
Da più di sessant'anni è, insieme al Wto e alla Banca mondiale - le altre due organizzazioni nate dagli accordi di Bretton Woods nel 1944 -, un pilastro dell'ordine economico internazionale. Ne sono prova gli interventi messi in atto dal Fondo monetario in molti paesi per fronteggiare la crisi dei mutui subprime, e il sostegno fornito alla Grecia, che nel maggio 2010 ha rischiato una bancarotta dello stato. Nel volume si spiega che cosa è e come funziona il Fondo monetario internazionale, qual è il ruolo che ha svolto finora e come si è trasformato nell'età della globalizzazione fino alle ultime crisi finanziarie.
Giuseppe Schlitzer è direttore per gli Affari economici della Federazione Abi-Ania e docente di Prospettive macroeconomiche globali nell'Università Luiss di Roma. E' stato consigliere del direttore esecutivo italiano presso il Fondo monetario internazionale e ha ricoperto vari incarichi in Banca d'Italia e in Confindustria.
Sorto nel 1995 per governare e sviluppare il commercio internazionale il Wto è stato il principale bersaglio della protesta no global, ma ha saputo dimostrate tutta la sua efficacia mantenendo i mercati mondiali aperti durante una delle più gravi crisi finanziarie degli ultimi decenni. Ma come funziona realmente il Wto? Oltre a fornire un profilo complessivo di questa importante istituzione il volume, ripresentato in edizione aggiornata, discute costi e benefici di una politica commerciale non protezionistica, illustra le richieste avanzate dai paesi poveri e dalle Ong, spiega lo stallo del round di Doha e la crescita degli accordi commerciali conclusi al di fuori del Wto. Un quadro che evidenzia anche i rischi e i pericoli di una sua perdita di rilevanza sulla scena internazionale.
Antonio Parenti è capo unità aggiunto per le relazioni con l'estremo oriente alla Direzione generale del commercio della Commissione europea. E' autore di numerosi saggi in tema di commercio internazionale.
Con l'economia della Cina sono obbligati a fare i conti Stati Uniti, Unione europea e Giappone. Di fronte all'incalzare di questo nuovo attore, si assumono generalmente due atteggiamenti contrapposti: quello difensivo, e quello del riconoscimento di grandi opportunità. Il volume offre gli elementi per capire le caratteristiche dell'economia cinese, il suo ruolo negli scenari evolutivi mondiali, e soprattutto le enormi sfide che il paese deve affrontare, dagli squilibri sociali al problema della sostenibilità energetica e ambientale della crescita economica.
Tutti gli uomini ricercano la felicità, diceva Aristotele. Ne sono consapevoli anche gli economisti, che sempre più nella valutazione del benessere tengono conto di elementi altri rispetto al tradizionale Pil e guardano anche alla situazione familiare così come a quella sociale e politica (il grado di autonomia, partecipazione, libertà). Gli autori analizzano dunque, fra le condizioni che in una prospettiva economica contribuiscono ad influenzare il grado di felicità delle persone, alcuni fattori determinanti, quali denaro, occupazione, democrazia, matrimonio, divorzio
L'economia mondiale si è sviluppata nel secondo dopoguerra grazie alla grande disponibilità dei combustibili fossili senza che si tenesse conto né del vincolo di scarsità, né dell'impatto sull'ambiente che la loro combustione comporta. Oggi ci troviamo costretti a ripensare le scelte di approvvigionamento energetico. Nel volume, un viaggio nel mondo dell'energia e delle tecnologie del consumo per comprendere come sia possibile limitare i costi di famiglie, imprese e pubblica amministrazione, migliorando l'efficienza energetica della nostra economia e senza precludere la crescita economica
Un'economia di mercato non potrebbe esistere senza le banche. Esse svolgono le funzioni essenziali di fornire mezzi di pagamento, amministrare il risparmio delle famiglie, finanziare gli investimenti delle imprese. Funzioni decisive in un contesto in cui l'innovazione e la concorrenza internazionale stanno ridisegnando la struttura del nostro sistema produttivo. Con le riforme degli anni '90 le banche italiane, dopo una lunga stagione di controllo pubblico, si sono rinnovate cimentandosi con il mercato. La crisi del 2008 e la fase drammatica in cui versa l'economia italiana le stanno mettendo a dura prova.
