DESCRIZIONE: Una storia inventata è perlopiù intesa come una vicenda non accaduta realmente. Da certe narrazioni, però, dipende una lunga storia di significati, riflessioni, richiami. Questo è il caso del racconto biblico primordiale di Adamo ed Eva: vero perché narrato o narrato perché vero? Se ha dell’incredibile, tuttavia attorno a questo episodio tramandato dal catechismo si sedimentano i capisaldi della cultura occidentale, non solo rintracciabili nell’Antico e Nuovo Testamento, ma nell’arco della letteratura e del pensiero dall’antichità sino a oggi. L’atto del mangiare la mela (un’invenzione, dato che in latino si parla di malum), elevato a simbolo del peccato originale, ha una portata universale nei concetti, correlati, di colpa e trasgressione e nella figura del diavolo. Temi presi qui in esame toccando idealmente gli estremi di una parabola che ha appunto la matrice nel libro della Genesi, una compiuta espressione nei testi di Paolo e i suoi effetti nella psicanalisi moderna.
COMMENTO: Il tema del peccato nelle rilettura dei testi biblici. Quanto, come e dove è presente la parola «peccato»? Si interrogano i maggiori specialisti.
PIERO STEFANI è presidente dell’associazione «Biblia » e insegna Ebraismo alla Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Milano). Tra le sue pubblicazioni ricordiamo alcune delle più recenti: Gesù. Un nome che ci accompagna da duemila anni (il Mulino, 2012); Dalla Bibbia al Talmud. Breve introduzione all’ermeneutica rabbinica (San Paolo, 2012). Per Morcelliana: Fede nella Chiesa? (2011).
Questo volume propone un suggestivo percorso fatto di parole e immagini che illustra la figura di Papa Francesco. La figura di papa Francesco, dalla sua elezione al Soglio di Pietro, alle sue apparizioni pubbliche, passando per le dimissioni di Benedetto XVI, per i retroscena dei preparativi e dello svolgimento del conclave, per il suo operato da Vescovo di Buenos Aires, ma anche citando alcuni aneddoti della sua giovinezza. L'Autore illustra in queste pagine, il lato più umano del Santo Padre, la sua normalità, la sua tenerezza.
L'ultima testimonianza inedita, scritta da un protagonista, sulla seduta del 25 luglio 1943 che determinò la fine del regime fascista. Scritto a caldo, subito dopo gli avvenimenti su quadernetti di scuola elementare durante il periodo di clandestinità dell'autore, questo testo, ritrovato casualmente dopo un cinquantennio, è un documento eccezionale non solo per la rivelazione di particolari sconosciuti sull'andamento della storica seduta ma anche perché rappresenta una sorta di "esame di coscienza" di un intellettuale di forti convincimenti risorgimentali e liberisti di fronte alla tragedia della guerra e alla involuzione totalitaria del regime.
«L’utopia di oggi sarà la politica di domani»: con queste parole Emilio Sereni, allora ministro dell’Assistenza Post-bellica, interveniva al «Convegno per studi di assistenza sociale», tenutosi a Tremezzo nell’autunno del 1946, ben sintetizzandone lo spirito.
Nel fervido clima dell’immediato dopoguerra, un nutrito gruppo di politici, studiosi ed esperti italiani e stranieri, riunito sulle rive del lago di Como, discusse a lungo i problemi del welfare e la necessità di riorganizzare l’assistenza, come elemento necessario per la rinascita democratica del paese. Come sostenne nella sua relazione Maria Comandini – che insieme al marito Guido Calogero fu una delle animatrici del Convegno – «l’assistenza sociale è una diversa forma di esercizio e di creazione della democrazia, cioè dell’attitudine degli uomini a risolvere da sé i propri problemi e a conquistare, in un’armonia collettiva, più larghe libertà di vita e migliori opportunità d’azione». In quel quadro veniva a delinearsi il ruolo dell’assistente sociale come figura professionale in grado di contribuire all’affermazione di una maggiore giustizia sociale.
