GIUBILEO 2025
giubileo 2025: libri e articoli religiosi
Tommaso e Stefania sono una coppia felice e affiatata. Sono sposati ed hanno un bel bambino, Andrea. Circondati dagli amorevoli consigli dei genitori e degli amici vivono serenamente la loro bella storia d’amore. Ma fino a che punto la presenza di questo stuolo di conoscenti, amici, parenti è poi così inoffensiva? Non è forse in grado di condizionare silenziosamente gli stessi sentimenti della giovane famiglia? Ed ecco che la coppia si trasforma, non è più in grado di capirsi, di aiutarsi e arriva a litigare, a non sopportarsi più fino a desiderare la separazione. Ma non tutto è perduto, perchè quello che sembra l’inevitabile destino di Stefania e Tommaso è solo una delle possibili realtà del cammino della coppia.
“Essenziale e caparbio, inatteso e propositivo, il film, dal punto di vista pastorale, è da valutare come raccomandabile, e problematico, per la forte sincerità che emana dalla presa d’atto di tante difficoltà che però non escludono la fiducia e la speranza.”
ACEC
“Opera di un prete fuori dagli schemi che illustra ai nubendi a quale rischio vanno incontro. Casomai volessero ripensarci? Casomai pensassero che tutto è facile. Casomai non avessero pensato a costruire la casa comune su fondamenta solide.
Chiesa di Milano
“Ogni tanto anche il cinema italiano tira fuori un film di cui si può discutere perché affronta con coraggio e con convinzione alcune tematiche di forte impatto”
Azione Cattolica
Margareth Matheson e il suo assistente Tom Buckley sono due tra i più importanti ricercatori esperti di paranormale del paese e in quanto tali i principali smascheratori di ciarlatani, guaritori e medium. La dottoressa Matheson in carriera non ha mai confermato un solo evento paranormale e il caso più clamoroso di tutti, quello del chiaroveggente cieco Simon Silver, è l’ossessione che già rischiò di esserle fatale. Chiunque cerchi di smascherare Silver fa una brutta fine e ora il sedicente medium ha intenzione di portare in scena per l’ultima volta uno dei suoi affollatissimi spettacoli psichici.
Ogni tanto gli anniversari non vengono per nuocere.È il caso del sessantesimo del Festival di Cannes che ha spinto il suo Presidente e mentore Gil Jacob a celebrare offrendo ai registi di cui sopra la possibilità di realizzare un film di 3 minuti avente al centro la sala cinematografica o comunque l’idea di film già realizzato. Quindi niente lavoro del set, registi e attori ecc.. ma l’opera finita e il suo rapporto con il luogo che resta ancora (almeno idealmente) al centro della sua fruizione. Ne è uscito un mosaico davvero interessante di letture e di spunti. È impossibile citarli tutti…
C’erano una volta due mondi, quello degli orsi e quello dei topi. Due universi distinti che si evitavano l’un l’altro, guardandosi con sospetto. A scombussolare l’ordine stabilito saranno Ernest, il pacifico orso, e la topina aspirante pittrice Celestine, che diventeranno amici scatendando un putiferio...
La storia di un orso grande e grosso che sogna di fare l’artista e di una topolina che non vuole fare la dentista.
«Tra i momenti offerti quest’anno dal festival cinematografico “Popoli e Religioni” di Terni, da me ideato nel 2005, ce ne è uno che mi sta particolarmente a cuore: è l’anteprima del film Il sole dentro, che racconta la storia di Yaguine e Fodé, due bambini guineani che nel 1999 si nascosero nel vano carrello di un aereo diretto a Bruxelles con una lettera indirizzata ai governanti d’Europa.
È un film che io stesso ho voluto fortemente, perché esprime una di quelle storie emblematiche che sono come un segno dei tempi: se le si colgono posso- no far cambiare l’orientamento della storia, se le si ignorano la storia continua a scendere in basso. Che due bambini, due ragazzi, scrivano ai signori dell’Europa chiedendo di essere accolti e di apprendere dall’Europa la sapienza per costruire e per rifondare, per vivere il loro Paese, io credo che sia davvero di una straordinaria ricchezza. Non capirlo è davvero drammatico, e anche colpevole.
Per questo io vorrei che questo film lo vedessero in tanti e, soprattutto, che in tanti apprendessero a riconoscere il grande dono che hanno ricevuto coloro che vivono nei Paesi che sono già da tempo sviluppati, e poi a capire che questo sviluppo se non è fatto anche per essere donato agli altri, è uno sviluppo che diventa un inferno anche per chi lo fa. In questo senso Il sole dentro è un film che io mi auguro possa aiutare davvero a capire che oggi nel mondo o conviviamo assieme o periremo tutti allo stesso modo».
Vincenzo Paglia Arcivescovo emerito di Terni Narni Amelia Presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia
Jean, Annie, Albert, Jeanne e Claude sono amici da quattro decenni. Due coppie sposate e un single impenitente, tutti ultrasettantenni, alle prese con le malattie del cuore, delle cellule o della memoria.Tutti silenziosamente occupati a cercare una soluzione finale per se stessi o l’amato, per non pesare sui figli ma nemmeno assecondarli nelle loro fantasie di case di riposo senza privacy e senza identità.Vivere sotto lo stesso tetto, nella grande casa di Annie, è un’idea che nasce quasi per scherzo, a tavola, ma si trasforma in fretta nella soluzione migliore per tutti. Specie perché con loro si trasferisce anche un baldo giovane, Dirk, studente di etnologia alle prese con una tesi di laurea sulla condizione degli anziani in Europa.
