Mori Ogai fu un grande scrittore e saggista giapponese e svolse un ruolo di primo piano nel rinnovamento culturale del Paese alla fine del XIX secolo. Introdusse in Giappone alcuni dei più importanti autori europei, da Goethe a Rilke e Ibsen. "Come Se", racconto presentato in questa edizione, narra la travagliata indagine del protagonista Hidemaru alla ricerca del significato della vita. Un significato sfuggente in cui individuo, storia e mito s'intrecciano con il profondo senso del dovere, che permea la cultura giapponese e la vita del protagonista, alter ego dello stesso Mori Ogai. Uno scritto di grande modernità, che trova il suo fulcro nel tema dell'individualismo. La dolorosa lacerazione tra singolo e società è infatti il tema centrale di tutta la riflessione di Ogai, nonché la chiave con cui accedere al suo modo di scrivere, che sotto le metafore e le espressioni poetiche, nasconde un profondo realismo critico.
1911. L'Italia è impegnata a celebrare i suoi primi 50 anni di storia unitaria, a rinnovare i suoi fasti passati e a costruire le sue glorie future. E un'Italia in mostra, quella del 1911: si inaugurano a Torino il 17 marzo l'Esposizione Internazionale e a Roma il 27 marzo a Valle Giulia la Rassegna Internazionale d'arte contemporanea; il 4 giugno, sempre a Roma, apre il Vittoriano, monumento all'Unità. Ma che Italia è quella del 1911? E una nazione alle prese con le trasformazioni del liberalismo giolittiano e con la guerra in Libia, è un paese in crescita economica e culturale. Aumentano i quotidiani e le riviste, aumentano rubriche e numeri di pagine. Ai commenti di politica interna e alle cronache parlamentari si aggiungono le corrispondenze dalle capitali europee che sottolineano un'attenzione crescente alla politica internazionale. Grande spazio è destinato alla vivacità della cronaca cittadina, ai riti mondani e agli appuntamenti culturali di teatri e concerti, alla vita di corte della famiglia reale e alle visite dei monarchi stranieri, alle avventure amorose, agli scandali, ai tradimenti delle famiglie nobiliari. Ma anche il costume e la moda fanno il loro ingresso sulla stampa insieme alla cronaca sportiva. Nato da appena due anni, il Giro d'Italia unisce geograficamente il paese, il calcio inizia ad appassionare gli italiani. È da queste pagine di cronaca e commento, scelte per noi da Lorenzo Benadusi e Simona Colarizi, che emerge, giorno per giorno, il nostro paese.
"Nella temperie moderna" (1911-1912) rappresenta l'elemento centrale del trittico su Roncalli e «La vita diocesana». Se il primo volume -All'ombra di san Carlo Borromeo (1909-1910) - ha offerto al lettore la chiave d'accesso al mondo del giovane segretario del vescovo di Bergamo Giacomo Maria Radini Tedeschi, il secondo tomo consentirà di compiere un passo ulteriore. Questo passo andrà compiuto tenendo sempre presenti i dati di partenza: su incarico del vescovo Radini, nel 1909, Guglielmo Carozzi (come direttore responsabile) e Angelo Roncalli (come segretario) rinnovarono e rilanciarono il «Bollettino del Segretariato del clero», trasformandolo ne «La vita diocesana»; nel maggio 1960 Angelo Giuseppe Roncalli, divenuto papa Giovanni XXIII, rivendicò a sé l'autografia quasi completa delle annate 1909-1914; pochi mesi più tardi, su sollecitazione del suo segretario Loris Francesco Capovilla, papa Roncalli siglò con una "r" di auto-attribuzione le pagine della sua copia personale delle prime cinque annate della rivista. Come per il primo volume "borromaico", la scelta di valorizzare in pieno le auto-attribuzioni roncalliane mediate da Capovilla ha implicazioni profonde nella ricostruzione del profilo del giovane Angelo Giuseppe Roncalli. Il sottotitolo del secondo tomo (di tre), Nella temperie moderna, consente di intravvedere quello che sarà il filo dell'opera: il rapporto con la modernità e la distanza dal "modernismo". Il volume dedicato agli anni 1911-1912 continua a essere rigorosamente fondato sul patrimonio archivistico custodito dalla Fondazione Papa Giovanni XXIII di Bergamo, valorizzato dalla collana Fonti e ricerche, e sostenuto dal progetto "Roncalli e Bergamo" finanziato dalla Fondazione Banca Popolare di Bergamo e, per ciò che riguarda il progetto di edizione dei contributi roncalliani alle prime cinque annate de «La vita diocesana», dalla Scuola Normale Superiore di Pisa.
Il libro ripercorre i luoghi e le manifestazioni legate all'Esposizione Internazionale di Roma del 1911 voluta per celebrare i 50 anni dell'Unità d'Italia e mostrare i progressi compiuti dalla Nazione. Attraverso la "fantasmatica città di tela e di gesso" costruita per l'occasione con i suoi "manufatti provvisori grandiosi e sfarzosi" destinati a scomparire a chiusura dei festeggiamenti, che lasceranno una traccia indelebile nei programmi di sistemazione urbanistica dell'epoca, è così possibile osservare l'assetto iniziale di interi quartieri della Capitale costruiti tra Vigna Cartoni (oggi Belle Arti) e Piazza d'Armi (oggi rione Prati e quartiere Delle Vittorie). L'itinerario proposto si snoda, tra narrazione fotografica e ricostruzione documentaria, tra le opere che in quell'occasione vennero realizzate sotto la regia dei più importanti architetti dell'epoca tra i quali spicca Marcello Piacentini, indagando e ricostruendo un passato che costituisce una tappa fondamentale della nostra cultura e della nostra identità rappresentate nella serie di mostre realizzate per l'occasione, prima tra tutte la vastissima "Mostra Etnografica e Regionale" dalle cui raccolte trarrà origine il nucleo principale delle collezioni del Museo Nazionale delle Arti e delle Tradizioni Popolari e "l'Esposizione Internazionale di Belle Arti" che determinerà la nascita della Galleria Nazionale di Arte Moderna.