In questo volume sono raccolti saggi di storici, sociologi e assistenti sociali, che rievocano quel periodo e i contenuti del dibattito. Inoltre vengono ristampate le relazioni tenute al Convegno da Maria Comandini Calogero, Paolina Tarugi e Odile Vallin, le “pioniere” del servizio sociale italiano, di cui vengono ricostruite le vicende biografiche, attraverso documenti di archivio anche inediti e ricordi di familiari e collaboratori.
Che cosa si intende per vangeli gnostici? “Gnosi” significa letteralmente conoscenza, una forma di conoscenza religiosa che salva. Con il termine “gnosticismo” si intende un fenomeno la cui idea si è costruita nel tempo, per via degli studi fioriti attorno ad esso a partire dal secolo XVII, perlopiù in antitesi al cristianesimo: per la precisione avrebbe origine nel concetto di eresia contro cui si sono battuti illustri polemisti del primo cristianesimo, quali Ireneo, Ippolito, Epifanio.
Il 1945 segna però una rivoluzione nella storia del concetto, per la scoperta di ben 45 scritti, rinvenuti nella biblioteca copta di Nag Hammadi nell’Alto Egitto. Sono traduzioni copte del IV secolo di originali greci risalenti al I/II e al III secolo, che dimostrano l’esistenza di uno gnosticismo non cristiano.
Il volume è un’indagine a più voci su questo controverso capitolo di storia osservato in prospettive concentriche. Nel cerchio più ampio – con Sacchi, Gianotto, Del Olmo Lete – si pongono questioni metodologiche che innovano lo studio dello stesso cristianesimo antico e si prende in considerazione anche la pluralità dei luoghi di ritrovamento di testi ebraici e cristiani (accanto a Nag Hammadi vi sono il monastero del Sinai, la Ghenizà del Cairo, Qumran). Nel cerchio più analitico – con Piñero, Tragan, Lupieri – si prendono in esame singoli testi: il Vangelo della Verità, il Vangelo di Giuda, il Vangelo di Giovanni, il Vangelo di Maria. Contributi che permettono di considerare i vangeli gnostici come una delle molteplici manifestazioni di un cristianesimo in via di formazione.
COMMENTO: Una riflessione a più voci su uno dei temi della ricerca storico-biblica oggi più dibattuti: i Vangeli apocrifi, e in particolare quelli gnostici, in che cosa si distinguono dai testi canonici? Come influiscono sulla ricostruzione della storia di Gesù e del cristianesimo?
SAGGI DI: Piero Stefani - Claudio Gianotto - Paolo Sacchi - Gregorio Del Olmo Lete - Antonio Piñero - Pius-Ramon Tragan - Edmondo Lupieri.
BIBLIA, Associazione laica di cultura biblica, da più di vent'anni si propone un compito di alta divulgazione e conoscenza biblica.
L'aggettivo "laico" che figura nella sua titolazione allude alla dimensione accogliente dell'Associazione, di cui fanno ugualmente parte cristiani di ogni confessione, ebrei e agnostici, purché interessati al dialogo, allo studio dei testi criticamente e scientificamente fondato.
Per questo da sempre articola la sua azione in seminari, convegni, viaggi di studio, che si tengono in ogni parte d'Italia e all'estero, cui sono invitati a partecipare i maggiori specialisti italiani e stranieri.
Per dare maggiore visibilità e diffusione al suo lavoro, alla ricchezza dei materiali raccolti, l'Associazione ha deciso di avviare la pubblicazione de I Libri di Biblia, in cui la parola e il racconto biblico sono lievito e forma per cercare ciò che vi si cela.
DESCRIZIONE: L’«amore di Dio», in virtù dell’ambivalenza del genitivo (soggettivo o oggettivo), può indicare tanto il chinarsi dell’alto verso il basso proprio dell’agape divina, quanto il dirigersi del cuore umano verso il proprio Signore.
