
Le economie dei paesi sviluppati devono affrontare problemi profondi e interconnessi: città inquinate, gravi diseguaglianze, marginalizzazione di larghe fasce di popolazione, crescita lenta, un disastroso cambiamento climatico. Per affrontare questi problemi le politiche economiche devono cambiare radicalmente. Il che vuol dire che dobbiamo capire fino in fondo come funziona il sistema capitalista contemporaneo. In questo libro, alcuni tra i massimi economisti a livello internazionale affrontano le questioni chiave dell'economia contemporanea - la politica fiscale e monetaria, il mercato finanziario, la diseguaglianza, le privatizzazioni, l'innovazione e il cambiamento climatico. Con una convinzione: il capitalismo deve essere riformato e reinterpretato per evitare i fallimenti che tuttora abbiamo davanti agli occhi.
Nel nostro tempo sono tornate in primo piano alcune domande ineludibili che la teoria economica, fin dalle sue origini, ha posto a fondamento della sua analisi: è 'naturale' che gli uomini si dividano in ricchi e poveri? Esiste un criterio razionale che possa giustificare questa divisione? Quali sono le conseguenze di una distribuzione ineguale delle risorse sulla società e sul suo benessere? Qual è il livello massimo di disuguaglianza che possiamo permetterci? Branko Milanovic, uno degli economisti più originali e innovativi del nostro tempo, immagina di porre queste domande a sei dei più influenti economisti della storia: François Quesnay, Adam Smith, David Ricardo, Karl Marx, Vilfredo Pareto e Simon Kuznets. Analizzando le loro opere e il loro tempo, Milanovic traccia l'evoluzione del pensiero sulla disuguaglianza, mostrando quanto le teorie siano variate a seconda delle epoche e delle società. In effetti, sostiene Milanovic, non possiamo parlare di 'disuguaglianza' come di un concetto astratto dal contesto: qualsiasi analisi è inestricabilmente legata a un tempo e a un luogo particolari. Così se durante la Guerra Fredda, all'apogeo del welfare state, gli studi sulla disuguaglianza erano passati in secondo piano, oggi, con il trionfo del capitalismo neoliberale, assistiamo a una loro rinascita.
In Italia le bollette sono tra le più care d'Europa. È la dipendenza dall'estero a condannarci, come se dalla crisi energetica non avessimo imparato nulla. Eppure, sappiamo che il fossile è responsabile dello sconvolgimento climatico. E che liberarsi di gas, petrolio e carbone è l'unico modo per risanare il pianeta e il nostro portafogli. Ma su quali fonti conviene investire? Se c'è un tema che lascia interdetti è proprio quello dell'energia. Le questioni sono tante e chi ha interessi in gioco non fa che confondere le acque. Così i dubbi abbondano: fotovoltaico ed eolico bastano davvero a produrre l'elettricità che ci serve? E come si fa quando non c'è sole o vento? Non dovremmo piuttosto tornare al nucleare? Oppure passare tutti alle auto elettriche? E perché non puntare su biocombustibili o idrogeno? Sono solo alcune delle domande che trovano risposta in questo libro, un vero e proprio compendio di tutto ciò che c'è da sapere sull'energia, dal riscaldamento domestico ai trasporti, fino ai danni e agli sprechi di un sistema dominato dal fossile. Guardando ai dati e confrontando le diverse opzioni, Gianluca Ruggieri ci aiuta a farci un'opinione informata, evitando i tranelli tesi da chi vuole mantenere lo status quo. Perché il segreto di cui nessuno parla è che l'era delle rinnovabili è già iniziata. Ed è una trasformazione che ci chiama tutti in causa, fin nelle scelte di ogni giorno.
La conoscenza dei meccanismi fondamentali dell'economia - oggi più che mai - è essenziale per orientarsi in un mondo sempre più complesso e per fare le scelte giuste, individuali e collettive. In questo libro, di assoluta chiarezza, due economiste da tempo impegnate nel diffondere i principi dell'educazione finanziaria ci aiutano a impadronirci di una materia che spesso risulta ostica e oscura. Che cosa devono sapere i giovani per orientarsi nel modo migliore nel mercato del lavoro? Come investire adeguatamente i propri risparmi in un mondo finanziario così incerto? Come costruirsi una discreta sicurezza finanziaria nell'età anziana? Perché disporre di competenze economiche è prezioso più che mai per le donne? Sulla base di quali criteri condivisi si contribuisce alle risorse collettive? Sono alcune delle domande a cui questo efficace libro cerca di dare risposte, ritagliate sulle esigenze di persone diverse per età, condizione sociale, livello di istruzione.
