Per chiunque abbia vissuto e riflettuto almeno un poco, l'assenza di Dio è un'esperienza assolutamente comune e sconcertante. E spesso prendono forma proprio in rapporto a questa esperienza i diversi atteggiamenti che l'uomo può assumere di fronte a Dio: la religione, l'ateismo e la fede. L'autore cerca innanzitutto di analizzare queste reazioni. Ne ricava quindi una chiave di interpretazione per affrontare gli interrogativi fondamentali che l'uomo si pone di fronte a Dio. Nell'ultima parte del libro si sofferma infine sulla preghiera, vista come apertura ad accogliere Dio e come atto di fede. Lo stile, il contenuto e il metodo applicato dall'autore fanno di questo libro un'opera destinata in particolar modo a lettori che sono alla ricerca di un pensiero coerente. Questa riflessione vorrebbe aiutarli a fare un bilancio della loro esperienza umana di fronte a Dio.
La necessita' di intendere l'esperienza a partire dal costituirsi di una tensione relazionale tra spirito e assoluto. Un'interpretazione dell'esperienza che muove da una presa di posizione nei confronti della problematica religiosa dell'esistenza. La ricerca si articola attorno a due questioni: a) se sia possibile accertare la presenza di un Dio nella sensibilita', se cioe' la relazione fra spirito e assoluto vada intesa nel senso di un'immanenza ontologica di Dio che sia riconosciuta come tale dallo spirito; b) in connessione con tale questione, se la dottrina dell'analogia entis possa essere difesa. Il lavoro e' caratterizzato da un forte impegno speculativo che si concretizza come confronto critico con l'orientamento dell'immaterialismo.