Un convegno di studio sul pensiero, sulla personalita e spiritualita del Cardinale Pericle Felici. Nel ventennale della morte del Cardinale Pericle Felici (Segni 1 agosto 1911 - Foggia 23 marzo 1982), la Diocesi suburbicaria di Velletri-Segni ha organizzato un convegno di studio sulla figura e l'opera del compianto porporato, indimenticabile Segretario generale del Concilio Vaticano II e insigne giurista della Chiesa. Si e trattato di un incontro non puramente celebrativo ma di riflessione sul suo pensiero, sulla sua personalita e spiritualita, nonche sulla sua molteplice attivita nel campo del Diritto canonico, dei numerosi uffici e dicasteri della Curia romana, nei quali egli ha operato con esemplare dedizione e spirito di servizio. Le sedute di studio hanno avuto luogo nella sala dei 100 Giorni del palazzo della Cancelleria a Roma, alla presenza di numerose personalita ecclesiastiche e laiche e di un folto pubblico. La commemorazione si e conclusa nella cattedrale di Segni, citta natale del Cardinale Felici, dove pure si e proceduto alla intitolazione di una piazza in suo onore.
Quest’anno oltre al 150° dell’unità d’Italia, ricorre anche il centenario della «seconda guerra coloniale» italiana cioè quella di Libia del 29 settembre 1911, che a sua volta avveniva durante i festeggiamenti del cinquantesimo dell’unità nazionale. Non è facile oggi parlare di guerre coloniali e persino la ricostruzione storica di questi eventi si presta spesso a strumentalizzazioni di ordine politico internazionale. Sotto il profilo storico-interpretativo sarebbe un grave errore giudicare le guerre coloniali con criteri che appartengono alla nostra attuale cultura e sensibilità giuridica, stravolgendone quindi il significato e decontestualizzandone l’evento. Questo però non significa che il fatto storico non vada sottoposto a interpretazione critica, e riconoscere e condannare gli sbagli e gli eccessi compiuti da parte dei cosiddetti eserciti «civilizzatori».
Nelle guerre coloniali del XIX e XX secolo, condotte dalle maggiori potenze europee, l’elemento religioso è stato spesso utilizzato in modo strumentale per convincere le popolazioni indigene sull’utilità e necessità storica dell’impresa, volta, si diceva, a importare in quei Paesi la civiltà e la cultura occidentale e i benefici economici e sociali legati ad essa. Il libro tratta dell’utilizzazione strumentale che della materia religiosa, in tal caso dell’islàm, fecero in Libia i capi militari e civili italiani dell’impresa militare, mentre in Patria l’impresa fu a volte interpretata da una parte del clero e da una certa cultura cattolica con i toni «infervorati» della guerra religiosa. Posizione che fu energicamente condannata dalla Santa Sede, e in particolare da Papa Pio X, che per fugare ogni possibile dubbio sulla questione, fece pubblicare sull’Osservatore Romano una Nota di biasimo di tali fuorvianti interpretazioni. Più volte, inoltre, il Pontefice, come risulta dalle carte dell’Archivio Segreto Vaticano, richiamò, anche personalmente, alcuni alti prelati e vescovi residenziali a maggior moderazione nelle loro esternazioni a sostegno «della guerra coloniale», e a mantenere in tale delicata materia un atteggiamento imparziale come si addice, commentava amaramente il Papa, a Pastori, chiamati a pacificare e non a fomentare o giustificare una guerra di conquista.
In occasione dei 100 anni dalla sua fondazione, questo volume celebra la storia e i protagonisti del Gruppo Sportivo Fiamme Gialle della Guardia di Finanza. Una sorta di "racconto/catalogo" illustrato, che riporta tutti i successi ottenuti nel mondo dal Gruppo Sportivo più blasonato d'Italia. Le immagini, tra storia e attualità, ci accompagnano lungo tutto il libro illustrando i momenti più importanti del Gruppo, dalla sua nascita ai grandi successi olimpici e internazionali.
Il volume affronta la storia della Chiesa in Cina dopo il 1840, quando, con la prima guerra dell'oppio, ebbe inizio una pesante penetrazione europea, fino al crollo dell'Impero e alla proclamazione della Repubblica, passando attraverso la rivolta dei Boxers. A tali vicende - e in particolare al problema del rapporto tra Chiesa cattolica e colonialismo europeo in Cina - ha fatto più volte riferimento, negli ultimi anni, Giovanni Paolo II. Su questa linea, il volume analizza l'atteggiamento della S. Sede e dei diversi ordini e congregazioni missionari nei confronti della Cina, della sua cultura e del suo popolo, tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento e offre un punto di partenza per la ricostruzione storica di questo periodo così complesso.