Il comando di amare rivolto dal Signore al proprio popolo ha un riferimento, antico e pregnante, al linguaggio della politica del Vicino Oriente e soprattutto, come sempre quando si evoca un patto, il soggetto interessato è collettivo.
È altrettanto certo che un mal diretto amore di Dio può andare contro l’uomo: da sempre la valutazione del martirio, anche quando si tratta di una violenza subita, è posta su un sottile crinale in cui pochissimo spazio la separa dal primato di un amore di Dio che dovrebbe riuscire a valere più del sangue versato. Tuttavia questo martirio è tutt’altra cosa dalla declinazione dello pseudo-martirio terrorista, ma anche nell’aberrazione resta traccia di un’ambivalenza più antica: nei Maccabei si manifesta la resurrezione dei morti come l’unico premio adeguato per chi offre al Signore la vita del proprio corpo; nell’islam si prospetta l’immediato godimento paradisiaco offerto allo shahid; nel cattolicesimo la canonizzazione del martire avviene in virtù del suo stesso morire.
Nella moderna coscienza occidentale si avverte però in modo profondo la falsità di ogni preteso amore di Dio che, sotto qualunque aspetto, vada a scapito dell’uomo. Non vi può essere vero amore di Dio quando, nel nome del Signore, si va contro gli esseri umani: «non c’è altro comandamento maggiore di questo» (Mc 12,31).
SAGGI DI : Paolo De Benedetti - Benedetto Carucci Viterbi - Khaled Fouad Allam - Moshe Idel -Fabrizio Lelli - Giuseppe Lorizio - Amos Luzzatto - Stella Morra - Anne-Marie Pelletier - Paolo Ricca - Francesco Rossi de Gasperis - Jean-Louis Ska - Piero Stefani - Alberto Ventura.
DESCRIZIONE: L’amore del prossimo, per il prossimo. Comando, regola o precetto o norma, di origine divina o umana, esso ha una valenza universale, derivata dalla fede oppure da un’esigenza di uguaglianza e giustizia universalistica che nasce comunque e sempre dalla considerazione della persona umana – che mi sta vicina, che mi sta lontana – come specchio o altra forma di me stesso e quindi soggetto e oggetto di uguali diritti e doveri; una convinzione che ha una lunghissima storia, continuamente lacerata dai processi di inclusione/esclusione, ma rimasta continuamente viva, aperta, sempre pronta a richiedere la consapevolezza e l’impegno di tutti e in ogni angolo della terra.
Una convinzione che, come ricorda Paolo De Benedetti, riconosce oggi quattro tipi di prossimo: se stesso; l’altro; tutto il creato; Dio. Dunque questo prossimo porta le mie stesse sembianze, oppure è tutto il creato, dal sasso alla nuvola, con esso dobbiamo imparare o re-imparare a convivere in pace, in quel rapporto di berakà, di benedizione (o di francescana laudatio) che conduce alla custodia (non al dominio) e al rispetto dell’intero universo. E poi c’è Dio, nei cui confronti si gioca quel difficile e misterioso rapporto di “immagine e somiglianza”, da cui può derivare il comando dell’amore, ma non la capacità degli esseri umani di essere sempre all’altezza di questo amore, gli uni con gli altri.
SAGGI DI : Paolo Branca - Paolo De Benedetti - Pelio Fronzaroli - Marco Grazioli - Amos Luzzatto - Salvatore Natoli - Gianfranco Ravasi - Yann Redalié - Maria Teresa Spagnoletti - Piero Stefani.
