aree di eterogeneità, concettuali e operative. Il volume rispecchia appieno tale complessità e multidimensionalità. Il testo, infatti, dà voce a una varietà di ricerche, esperienze e riflessioni teoriche sulle istanze di una educazione inclusiva declinata in tre diversi ambiti: scolastico, accademico ed extra-scolastico. Una particolare attenzione viene rivolta ai fondamenti e ad alcune strategie e interventi specifici promettenti per una didattica inclusiva a scuola. Contemporaneamente vengono messi a fuoco i principi giuridici e pedagogici su cui si radica l'inclusione in università, illustrate esperienze virtuose in proposito e discussi alcuni iter formativi dei professionisti dell'inclusione. È esplorato infine il tema della piena inclusione sociale delle diverse forme di marginalità, assumendo la prospettiva che deve caratterizzare l'azione degli educatori e degli altri operatori nel sociale, nell'ottica di una più ampia partecipazione delle persone con disabilità nei differenti domini della qualità della vita. Un libro che restituisce approfondimenti, suggestioni, indicazioni, proposte, promuovendo un legame ricorsivo e generativo tra ricerca, pratiche e nodi concettuali e fornendo strumenti di lavoro per gli operatori del settore che si occupano di processi inclusivi, a tutti i livelli e nei vari contesti.
Il volume è stato pensato come guida teorico-pratica per studenti che intendano completare la formazione clinica nelle Facoltà di psicologia, e per i laureati che devono sostenere l'esame di Stato: ha pertanto un orientamento prevalentemente pratico rispetto a quelli meramente teorici. Nella prima parte del volume gli autori lavorano alla definizione della psicologia clinica, del suo oggetto e dei suoi metodi. La seconda parte presenta gli strumenti più frequentemente usati dallo psicologo per l'indagine clinica, mentre la terza, la più innovativa, introduce il lettore alla conoscenza di alcuni contesti in cui lo psicologo clinico si trova a operare: i servizi per l'infanzia, i servizi di salute mentale, il consultorio familiare.
Pasolini era influenzato dalle idee sviluppate da Barthes nei primi anni Sessanta e pensava dunque che il linguaggio del cinema dovesse essere considerato un linguaggio che funziona in maniera particolare perché opera una specie di trascrizione della realtà. Può agire pertanto grazie all'esistenza di un vero e proprio "codice della realtà" che corrisponde totalmente a quello del cinema e consente agli esseri umani di comprendere le immagini presentate da tale linguaggio espressivo. Secondo Pasolini, cioè, il cinema dev'essere considerato uno strumento di comunicazione che fissa sulla pellicola i comportamenti concreti dei corpi umani, così come le tracce grafiche su un foglio di carta sono in grado di stabilizzare le parole che vengono pronunciate da una persona. Ogni film, dunque, si limita a raccogliere e a comprimere la realtà e il cinema si caratterizza per funzionare come una specie di lingua scritta della realtà". Dal capitolo "Il cinema"
Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più importanti personaggi della cultura italiana del Novecento. Nel centenario della nascita, il volume raccoglie alcune sue riflessioni che riguardano il mondo dei media. Si tratta di riflessioni che egli ha sviluppato con notevole impegno perché le considerava molto rilevanti. Possono perciò essere utilizzate ancora oggi per comprendere il funzionamento di due strumenti di comunicazione estremamente importanti: il cinema e la televisione. A ciascuno di tali strumenti viene dedicato nel volume uno specifico capitolo, che si avvale anche dei contributi di Gianfranco Marrone e Giulio Sapelli.
Un omaggio al genio e alla creatività degli italiani, ma soprattutto un'occasione unica per ripercorrere un secolo e mezzo di campagne pubblicitarie create e diffuse nel nostro paese. Dal lontano 1863, quando il farmacista Attilio Manzoni ebbe l'idea di fondare la prima concessionaria italiana di spazi pubblicitari - A. Manzoni & C. -, fino agli esempi più recenti. Una storia, quella della pubblicità italiana, che s'intreccia inevitabilmente con l'evoluzione dei costumi, del gusto e delle correnti artistiche del momento e che Vanni Codeluppi ricostruisce in questo libro - da leggere e da sfogliare - attraverso oltre cento immagini interamente a colori.
Se ci guardiamo intorno, in qualsiasi città del mondo, ovunque vediamo persone con la testa bassa rivolta allo schermo di uno smartphone. Tuttavia abbiamo una scarsa consapevolezza dei cambiamenti che i media possono indurre nei nostri modi di pensare e di vivere la realtà. I media contemporanei, in particolare, devono gran parte del loro successo alla capacità di confezionare un mondo più piacevole e attraente di quello reale, privo di difetti e problemi. Per quanto tempo la realtà avrà ancora un senso per noi? Avremo ancora la necessità di vivere direttamente le nostre esperienze? Il libro descrive il ruolo sempre più invasivo dei media nella società contemporanea e il processo di progressiva fusione tra media e corpo umano, per farci riflettere sulle conseguenze di tali fenomeni per la nostra vita quotidiana.
La novità di questo volume consiste nell'applicazione dell'approccio basato sulle attività aziendali a tutti i problemi di strategia, siano essi quelli di individuazione delle relazioni tra strategia e risultati, di analisi e valutazione del posizionamento strategico, di gestione del cambiamento strategico, di valutazione della strategia. Le attività aziendali sono presentate partendo dalla contrapposizione tra attività correnti, che sono la determinante principale dei risultati attuali, e attività di set up, che invece contribuiscono al rinnovamento delle attività correnti e pongono le basi per i risultati futuri. I risultati che le aziende producono oggi dipendono più da quello che è stato fatto ieri che da quello che rimane possibile fare oggi intervenendo sulle attività correnti attuali. I miglioramenti più importanti richiedono tempo perché dipendono soprattutto dalle attività di set up attuali, che incidono sulle attività correnti e sui risultati futuri. Il frutto del lavoro di oggi si raccoglie soprattutto domani.
La seconda metà del secolo scorso è stata caratterizzata da trasformazioni e fenomeni che hanno fatto parlare dell'avvento di una "nuova" società. Fra questi, la globalizzazione - intesa come crescente interdipendenza tra le regioni del mondo - ha assunto un posto di primo piano, anche nell'immaginario collettivo. I sistemi scolastici nazionali non sono rimasti immuni dal cambiamento, che ha portato alla ribalta concetti quali "competizione tra scuole", "buoni scuola", "capitalismo accademico", "privatizzazione scolastica". Ma in che modo i due versanti del mutamento in corso globalizzazione e istruzione - sono collegati fra loro? Secondo l'autore di questo volume la risposta è da ricercare in un insieme potente di idee, riconducibili al cosiddetto neoliberismo, che hanno plasmato i processi di globalizzazione economica, di trasformazione dello stato e di riforma dei sistemi scolastici. L'influenza di tali idee è rafforzata da alcune istituzioni internazionali, come l'Organizzazione mondiale del commercio e la Banca mondiale, che ne sono diventate gli alfieri, anche in campo educativo.
Le recenti crisi, dalla guerra nei Balcani a quella in Irak, hanno reso evidente che, se sul piano economico l'unione europea e la sua moneta hanno posto le basi per competere con gli Stati Uniti, sul piano della politica estera, della sicurezza e della difesa, molto resta ancora da fare. Il volume ripercorre questo aspetto ancora incompiuto dell'integrazione europea dal dopoguerra alle minacce del terrorismo internazionale. Nonostante tutto la sindrome dell'insicurezza che caratterizza l'attuale situazione spinge per una maggior cooperazione tra i paesi europei.