
Il volume analizza le ragioni che stanno alla base dell'integrazione monetaria europea, per comprendere a fondo quale sia il rapporto che la lega all'integrazione politica. Ponendosi, tra gli altri, l'obiettivo di ripensare le teorie dell'integrazione alla luce dell'esperienza del processo di unificazione monetaria, l'autore cerca di rispondere a una domanda cruciale: il completamento dell'unificazione monetaria deve necessariamente comportare un progresso nel campo dell'integrazione politica? Abbiamo ormai l'euro, ma avremo presto anche l'Europa? A tale quesito il testo risponde attraverso una dettagliata analisi storico-economica, in grado di evidenziare la logica sottesa ai principali passaggi del processo d'integrazione monetaria; analisi a cui segue una disamina politica degli attuali problemi dell'Unione monetaria europea e del rapporto tra istituzioni nazionali e sopranazionali, derivanti dal modo in cui tale unione è stata strutturata. Se ne deduce che processo d'integrazione politica e processo di integrazione monetaria seguono logiche diverse e talvolta in conflitto, tanto da richiedere la formulazione di una specifica teoria per spiegare l'integrazione monetaria.
Dalle prime iniziative solidaristiche del '700 ai grandi gruppi cooperativi del mondo contemporaneo: storia, caratteristiche, diffusione di una forma di impresa che opera nel mercato, ma persegue fini mutualistici. I punti di forza e di debolezza rispetto all'impresa capitalistica, la governance, le vicende italiane.
Frutto di una ricerca interdisciplinare condotta da studiosi di storia economica e di economia aziendale, il volume affronta la storia e gli sviluppi attuali della raccolta dei mezzi finanziari (oggi denominata fund raising) necessari ad alimentare organismi e iniziative nonprofit. I sei saggi raccolti mostrano che il fund raising ha in Italia una lunga storia, che risale alla carità delle confraternite religiose e al civismo dei ceti dirigenti nelle città italiane del medioevo e dell'età moderna, al solidarismo delle società di mutuo soccorso, al rinnovato impegno dell'associazionismo religioso tra Otto e Novecento e si dispiega oggi nella diffusione delle Onlus e nella formazione di una specifica disciplina scientifica. Lo studio di queste molteplici esperienze, che si sono susseguite nell'arco di otto secoli, suggerisce che esse hanno espresso ed esprimono, pur in forme storicamente diverse, l'esigenza di costruire rapporti sociali di reciprocità solidale, insieme complementari e alternativi rispetto a quelli sui quali si fondano le economie di mercato.
Si può concedere credito a clienti poveri, privi di garanzie patrimoniali, e avere successo? È questa la scommessa vinta dalla Grameen Bank del Nobel per la pace Yunus e da altre esperienze di microcredito sparse in tutto il mondo. Risultati e potenzialità, rischi e limiti di un nuovo modo di fare finanza.
Il volume offre una trattazione unitaria e ragionata dell'analisi economica del diritto pubblico. Il calcolo delle scelte razionali e la teoria dei giochi possono utilmente spiegare non soltanto i comportamenti tipicamente di mercato, da tempo oggetto dell'analisi economica del diritto privato, ma anche le condotte strategiche dei cittadini e degli attori politico-istituzionali nella sfera pubblica. Grazie anche a molteplici applicazioni ed esemplificazioni di diritto positivo, gli autori espongono con chiarezza i fondamenti di tale approccio e ne illustrano il contributo che può fornire all'approfondimento di alcune fra le principali questioni del costituzionalismo moderno e del funzionamento degli apparati pubblici. Il lettore potrà così comprendere perché, dal punto di vista economico, esiste lo Stato e quali sono i suoi compiti; quali sono le logiche delle scelte collettive a livello costituzionale e nel processo politico; che cos'è il mercato delle leggi e quando le norme possono considerarsi efficienti; quali sono gli strumenti più efficaci per controllare la pubblica amministrazione; se il federalismo stimoli una benefica concorrenza tra poteri pubblici o rappresenti una minaccia per gli interessi collettivi.
È davvero sempre così razionale il comportamento dell'homo oeconomicus per eccellenza, l'imprenditore? In realtà capita che le sue decisioni siano influenzate da emozioni, sentimenti, norme etiche, rapporti sociali; che possono spingerlo verso un comportamento altruistico e cooperativo anche in assenza di vantaggi, mentre altre volte coordinamento e cooperazione vengono a mancare anche se sarebbero indispensabili. Il volume, basato su una ricerca condotta sul campo, rileva tali aspetti in vivo, con riferimento a un sistema locale costituito da piccole imprese anche di tipo distrettuale; per sottolineare che l'importanza delle infrastrutture sociali non viene certamente meno in un contesto sempre più aperto e globale, e che coordinamento e cooperazione tra imprese sono una condizione necessaria per realizzare processi di riconversione e ristrutturazione, ma anche per diffondere innovazioni tecnologiche e organizzative.
