Parlare del dolore è difficile e drammatico. Rischia la retorica. E se fosse proprio chi soffre a condurre la riflessione? Allora la prospettiva cambia. Spaccato in due è l'alfabeto di Gianluca, un ragazzo di vent'anni che per due ha combattuto contro un sarcoma osseo, coinvolgendo nella sua lotta amici e compagni di scuola, trasformando, grazie alla fede, la sua e - soprattutto la loro vita. Gianluca è morto il 30 gennaio 2015, pochi giorni prima dell'uscita del suo libro, che ora resta per tutti come un messaggio di speranza.
Scritti fra il 1934 e il 1936 e subito raccolti in volume, i racconti di Angelici dolori irrompono nel panorama letterario dell'epoca con tutta la forza della loro conturbante eccentricità: "Io vedevo allora tutto il mondo come una stranezza e una meraviglia quasi non sopportabili, ove non si desse loro una espressione, una voce ordinata" spiegherà anni dopo la Ortese. E non è difficile immaginare con quale stupore i lettori accogliessero, da parte di una scrittrice poco più che ventenne e sconosciuta, le fiammate di ribellione contro la "terribile e invadente Civiltà" nemica dei sogni e della libertà; e la metamorfosi di Napoli in città "estatica", dove miracolosamente è dato vedere il quartiere pezzente del Pilar "scintillare di cupole colorate sul cielo d'oro, e i campanili con le bocche aperte, e i balconi delle case-streghe fioriti d'erba e fanciulle"; e la violenza inaudita di una passione che è gioia spaventosa, dolce morte, adorazione mistica, e che per la radicale sproporzione fra il valore totale dell'essere amato e quello irrisorio dell'amante sembra attingere alla lirica provenzale; e, più in generale, il clima di fantasmagorica réverie che ammanta scenari e personaggi, umani e angelici, traducendo in irrequietezza visionaria la più segreta ambizione della giovane Ortese: afferrare un'immagine e riprodurla "viva, grande, colorata, con tutti i caratteri precisi della realtà e tutti i deliziosi ondeggiamenti dell'irreale".
Nel 1953, mentre si avvicinava il trecentesimo anniversario della scomunica di Baruch Spinoza, David Ben-Gurion chiese all'Università ebraica di Gerusalemme di pubblicare l'opera omnia di Spinoza e di riammetterlo nel canone degli autori ebraici. La richiesta non fu assecondata, ma è significativa dell'importanza che il filosofo continua ad avere. Ripercorrendo i suoi scritti e la sua figura, e cercando di dare una risposta alla domanda su che cosa ha significato e significa il pensiero dell'ebreo Spinoza per gli ebrei, il testo non può fare a meno di insinuare le varie forme che l'ebraismo ha preso nella modernità
Una serie di satire che sbeffeggiano i sacerdoti che, con sferzante ironia, lavorano per sovvertire la verità del Magistero o intendono zittire Dio per difendere la Tradizione. I chierici sono stati spesso bersaglio di satira, a volte immeritatamente, da parte dei nemici, ma il sale insipido è purtroppo una distesa enorme come il Sahara e una minaccia gravissima di morte per le anime. Vi sono i tiepidi, i vigliacchi, quelli che contraddicono il Vicario di Cristo e lavorano sotto la chiglia della navicella di Pietro come teredini per sovvertire la verità. Contro costoro, i cattolici hanno non il diritto, ma il dovere di prendere posizione. E poi vi sono quelli che credono di difendere la Tradizione combattendo e minimizzando le rivelazioni private, imponendo silenzio allo stesso Dio: che diamine, ha parlato una volta per tutte e loro sono gli unici custodi autorizzati della Parola. Atteggiamento pericolosissimo, perchè facendo di ogni erba un fascio si toglie credibilità ai messaggi autentici e non si colpiscono abbastanza quelli falsi.
Nel corso della storia della Chiesa, il volume ripercorre tutte le forme con cui clericalismo e anticlericalismo si sono identificati, fronteggiati, scontrati, verificandone in termini essenziali gli aspetti caratteristici e mettendo il dito su errori e reazioni.
