
Islanda, Grecia, Argentina, un domani forse anche Spagna e Italia: i paesi a rischio default sono sempre di più.
Nella sua Enciclica "Laudato si'" papa Francesco è stato chiaro: il sistema economico nel quale siamo immersi funziona da cattivo samaritano, aiutando i forti e schiacciando i deboli. Occorre perciò riconoscere ed evidenziare le interconnessioni tra povertà, cibo, acqua, agricoltura ma anche tecnologia, finanza, banche e debito. Per questo, il Giubileo straordinario della misericordia indetto dallo stesso Pontefice, venendosi a celebrare in un periodo in cui l'Europa delle banche continua a imporre nuovi accordi economici e finanziari ai paesi "più deboli" che soffocano sempre più sotto il giogo di Bruxelles, rappresenta un'occasione straordinaria per tornare a discutere della remissione del debito pubblico. Su queste tematiche ricercatori, docenti e attivisti - laici e non - sono intervenuti per confrontarsi, discutere e riflettere, oltre che per riportare con forza all'attenzione dell'agenda politica l'urgenza di nuove strategie finanziarie e commerciali che abbiano come scopo ultimo l'equità economica e sociale.
II testo presenta un'analisi su scala planetaria dei movimenti migratori effettuata in comparazione con i movimenti di persone verificatisi a cavallo tra Otto e Novecento. Ne emergono analogie e differenze significative: la moltiplicazione dei paesi d'origine e di destinazione; le dinamiche psicologiche personali e collettive che presiedono alla scelta di migrare; il nuovo ruolo esercitato dalla criminalità organizzata nel traffico di esseri umani; il crescente protagonismo delle donne; il peso dei rifugiati di guerra. Possono gli immigrati bilanciare la stasi demografica dei paesi ricchi dando un contributo decisivo al mercato del lavoro e ai conti pensionistici del welfare state? Qual è l'effetto dell'emigrazione sullo sviluppo economico dei paesi d'origine dei migranti? Quale modello di immigrazione scegliere nella società attuale?
"Le persone agiscono solo perché mosse dal desiderio di ottenere un guadagno monetario? Lavorano solo perché sono pagate per farlo? Forse non è proprio così: le persone intraprendono molte azioni semplicemente perché provano piacere nel farlo. E inoltre esistono circostanze in cui una significativa ricompensa di tipo monetario può estromettere quelle che chiamerò 'motivazioni intrinseche all'azione'. Offrire uno stipendio più alto può dunque indurre un minore impegno e una riduzione della performance." Bruno S. Frey è professore di Economia all'Università di Zurigo.
Ora che il comunismo è stato gettato alla polvere della storia, diventa più urgente che mai ponderare il corso futuro del suo apparente conquistatore: il capitalismo. Con l'intento di esaminare la possibile direzione del capitalismo, come prima cosa l'autore di questo libretto identifica la natura della sua preda, facendo una veloce panoramica su cosa il capitalismo non è. Una volta stabilito il modo in cui capitalismo e mercato lavorano in contrasto con gli altri meccanismi di coordinamento nella società, propriamente tradizione e comando, Heilbroner esplora il capitalismo come un sistema economico e, allo stesso tempo, come ordine politico e dimostra come i due piani siano assolutamente interrelati.
Una notizia di cronaca, un film di cassetta, un romanzo di successo. Possono artefatti come questi contribuire alla riflessione di una disciplina filosofica come l'estetica? Possono giungere a mutarne radicalmente concetti portanti come quelli di gusto o di bellezza? Che ne è dell'estetica quando il regno della bellezza e dei simboli è diventato una fonte diretta di valore economico? Da questi interrogativi prende spunto il libro, nella convinzione che un pensiero del presente debba essere in grado di mettere alla prova i concetti filosofici della tradizione con il dominio della comunicazione, dei media e delle merci.
II volume analizza lo sviluppo storico dell'economia europea, attraverso la nascita e il crollo dei diversi regimi economici che furono inventati e introdotti in Europa nel corso del XX secolo, dei loro contesti ideologici, politici e istituzionali. Di ciascun regime l'opera indaga le ragioni del successo così come quelle che ne hanno decretato il fallimento, in relazione alle sfide poste da un'epoca travagliata e vincente allo stesso tempo. L'autore mostra così le radici e le peculiarità dei regimi che passa in rassegna, come la sfida del liberismo, il sistema di mercato regolamentato o il regime "senza mercato", il dirigismo autoritario, la nascita del sistema misto, la globalizzazione di fine secolo. Egli inoltre esamina come la vasta disparità tra le regioni europee che caratterizzò le prime fasi andò via via attenuandosi nel corso del secolo, man mano che un numero crescente di paesi raggiunse livelli simili di sviluppo.
La felicità, il benessere, la qualità della vita non hanno alcuna relazione diretta con la ricchezza materiale. Avere molto non significa stare bene. Al contrario, staremo meglio se sapremo proporci come obiettivo non il meno, ma il meno quando è meglio. Maurizio Pallante racconta in queste pagine una rivoluzione fatta di semplicità, di ragione e di rispetto, che si fonda sulla scelta di ridurre la produzione e il consumo delle merci che non soddisfano nessun bisogno. Dalla crisi di oggi - che è ambientale, energetica, morale e politica, oltre che economica - si potrà uscire se la società del futuro saprà accogliere un sistema di vita e di valori fondato sui rapporti tra persone, sul consumo responsabile, sul rifiuto del superfluo.
Questo è un periodo stimolante per parlare di economia. È il momento di fare progetti. Tutti noi vogliamo un presente e un futuro di qualità, un sistema capace di assicurare benessere entro i limiti imposti dall'ambiente naturale. Identificare le strategie - pratiche, politiche e teoriche - per arrivarci è un passo importante. Questo libro presenta aspetti diversi del cambiamento: i comportamenti individuali (la cosiddetta "rivoluzione dal basso'"); le reti sociali; e i macro-attori come governi, banche, istituzioni internazionali. Per mostrare che l'economia buona non solo è rispettosa delle esigenze degli individui e dell'ambiente, ma è anche una buona economia: efficace, realistica, equilibrata