Questo volume è frutto del dibattito svoltosi durante il seminario di studi svoltosi a Roma, presso la Pontificia Università Lateranense, sede del Sefir, con Wolfhart Pannenberg docente emerito di Teologia sistematica e Teologia ecumenica nella facoltà di teologia evangelica dell'Uni¬versità di Monaco di Baviera, noto per la sua apprezzata opera teologica e per essere original¬mente entrato in dialogo con au¬torevoli membri della comunità scientifica internazionale formu¬lando loro delle domande teologi¬che. La relazione del professor Pannenberg e la trascrizione del dibattito seminariale qui riportate sono precedute da alcuni saggi con l'intento di introdurre il lettore al pensiero e alle opere del teologo tedesco, favorendo così una più efficace comprensione del suo pensiero.
Questo libro propone alcune prospettive sistematiche per ripensare il tema della misericordia e indagare un aspetto fondamentale del vissuto credente, il modo in cui Dio è implicato con la sofferenza dell'uomo. In dialogo con le scienze umane e con le posizioni teologiche di Bordoni, Forte, Canobbio e Mancuso, l'autore distingue tra dolore e sofferenza, attribuendo il primo all'uomo, in quanto passività, e la seconda a Dio, in quanto attività. Tale distinzione risulta essere un criterio teologico rispettoso della diversità insopprimibile tra Dio e l'uomo e, allo stesso tempo, adatto a reinterpretare la questione del soffrire di Dio.
«Chi voi dite che io sia?»: da duemila anni Gesù pone questa domanda che, per molti, oggi, è irrilevante. In questo libro Fulvio Ferrario intende, anzitutto, rivendicare la pertinenza dell’interrogazione, la sua inattualità scomoda, che può rivelarsi ben più contemporanea di quanto il cosiddetto «postmoderno» sembri ritenere. Certamente Gesù di Nazareth parla da un tempo lontano, che va conosciuto e compreso. Rettamente ascoltata, tuttavia, per Ferrario questa voce del passato investe il presente in modo indiscreto, provocatorio. Così la domanda che si credeva archiviata torna a risuonare. E la risposta? Non la può insegnare nessun libro. Secondo il Nuovo Testamento, in ogni caso, si tratta di un cammino, non di una formula: e se è riuscito, un libro cristiano su Gesù invita a mettersi in marcia.