Seth Walzer vive ad Austin nel Texas. È un ragazzino, anzi: è il perfetto esemplare dell'adolescente troppo intelligente segnato dall'acne, dal sarcasmo nei confronti del mondo e dal panico nei confronti di ogni sorta di contatto umano. Passa così il tempo a fantasticare su tutto e a perdersi nelle sue divagazioni al punto tale da sentirsi un "maestro del nulla". Un giorno però la realtà irrompe improvvisa nella sua vita. A sua madre viene diagnosticata una rara forma di Alzheimer e Seth assiste impotente al suo inesorabile scivolare nell'oscuro regno dell'oblio. Lentamente la madre non ricorda più nulla, anche le cose più semplici della vita. Il padre di Seth reagisce alla malattia della moglie nel modo peggiore possibile: si stordisce con massicce dosi giornaliere di gin e programmi televisivi. Cosa può fare Seth a quel punto se non cercare di usare la sua straordinaria intelligenza, studiando quello strano e terribile male che si trasmette geneticamente e toglie il dono del ricordo? Non sapendo quasi nulla della vita che la madre conduceva prima di conoscere suo padre, Seth si mette alla ricerca dei parenti perduti della donna, portatori del gene causa della sua malattia.
Le presentazioni sono numerose, di notevole valore per la ricerca sull'attualita' del pensiero di Bion, e provenienti da situazioni fra loro distanti.
"Tutto è grazia, tutto è messaggio quaggiù del troppo grande amore che Dio porta alle anime nostre. […] Come il giglio ha la corolla rivolta verso il cielo, verso il sole per ricevere luce e calore, candore e profumo, così la tua anima sia sempre rivolta verso Gesù e si lasci custodire da Lui con santa semplicità e con grande fiducia".
(Madre Maria Stefania della Corte Celeste)
I pensieri di Madre Maria Stefania, fondatrice del monastero San Giuseppe di Locarno Monti, sono raccolti in questa piccola pubblicazione, sorgente di luce e di speranza per tutti coloro che cercano il senso della loro vita, che si interrogano sul mistero di Dio e della vita eterna. L'immenso amore divino trapela da queste pagine e dona pace e gioia interiore a chi sa leggere con il cuore.
Gli esperti sanno da tempo che gli evangelisti Matteo e Luca hanno in comune molte parole e detti di Gesù. Ma questi detti non possono essere stati copiati da Marco (a sua volta fonte dei due evangelisti) dato che sono assenti in quest’ultimo. Come spiegare questi dati comuni? Da circa 200 anni è stata ipotizzata l’esistenza di una fonte scritta – chiamata fonte Q (dal tedesco Quelle-fonte) – che conterrebbe parole e detti di Gesù. Da questa fonte Matteo e Luca avrebbero copiato e composto - attingendo in pari tempo anche a Marco - i propri vangeli. Il dato interessante è che questa fonte Q non riporterebbe dei semplici resoconti sulla vita pubblica di Gesù ma soltanto le parole e i detti di lui. Per questo la fonte è stata anche denominata «fonte dei detti».. La fonte Q inoltre rivelerebbe la situazione delle prime comunità cristiane: le domande che esse avevano su Gesù e cosa le spingeva ad aderire al Figlio dell’Uomo.
Klaus-Stefan Krieger, nato nel 1959, dottorato di ricerca in teologia, lavora come giornalista e nelle pubbliche relazioni. Ha svolto il dottorato di ricerca in esegesi del Nuovo Testamento ed è un esperto dell’epoca di Gesù e del paleocristianesimo.
Un percorso di studio sul pensiero e sui temi magici nella pittura del Rinascimento. Da Dührer a Dosso Dossi, da Raffaello a Botticelli, da Angelo Caroselli a Salvator Rosa, una ricerca documentaria e iconografica con riproduzioni di quadri e incisioni provenienti dai musei di tutto il mondo. "Il movimento di ritorno al passato che caratterizza la stagione rinascimentale si estende anche alla cultura magica... È noto come la raffinata corte di Ferrara sia stata luogo elettivo per l'incontro di diverse culture. Già il Quattrocento mostra nella produzione pittorica interessanti elementi di questo particolare sincretismo che coniuga l'eredità del mondo medievale, con la realtà culturale più aggiornata dell'umanesimo... In particolare un originale artista ferrarese, Dosso Dossi, si avvicina alle argomentazioni magiche con spirito arguto e fantasioso".