Il presente studio intende approfondire le coerenze per le quali, nella proposta filosofica personalistica di Luigi Stefanini, l'affermazione dell'irriducibilità della persona e la tematizzazione di una identità forte siano inseparabili dall'apertura e dalla relazionalità, ovvero tenta di mettere in risalto le ragioni per le quali è possibile affermare che «La monade spirituale è tutta porte e tutta finestre». Mentre i primi due capitoli, più ricostruttivi, si concentrano sulla definizione del personalismo e sulle peculiarità del concetto di persona, negli altri due l'accento è posto sulle aperture che tale concetto implica, a partire dalla formulazione di una estetica come scienza della parola assoluta e dall'elaborazione di un personalismo morale come presupposto per intendere e affermare la necessità della socialità.
Due interventi brevi e profondi intorno al silenzio, tema cruciale sia per la riflessione religiosa che per l'analisi della società contemporanea. Una dimensione costitutiva dell'uomo sempre più messa a rischio, con la conseguenza di parole svuotate di senso in un inutile, diffuso brusio. Il biblista ed ebraista Piero Stefani parte dalla Bibbia (che in quanto racconto scritto rappresenta un primo, insuperabile ammutolirsi della parola divina) per indagare la sfida dell'apparente silenzio di Dio davanti a situazioni come Auschwitz o la storia di Giobbe. Il filosofo Silvano Zucal propone un approfondimento su questa ricchezza dell'umano a partire dalla dialettica costitutiva tra il silenzio e le parole, considerando i rischi di una parola che smarrisce senso e comunità.
Fra i molti meriti di questo libro di Stefania Mazzone, vi è quello di essere riuscita a inserire la trattazione del problema del corpo lungo un percorso che opportunamente muove da Platone e approda al contemporaneo pensiero della differenza sessuale, e dall'altro mostrando in maniera molto convincente la connessione fra la questione della corporeità, da un lato, e quella del desiderio e della sessualità dall'altra. È questo, infatti, il filo rosso che percorre pressoché tutte le pagine del libro, e che conduce poco alla volta il lettore alla perlustrazione di quella sorta di continente inesplorato che è appunto il corpo. Pur perfettamente "disincantata", perché intrinsecamente persuasa della grande lezione desunta dal "pensiero negativo", l'analisi di Stefania si misura non solo con gli autori che più esplicitamente hanno posto al centro il corpo desiderante, ma si confronta anche con i punti alti della tradizione occidentale, Aristotele e Spinoza soprattutto, riscrivendo per ampi tratti una storia troppo spesso trascurata o comunque non adeguatamente valorizzata.