Anna Maria Ortese ha sempre viaggiato, per necessità, ma soprattutto per un innato nomadismo che la conduce da un treno all'altro, in una fuga che è una "scommessa pazza" perché è guidata solo da "certi segni misteriosi, come paletti affioranti dalla laguna". Gli articoli e i resoconti di viaggio sono spesso filtrati da una "lente scura", un fosco cristallo di "malinconia e protesta" che carpisce alle cose una "visione buia". Uno sguardo sulle cose che le mostra come non avremmo saputo, o voluto, vederle. Da Roma a Genova, dalla Russia del 1954 alla Napoli del 1961, da Parigi a Montelepre, sempre la lente scura fa affiorare verità inaccettabili e dolorose.
Una breve sintesi per capire come sono andate effettivamente le cose al G8 di Genova: perché e come gli scontri sono avvenuti?
Anna Maria Ortese, caso letterario a 23 anni con "Angelici dolori", autrice degli impietosi racconti de "Il mare non bagna Napoli", sognatrice dal carattere ombroso e donna sempre insoddisfatta, per seguire la sua prepotente vocazione letteraria si è scelta una vita raminga, trascorsa in solitudine e miseria. Luca Clerici ha costruito la biografia con paziente lavoro di ricerca durato diversi anni: da un lato intervistando i testimoni, dall'altro verificando affermazioni disseminate dalla scrittrice nelle interviste, nell'opera narrativa (la cui componente autobiografica è fortissima) e negli oltre 500 articoli giornalistici dispersi che Clerici ha ritrovato. Particolare attenzione è dedicata anche alla ricostruzione dei luoghi.
Descrizione dell'opera
La Chiesa cattolica sembra oggi attraversata da una linea di confine, quasi da un muro, come se fosse spezzata, divisa in due. Da una parte, una Chiesa che si sente depositaria esclusiva della verità che annuncia, segnata da un risorgente e pericoloso clericalismo, da un'autorità che degenera spesso in puro potere; dall'altra, la Chiesa «nata» cinquant'anni fa dal concilio Vaticano II, portatrice di tante novità e speranze, ma bloccata nella fase evolutiva dalle paure e dalle resistenze di una parte della gerarchia ecclesiastica.
Dal confronto tra queste due Chiese si deciderà il futuro del cattolicesimo, che sta vivendo una profonda crisi di fede ma anche di leadership, di uomini, di progetti, di strutture, di linguaggi, di rapporti con la modernità. È possibile - si chiede l'autore - che, al miliardo e più di battezzati che costituiscono la fitta trama della cattolicità nelle più diverse realtà del mondo, continui ad arrivare l'eco di scandali, conflitti, "Vatileaks" e non un rinnovato e vivificante annuncio del Vangelo?
Sommario
INTRODUZIONE. L'altra Chiesa. Profezia e coraggio. I. IL DOMINIO DEI CHIERICI. 1. Un male antico. 2. Dietro il Muro. 3. Ma quale crisi? 4. Il grido di Marie. 5. Il potere come «sistema». 6. Estirpare il clericalismo. II. IL «POPOLO DI DIO». 7. Quell'11 ottobre. 8. Se i vescovi «si convertono». 9. Una «rivoluzione» incompiuta. 10. Dov'è finito il «popolo di Dio»? 11. Quel miliardo di battezzati.
Note sull'autore
GIAN FRANCO SVIDERCOSCHI, giornalista dal 1959, ha seguito per oltre cinquant'anni le vicende della Chiesa cattolica. È stato testimone privilegiato di numerosi eventi, dall'avvicendamento di sei papi al concilio Vaticano II. Ha lavorato in agenzie di stampa, giornali, radio, tv e come sceneggiatore in due film su papa Wojtyla. È stato vice direttore dell'Osservatore Romano e ha scritto una quindicina di libri, tra i quali Lettera a un amico ebreo e, con il cardinale Stanislaw Dziwisz, Una vita con Karol. Ha collaborato con Giovanni Paolo II alla stesura di Dono e Mistero.