La storia del pensiero economico medievale, convenzionalmente trattata come una semplice era preistorica delle discipline e dell'analisi economica, viene qui ripercorsa come un fenomeno complesso, in cui lo sforzo dell'uomo teso a comprendere i fatti economici del suo tempo e le logiche dello scambio che li articolano si misura anche con la sua capacità di lettura dei comportamenti e delle relazioni che li sottendono, li legittimano. È uno sforzo grazie al quale la riflessione medievale giunge a costruire una tassonomia delle relazioni economico-commerciali. Mercato, moneta, mercanti-banchieri, ma anche valore, interesse, monopoli, profitto e utilità: il libro analizza i quesiti fondamentali dell'economia, le categorie portanti e le parole-chiave con cui si qualificano spazi, mezzi e attori dello scambio. La fisionomia di tale pensiero è ricostruita seguendo lo sviluppo di una vasta testualità prodotta dai Padri della Chiesa, dagli uomini consacrati e laici che fecero l'Europa, dall'età tardoantica sino all'umanesimo civile. Assumendo questo molteplice livello di osservazione il volume traccia una storia del pensiero economico nel Medioevo che si offre alla discussione di chi è interessato alla comprensione dell'agire economico, alla storia delle categorie proposte in età moderna per renderlo oggetto di elezione della ricerca scientifica.
Uno dei problemi più difficili che i cristiani hanno è quello del rapporto con i beni materiali. Nelle ricche nazioni dell'Occidente gli individui accumulano indefinitamente e nello stesso momento hanno coscienza della povertà quotidiana con la quale si confronta la maggior parte della popolazione del pianeta. Ciò rende il rapporto con i beni materiali e con la ricchezza estremamente ambiguo. Le crisi finanziarie intervengono poi a rivelare la fragilità del sistema di sicurezza che i beni materiali dovrebbero costituire per gli esseri umani. In questo libro l'autore si chiede che cosa ha da dire l'intera Bibbia su questi temi. Partendo dalle idee fondamentali dell'Antico Testamento, e passando in rassegna le concezioni dell'epoca intertestamentaria, arriva ad analizzare l'insegnamento di Gesù e del Nuovo Testamento. La sua teologia biblica dei beni materiali illumina le problematiche attuali e suggerisce delle piste di riflessione valide per il mondo contemporaneo
Un testo sulla ricchezza e la povertà nei Padri della Bibbia. Piano generale dell'opera: - Vendi quello che possiedi e dallo ai poveri! (S.A.Panimolle); - Ricchezza e povertà: Atanasio legge in Antonio le opere di Cristo (M.I.Danieli); - Ricchezza e povertà nei padri greci (M.G.Bianco); - Ricchezza e povertà nei Padri latini (R. Simini). "
Francesco di Assisi, Antonio da Padova, Bonaventura da Bagnoregio…
Benedetto XVI ha dedicato alcune catechesi a queste figure di santità che da otto secoli segnano il cammino dei credenti e della Chiesa intera.
Le parole del Papa - pronunciate in occasione delle Udienze generali - riaffermano la perenne attualità del carisma francescano: un messaggio di gioia, di libertà e di riconciliazione con tutte le creature.
La globalizzazione viene comunemente rappresentata come complesso di fenomeni dotato di un dinamismo inarrestabile, alla stregua di una forza della natura. La rapida strutturazione su scala mondiale dei flussi di merci, capitali e nuove tecnologie è all’origine di trasformazioni economiche, politico-sociali e culturali dagli esiti non facilmente immaginabili. Per molti questa realtà che contrassegna la nostra epoca va salutata con estremo favore. Essa costituisce la forma compiuta del grande ideale liberale: una sempre più ampia integrazione dell’economia planetaria andrebbe generando uno straordinario accrescimento della prosperità, i cui vantaggi ricadrebbero anche sui paesi poveri. E tuttavia, questa rappresentazione mostra la sua parzialità proprio a fronte dell’inconfutabile evidenza di un crescente divario non solo tra paesi ricchi e paesi poveri, ma anche all’interno delle stesse società e democrazie dell’Occidente. Sorgono allora domande ineludibili per chi ha a cuore un profilo di civiltà che non si contragga attorno al mero interesse economico, ma abbia consistenza etica: la globalizzazione è un processo a cui lasciare uno svolgimento del tutto indipendente, o non va piuttosto orientata? Come immaginare un ruolo nuovo della politica perché la competizione non trionfi sulle istanze della giustizia? In quali maniere e attraverso quali soggetti la comunità internazionale, nelle sue diverse articolazioni, deve operare per porre un argine agli elevati costi di questa nuova frontiera del capitalismo? Queste preoccupazioni accomunano le autorevoli riflessioni qui pubblicate. Nella loro diversità, esse si compongono attorno all’esigenza decisiva di un nuovo umanesimo, che richiede il rigore del pensiero, l’intransigenza dell’etica e il cuore della solidarietà. Le inedite questioni poste dalla globalizzazione domandano non meno di questo, se non si rinuncia all’idea di una società che dia forma al proprio destino anziché abbandonarsi inerme al corso degli eventi.
Oggi in Italia si registra un benessere economico assai superiore al passato, nonostante la recente crisi economica. Ma rispetto a cinquant'anni fa gli italiani non sono molto più soddisfatti. Perché? Nel volume si analizza l'evoluzione delle condizioni di vita degli italiani dal dopoguerra a oggi, attraverso sia gli indicatori economici sia altre misure del benessere, come l'istruzione, le condizioni abitative, il tempo libero, la disuguaglianza, il funzionamento delle istituzioni. E si scopre che non tutti questi fattori sono cresciuti allo stesso modo; arranca ad esempio la nostra capacità di costituire un ambiente sociale dove il rapporto tra cittadini, regole e istituzioni sia degno di un paese moderno.
Luigi Cannari e Giovanni D'Alessio sono dirigenti del Servizio studi della Banca d'Italia e autori di numerose ricerche in tema di distribuzione del reddito e della ricchezza. Per il Mulino hanno pubblicato in questa stessa collana "La ricchezza degli italiani" (2006).