Oltre il centoventi per cento del Pil: il debito italiano pesa come un macigno sulle generazioni future. Come ridurlo? Il debito costituisce da tempo uno dei principali problemi dell'economia italiana, ma in seguito alla crisi che ha colpito l'economia mondiale la situazione è diventata drammatica. Il caso della Grecia rende attuale una eventualità che sembrava impossibile per paesi economicamente maturi: il rischio di insolvenza da parte dello Stato. Nel volume si racconta la storia del debito pubblico nel nostro paese e si spiegano tutti i meccanismi che portano alla sua formazione, fino alla crisi dei debiti sovrani nell'area dell'euro.
Lo sviluppo recente del terzo settore in molti paesi del sud del Mediterraneo ha favorito la diffusione di idee e aspirazioni di cambiamento, costringendo spesso le forze più tradizionali a non restare immobili. Le società sono state così attraversate da un "vento" nuovo, da un desiderio di mobilità e libertà che ha in parte aperto la strada alla c.d. "primavera araba". Di questa trasformazione sociale dà conto la ricerca presentata in questo volume, condotta dalla Fondazione Roma-Terzo Settore e dall'Istituto Internazionale "Jacques Maritain", con la collaborazione di importanti centri di ricerca internazionali (Institut Maghreb Europe, Arab Forum for Alternatives, Medea Institute, TUSEV) in cinque paesi paradigmatici (Algeria, Marocco, Egitto, Libano e Turchia). La ricerca, esaminando lo sviluppo del terzo settore, ha intercettato queste novità, documentando le attività che hanno preparato la domanda di democrazia che oggi osserviamo nel sud del Mediterraneo e integrando la letteratura italiana e internazionale su questi avvenimenti.
Non avremo mai uno sviluppo solido e un'Italia più civile se nel Mezzogiorno non ci sarà una svolta e non si avvierà una crescita capace di autosostenersi. Nella difficilissima congiuntura presente non è più possibile sottrarsi a un interrogativo che vale il nostro futuro: perché non abbiamo saputo sciogliere il nodo del mancato sviluppo meridionale? Uno dei più attenti conoscitori del nostro Sud risponde che il problema non è economico e non dipende dalla carenza di aiuti, bensì dall'incapacità della classe politica locale di creare beni e servizi collettivi. La scarsa cultura civica, quel familismo amorale che proprio al Sud è stato "scoperto", non è soltanto il retaggio di una storia remota, ma anche il frutto di ieri e di oggi, lasciato marcire dalla politica locale tollerata dal centro. Come spezzare questo circolo vizioso? Contro una visione salvifica del federalismo e un malinteso autonomismo, bisogna porre vincoli severi all'uso clientelare della spesa e delle politiche locali attraverso un controllo più stringente da parte dello stato centrale e dell'Unione europea.
Il volume si propone di offrire un quadro conciso, ma al tempo stesso esauriente, delle dinamiche dell'impresa industriale italiana nel Novecento, fornendo al lettore una prospettiva di lungo periodo su un tema su cui oggi si discute vivacemente ma sempre in termini di declino industriale contemporaneo. Il testo è organizzato per temi e volto a coniugare dimensione teorica e dimensione empirica, aspetti qualitativi e quantitativi.
"Le autorità di vigilanza si sono cullate nell'illusione che le regole già scritte fossero sufficienti e che i problemi potessero essere risolti dall'autoregolamentazione. Questo atteggiamento, alimentato dalla pressione delle lobby finanziarie, è stato il principale responsabile delle regole che non sono mai state scritte, il grande buco nero di questa crisi. Il nesso fra banche e politica era troppo forte perché la crisi, per quanto grave, potesse spezzarlo."
"Se in passato c'è stato un problema di troppo pochi mezzi di informazione e quindi di un accesso limitato all'informazione, oggi, e per il futuro, la preoccupazione maggiore è che, in un mondo dove prevale semmai l'abbondanza nell'offerta di contenuti, ciascuno resti nel suo piccolo recinto di informazione amica e non si esponga mai all'ascolto di idee diverse dalle proprie."