La crisi globale pone sfide inedite all'Europa e richiede un convinto rilancio del processo di integrazione. Il volume guarda all'economia europea da una duplice prospettiva: la prima parte ripercorre le principali tappe dell'integrazione e delinea le caratteristiche e il funzionamento del modello economico e sociale europeo; la seconda ricostruisce l'intreccio dei fattori che hanno portato alla grave crisi internazionale e ne valuta l'impatto sul futuro dell'integrazione. Nel nuovo scenario mondiale, è solo attraverso la definizione di una politica economica adeguata al suo rango di potenza globale che l'Europa potrà rilanciare la crescita all'interno e affrontare le sfide che l'attendono.
La nostra epoca è dominata da un sistema economico senza più rivali: dopo il crollo del blocco sovietico, sulla scena mondiale il capitalismo è rimasto protagonista unico. Molti chiarimenti sono forniti da questa piccola guida al capitalismo come processo economico e come ideologia. È un sistema "naturale", che promuove la libertà, o una grande fucina di squilibri e disuguaglianze? Migliora la nostra vita o produce inaccettabili ingiustizie? Come è mutato nel tempo e nello spazio? E le sue ibridazioni con regimi politici autoritari? E il capitalismo globalizzato? A queste e a numerose altre domande il libro risponde chiamando in causa testimoni quali Adam Smith e Milton Friedman, John Maynard Keynes e Francis Fukuyama, Karl Marx e George Soros. Le conclusioni sono all'insegna di una preoccupazione che gli ultimi eventi sembrano confermare: che il "capitalismo scatenato" minacci di portarci verso un futuro di impoverimento.
Sessantacinque paesi con più di 600 istituzioni finanziarie totalmente islamiche o dotate di uno sportello islamico, circa 500 fondi di investimento: un'industria nata meno di trent'anni fa che sta occupando un ruolo sempre più importante sulla scena internazionale. È un modo diverso di intendere economia e finanza, fatto di pratiche, transazioni e contratti finanziari conformi ai dettami della "shari'a". Nel volume si fa luce sui principi ispiratori e sui meccanismi di questo sistema: dall'evoluzione storica delle strutture economiche e finanziarie del mondo musulmano fino al funzionamento di una banca islamica e alle sue differenze con quelle convenzionali; dalle caratteristiche del mercato islamico dei capitali fino al controverso rapporto col sistema di microcredito.
Dapprima ignorati, poi osteggiati, quindi accolti come benefattori del capitalismo finanziario barcollante, infine colpiti da pesanti perdite nella crisi finanziaria internazionale: i fondi sovrani sono saliti alla ribalta dell'opinione pubblica con investimenti eclatanti in aziende degli Stati Uniti e dell'Unione Europea. I paesi del Golfo, Singapore, Cina, Libia, Russia, nonché la Norvegia, grazie ai loro ingenti surplus energetici e commerciali, sono i principali protagonisti di questo scenario. Come nascono i fondi sovrani? Quali sono le loro strategie di investimento? Con quali conseguenze sul piano geopolitico? Come si sono mosse le istituzioni internazionali per incentivarne la trasparenza? Il volume risponde a questi interrogativi offrendo un quadro aggiornato del fenomeno.
Quella che un tempo era la cenerentola dei servizi pubblici è diventato uno dei problemi più pressanti del nostro tempo. Oggi i rifiuti evocano veleno e distruzione dell'ambiente; ogni italiano ne produce circa 1 kg e mezzo al giorno, di cui una buona parte finisce in discariche in via di esaurimento, quantità crescenti ma insufficienti vengono recuperate, e altre fanno perdere le tracce in modi alquanto sospetti. Tuttavia, gestire i rifiuti in modo corretto si può: richiede una strategia complessa, volta a ridurre le quantità da smaltire e il loro potenziale nocivo, coinvolgendo il sistema produttivo e responsabilizzando i cittadini. Ma servono anche soluzioni tecnologiche efficienti che permettano di gestire quei rifiuti che comunque non si potranno riciclare.
Questo libro è il tentativo di capire e interpretare la crisi economico-finanziaria che si sta dipanando sotto i nostri occhi: la più sconvolgente da diversi decenni perché si tratta anche di una crisi politica, istituzionale e culturale. È venuta meno l'intelaiatura di regole, controlli e azioni di governo che in un'economia di mercato fa da necessario complemento alla ricerca del tornaconto da parte degli individui e delle imprese. Ma soprattutto si è accorciato l'orizzonte temporale dei mercati, dei governi, della comunicazione, delle imprese, delle stesse famiglie, dei nostri atteggiamenti mentali. È in questa "veduta corta", in questa incapacità di andare oltre il calcolo di breve periodo e di guardare il futuro lungo che sta la radice più profonda della crisi in atto, sostiene Tommaso Padoa-Schioppa nella sua lunga e ricca conversazione con Beda Romano.