Dall’alto della propria villa, la famiglia nobiliare dei Corbera accoglie con preoccupazione la notizia dello sbarco delle truppe garibaldine in Sicilia per rovesciare il regno borbonico e avviare il processo di unificazione dell’Italia. Il capofamiglia Fabrizio, principe di Salina, sfruttando la propria intelligenza politica e l’attivismo dell’ambizioso nipote Tancredi Falconeri fra le file delle camicie rosse, comprende che i tempi stanno cambiando e che il potere politico e istituzionale è ormai in mano ad una nuova classe di ricchi borghesi. Per adattarsi al tramonto dell’aristocrazia e difendere il prestigio della propria casata, il principe decide così di attendere la presa di Palermo da parte dei garibaldini, appoggiare apertamente l’annessione all’Italia ed accettare le nozze fra l’adorato Tancredi e la bella figlia di un sindaco ricco e incolto, perché “affinché niente cambi, bisogna che tutto cambi”.
Carletto Po, un povero manovale, che lavora in Argentina, ha sposato mediante un matrimonio per procura, Anna Galeazzi. Venuto in Italia, dopo alcuni anni, per conoscere la sua sposa, scopre che Anna
è morta, lasciando un figlio, Paolino, che, in base alla legge, è anche suo figlio. Mentre al Luna Park, Carletto cerca di far perdere le sue tracce al monello, del quale vorrebbe liberarsi, una giovane donna, che assomiglia stranamente ad Anna, lo consiglia a tenere con sé il ragazzo. Carletto accoglie il consiglio e si fa amico Paolino. La loro vita è turbata dall’apparire di due aristocratici parenti, che persuadono Carletto a consegnar loro il ragazzo. Ma la donna misteriosa rivela a Carletto che quei due vogliono solo impadronirsi dell’eredità lasciata dal padre di Paolino. Il ragazzo fugge di notte dalla villa dei parenti, sottraendo loro un grosso brillante. Carletto è esterrefatto: restituirà il brillante, ma intanto deve lavorare, perché fa il fornaio. Per disgrazia il brillante cade nella pasta, dalla quale Carletto ricava una quantità di panini. La mattina dopo Carletto, che ha già sventrato inutilmente molti panini, ha bisogno di un quarto d’ora per un’ultima ricerca. Per un miracolo, la vita nella città s’arresta, dando agio a Carletto di trovare il brillante.
Aldo, Giovanni e Giacomo, tre commessi di una ferramenta milanese – una delle tante di una catena appartenente al suocero di Aldo e Giovanni che hanno sposato due delle figlie del padrone – partono in auto per Gallipoli (Lecce) dove Giacomo deve sposare la terza sorella, trasportando una gamba di legno, pregiata opera d’arte sulla quale il suocero intende speculare. Esordio sul grande schermo di un trio comico, reduce dal successo in TV (“Su la testa”, “Mai dire gol”). Intessuto di disavventure di viaggio (anche se per ragioni di economia è stato girato a Roma e dintorni) e di tre shorts parodistici fuori testo, il frammentario film – affidato al collaudato schema della commedia sentimentale con risvolti amari – è tenuto insieme dal gioco di squadra degli attori/personaggi.
Soprannominato Bancomat per le sue imprese di falsificatore di carte di credito, Aldo sequestra in auto a Milano prima Giacomo, poliziotto di debole professionalità, e poi Giovanni, sfigato inventore di giocattoli. I tre se ne vanno in giro per mezza Italia (i monti dell’Abruzzo, in realtà), prima braccati dalla polizia e poi creduti morti. Diventano amici fino all’epilogo a sorpresa in chiave surrealista
Roma, 1945. Sullo sfondo di una città liberata da poco più di un anno dal nazi-fascismo, s’intrecciano i drammi personali di un giovane – ridotto alla disperazione dalla propria fidanzata – e di una ragazza ancora minorenne che prova a prostituirsi perché il suo onesto e faticoso lavoro di dattilografa non le permette di racimolare tutto il denaro necessario a pagare l’affitto della camera ammobiliata in cui abita.
Il giovane, sul punto di farla finita, viene salvato da un ladro introdottosi nel suo palazzo, e con lui, uscito di casa, incontra per strada la ragazza, in fuga da una retata della polizia. I tre passano insieme la notte a bere e a giocare d’azzardo nei locali, con la compagnia di un signore distinto che ha perso la memoria e di altri personaggi dal presente incerto, mentre è in corso un’indagine sul furto di una preziosa collana che si alterna tra le mani inconsapevoli dei protagonisti.
Ida ha avuto un cancro al seno e, nonostante la chemioterapia sia terminata, le sue paure non sono finite. Alla vigilia del matrimonio di sua figlia Astrid in Italia, scopre che il marito, che credeva un sostegno sicuro e incrollabile, l'ha sostituita…