
Il volume prende le mosse dalla considerazione che, nelle mutate condizioni dei mercati mondiali, la partecipazione dei lavoratori al processo produttivo è la condizione più importante perché l'impresa riesca ad essere competitiva. Si tratta di condividere i fini dell'impresa, di trarre gratificazione dai buoni risultati del proprio lavoro, senza naturalmente eliminare le asimmetrie di potere nell'organizzazione. Gli autori partono dalle esperienze maturate in altri paesi europei per formulare la proposta di un Istituto per il lavoro con il compito di studiare le condizioni di partecipazione, di sperimentare le istituzioni e le regole che la favoriscono, e di sostenere e diffonderne i valori, in linea con le più avanzate ipotesi strategiche.
Un volume che affronta, in forma divulgativa e rivolgendosi a un pubblico vasto, un tema di cui si parla molto e che sembra lasciare disorientata l'opinione pubblica, in bilico tra il peso della supremazia dei mercati internazionali e le straordinarie opportunità che la globalizzazione offre.
Dopo aver chiarito le nozioni e le leggi economiche fondamentali, l'autore passa in rassegna la formazione delle prime economie di mercato e la portata localistica della produzione medievale, poi si sofferma sull'economia moderna, allargando l'ambito di studio dall'Occidente all'Oriente, dal Nord al Sud del mondo. Prende poi in considerazione i nuovi mercati, i nuovi produttori, le nuove tecnologie. Lo studio e la comparazione dei vari modelli produttivi succedutisi nella storia può rendere conto delle diseguaglianze e fornire indicazioni utili circa le prospettive future dell'economia.