
Un'attenta analisi sul metodo, sul contenuto e sui teoremi del grande economista Giuseppe Toniolo.
La dissoluzione dell'URSS ha gettato la Russia in una vera crisi d'identità. Proprio quando sembrava che finalmente stesse uscendo dalla crisi economica interna e risolvendo i rapporti esterni, è arrivata una crisi globale che rischia di complicare anche quella ricerca d'identità così critica per un paese ancora diviso tra Oriente e Occidente. Il volume passa in rassegna i rapporti con gli USA e l'Unione Europea, inclusa la breve guerra della Georgia, esamina la complessità e pericolosità dell'area caspica, proprio ai confini dell'UE, e analizza il "rapporto privilegiato" Italia-Russia. La gravita dell'impatto della crisi serve anche a dare un'idea della problematicità dell'economia russa. Segue un'analisi dei rapporti tra Russia, Asia, Africa e America Latina, del problema energetico e di quello non meno cruciale del percorso di oleodotti e gasdotti, e dei rapporti di Mosca con organismi internazionali e con la NATO. Indubbiamente le relazioni con questo paese sono difficili, ma assumere che si stia tornando alla guerra fredda può risultare fuorviante. Manca infatti un fattore essenziale, che fu alla radice della guerra fredda: l'ideologia marxista, che si voleva imporre ad altri, e che a sua volta aveva un potere d'attrazione nell'Occidente capitalista.
Non occorre essere anticapitalisti o baciapile per cogliere l'attualità del dibattito sul rapporto tra etica ed economia, spesso viziato dalla confusione su tre ambiti che devono rimanere distinti, perché sono ciascuno cosa diversa: globalizzazione, mercato e capitalismo.Perché ci possono essere un capitalismo che non è liberale e una globalizzazione che non rispetta le regole; mentre non è mercato quello che rifiuta le regole e non si riconosce in un corpus di principi. Tale dibattito ha finito con l'arenarsi sulle secche del risentimento popolare verso le crescenti diseguaglianze, alimentato dalle iperboliche retribuzioni di manager, trascurando invece di approfondire gli aspetti fisiologici che dovrebbero contribuire a definire il sistema di mercato. In questo non si è sfruttata appieno l'occasioneofferta dalla crisi, che qualcuno ha auspicato possa trasformarsi, per la sua dimensione e il suo significato, in una sorta di "correttivo morale" dei comportamenti tenuti finora. Naturalmente, il punto è: come?
L'opera. Platone aveva immaginato una società dove i figli erano di tutti, nessuno conosceva la sua discendenza: tale modello avrebbe assicurato, secondo il filosofo, il governo dei “migliori”. Le tre maggiori religioni hanno invece elaborato “norme” precise e spesso contrapposte per definire e regolare la filiazione, la parentela e l’alleanza. Nella cristianità occidentale, l’importanza data alle donne nella trasmissione dei patrimoni produce una accelerazione nella circolazione dei beni e costruisce ingenti reti di ricchezza e di capitali. Il mondo arabo-musulmano, adoperando il “sistema” antico, basato su una bipolarità Stato-famiglia, alterna periodi di grande splendore con altri di profonda decadenza. Gli ebrei fanno della diaspora uno strumento per costruire reti commerciali internazionali a vasto raggio. Il volume esamina il percorso storico che ha portato all’affermazione di comportamenti familiari, meccanismi di parentela e scambi matrimoniali antagonisti, e analizza le conseguenze che si sono verificate sul piano dell’organizzazione sociale, dei circuiti economici e del sistema politico.
Il mondo dei servizi pubblici ha conosciuto nell'ultimo ventennio importanti trasformazioni sotto l'insegna della liberalizzazione e più in generale della ricerca di un più proficuo rapporto pubblico-privato. Sono cambiate le logiche di erogazione dei servizi, sempre più assimilabili a beni di mercato, quindi anche le strategie degli enti locali, che da erogatori-produttori si sono trasformati in acquirenti di attività svolte da imprese industriali. Il presente lavoro, frutto di studi condotti sulla realtà del Friuli Venezia Giulia nell'ultimo quinquennio, intende offrire un contributo al dibattito che si è acceso anche nella nostra regione sugli assetti proprietari e la regolazione delle "public utilities" locali, sulle strategie di ristrutturazione di importanti settori industriali (dall'acqua ai rifiuti, dai trasporti all'energia), sulle scelte in materia di nuove infrastrutture e sui modelli di governance sviluppati in campi particolari come la sanità e la cultura.
Le affinità linguistiche fra l'Italia e la Romania hanno facilitato l'integrazione culturale attraverso i secoli; negli ultimi anni il trasferimento delle imprese italiane ha fatto della Romania un laboratorio distrettuale con caratteristiche simili al Nord-Est italiano di venti anni fa. La regione del Banato è quella che forse annovera la maggiore presenza italiana: nella sola Timisoara in dieci anni sono state create 18 mila imprese e 95 "joint ventures" locali. La pubblicazione riporta i contributi di vari studiosi che si sono confrontati sui temi dell'integrazione e dello sviluppo; in particolare, è l'agricoltura il settore che potrebbe avere un ruolo decisivo nello sviluppo del paese come fonte di alimenti, di energie rinnovabili e come risorsa paesaggistico-ambientale per lo sviluppo di attività turistiche