Una ricostruzione completa e chiara del pensiero economico, dall’antichità classica ai giorni nostri. L’autore presenta con rigore e senza inutili tecnicismi tanto le opere dei grandi classici come Smith, Ricardo, Marx, Keynes, Schumpeter, Sraffa, quanto i contributi delle varie scuole, come i fisiocrati, i ricardiani, la scuola austriaca. Particolare attenzione è dedicata agli sviluppi più recenti, dal secondo dopoguerra all’inizio del terzo millennio.
Un libro indispensabile per tutti coloro che vogliono comprendere le radici dei dibattiti economici dei nostri giorni. Dietro le divergenze sulle scelte di politica economica, infatti, vi sono contrasti tra concezioni diverse dell’economia; gli stessi concetti-base, come valore, mercato, prezzo, equilibrio, assumono significati diversi nel contesto della concezione classica, marginalista, keynesiana.
Il pensiero economico contemporaneo viene spesso presentato come se fosse espressione di un unico orientamento. L'economia invece, oggi più che mai, è un campo di battaglia tra interpretazioni di segno opposto, di cui questo libro ricostruisce radici e sviluppi: dall'impostazione classica e marginalista all'opera di Marx; dalle figure di Keynes e Schumpeter ai 'giganti' del Novecento, Hayek e Sraffa; dagli orientamenti di ricerca dominanti oggi - equilibrio generale, teoria neoclassica, monetarismo, neoliberismi, econometria, teoria dei giochi - ai filoni che si distaccano dal paradigma dominante - economia comportamentale e razionalità limitata, teoria dei mercati finanziari e delle crisi, macroeconomia post-keynesiana, marxismo, evoluzionismo, istituzionalismo. Il libro si chiude con un capitolo dedicato all'etica in economia e al problema del potere.
Gli Stati sono sostituiti, nella disciplina dell'economia, da istituzioni sovranazionali; l'ordinamento nazionale è parte di quello europeo, al quale deve adeguarsi; il diritto europeo finisce per stabilire le teste di capitolo del diritto pubblico dell'economia: sono solo alcuni degli importanti mutamenti con cui si è chiuso il secolo XX. Le tre crisi del primo ventennio del nuovo millennio portano nuovamente in rilievo lo Stato finanziatore, regolatore e imprenditore. L'Unione europea, a sua volta, ne condiziona e finanzia le iniziative. I capitoli di questo volume forniscono una attenta analisi dei rapporti attuali Stato-economia e seguono le trasformazioni e le prospettive aperte dalle politiche dell'Europa unita. Questa sesta edizione, diretta e coordinata da Sabino Cassese, è il frutto di una completa revisione del precedente fortunato manuale.
L'economia capitalistica è per sua natura mondiale. La transnazionalizzazione delle imprese e dei mercati, favorita anche dallo sviluppo dei mezzi di comunicazione, lo ha reso evidente rafforzando il processo di globalizzazione dell'economia. In questo volume Latouche prende in esame le conseguenze del processo di globalizzazione sulle istituzioni politiche, in particolare sullo Stato-nazione, sulla politica, sull'ambiente e sulla cultura, evidenziando le colpe della mondializzazione e del "pensiero unico", mostro generato dal liberalismo, nemico dell'illuminismo e del welfare.
Il volume presenta un quadro panoramico sulle dimensioni e la struttura del Terzo settore nei paesi ad economia avanzata, con particolare attenzione all'Italia, alla Germania, alla Francia, alla Gran Bretagna e agli Stati Uniti. Di particolare interesse i dati relativi all'impatto occupazionale che il Terzo settore determina. La ricerca esamina la posizione dei sindacati, dall'ostilità all'indifferenza, dall'interesse al coinvolgimento, di fronte allo sviluppo del Terzo settore e fornisce numerose informazioni sulle molte opinioni all'interno del movimento sindacale internazionale e su esperienze concrete di coinvolgimento delle forze sociali.
Il volume propone sia le principali nozioni di Microeconomia, tenendo anche conto delle scelte individuali in condizioni di rischio e d'incertezza, sia i fondamenti della teoria delle scelte pubbliche. L'utilizzo di un linguaggio rigoroso ma facilmente accessibile, arricchito da esempi pratici, rende il volume un valido strumento didattico per la preparazione di base di economia nei corsi di laurea di primo livello. Inoltre, l'impiego di box di approfondimento conferisce una modularità al testo che risulta utile nel definire il livello di approfondimento anche in un'ottica di didattica intermedia. Il manuale è suddiviso in tre parti, precedute da due capitoli di natura introduttiva dedicati alla analisi del funzionamento dei mercati e della determinazione dei prezzi. La prima parte si occupa del consumo e della produzione; la seconda è dedicata allo studio delle tipologie di mercato; la terza è dedicata allo studio dell'equilibrio economico generale e alle varie cause del suo fallimento quali, ad esempio, la presenza di beni pubblici; si affronta, infine, la teoria delle scelte pubbliche, analizzando il ruolo dello stato nell'economia e i connessi concetti di efficienza ed equità.