L'anno 1492 segna tradizionalmente una cesura epocale importante: con la scoperta dell'America e l'avvio dell'unificazione del mondo per opera degli europei si considera concluso il Medioevo e iniziata l'età moderna. In quello stesso anno accadono cose che fissano alcuni meccanismi di identità e di esclusione tipicamente moderni. In Spagna, la conquista dell'ultimo regno musulmano e l'espulsione della minoranza ebraica avviano la formazione di uno stato fortemente caratterizzato dall'unità religiosa. Non solo, alle altre figure già codificate dell'alterità umana, l'eretico, il giudeo,l'espansione extra-europea aggiunge la figura del selvaggio. È su di loro che si esercitarono i dispositivi di potere creati nella penisola iberica, in modo particolare quello dell'Inquisizione. In una realtà sociale come quella spagnola, divisa per lingue, culture, tradizioni e religioni, lo Stato moderno nasce issando le barriere dell'intolleranza e creando categorie di "diversi" su cui si esercitano i meccanismi dell'esclusione o dello sfruttamento: si va dall'assoggettamento dei popoli extraeuropei (i "selvaggi") all'eliminazione dell'eretico e dell'ebreo. In tutti questi casi la religione offre la legittimazione all'esercizio del potere. Sugli ebrei in particolare si registra un passaggio carico di un pesante futuro: quello dalla tradizione dell'antigiudaismo cristiano del Medioevo a base religiosa alle nuove forme di antisemitismo a base "naturale", fondato sulla presunta differenza di sangue.
Questo libro rappresenta una significativa novità nel panorama degli Maurizio Gattoni studi sulla Storia della Chiesa e, in particolare, sui Pontificati di Sisto IV e di Innocenzo VIII, la cui politica estera è stata sinora poco meditata dalla storiografia; grazie ad una vasta documentazione archivistica ed una aggiornata bibliografia, l’autore riesce a coniugare la comparazione delle fonti con una nuova interpretazione dell’azione di Sisto IV, l’iniziatore della fase matura del Rinascimento per lo Stato Pontificio.
La cronaca avvincente delle battaglie e delle congiure è corredata dalle schede biografiche dei protagonisti e dalla descrizione delle magistrature; di notevole interesse l’analisi delle bolle pontificie dirette contro Lorenzo de’ Medici e delle fonti dottrinali cui si ispirarono. La disamina dell’evoluzione della politica estera si accompagna così allo studio delle complesse vicende istituzionali dei singoli Stati italiani.
Passioni civili, lussi cortigiani e intrepidi condottieri: la miglior Storia, il Rinascimento, rivive in questo appassionante volume.
Maurizio Gattoni (Genova, 1971) ha conseguito la laurea in Storia degli Antichi Stati Italiani presso l’Università degli Studi di Siena nel 1994. Due anni dopo ha iniziato l’attività di ricerca e collaborazione presso l’Archivio Segreto Vaticano da cui sono nati i volumi: Pandolfo Petrucci e la Repubblica di Siena (1487-1512), Siena 1997, Leone X e la geopolitica dello Stato Pontificio (1513-1521), Collectanea Archivi Vaticani, 47, 2000, Clemente VII e la geopolitica dello Stato Pontificio (1523-1534), Collectanea Archivi Vaticani, 49, 2002.
Con Studium ha pubblicato nel 2006 il volume Pio V e la politica iberica dello Stato Pontificio (1566-1572), 2006 e, nel 2007, il volume Gregorio XIII e la politica iberica dello Stato Pontificio (1572-1585), entrambi frutto degli studi svolti presso la Torre do Tombo di Lisbona e l’Archivo General de Simancas. È inoltre autore de La Titanomachia. L’età dei Nove e dei Petrucci a Siena e le guerre d’Italia (1477-1524), Siena 2010 e Palio e Contrade nel Rinascimento. I cavalli dei Gonzaga, Marchesi di Mantova al Palio di Siena, Siena 2010.
Superati ormai da qualche tempo i cinquant'anni, morirà appena compiuti i cinquantasette, pressoché conclusa la sua carriera politica dopo i disastri della Lega di Cognac, il sacco di Roma e il papa Clemente VII asserragliato col collegio cardinalizio in Castel Sant'Angelo, Guicciardini, nella solitudine della sua villa di Santa Margherita in Montici, iniziò quella sua "Storia d'Italia" che non solo fu la prima storia del nostro paese studiata nel suo complessivo svolgimento sullo sfondo di tutte le vicende europee, ma che fu soprattutto avvertita come la storia stessa della fine della preminenza italiana durata per almeno tre secoli: con la metà circa del secolo decimosesto siamo infatti alla pressoché definitiva sanzione della supremazia spagnola sia da noi sia in tutta Europa. L'Italia di Lorenzo il Magnifico, morto nel 1492, non esiste più; poco più di quarant'anni dopo, nel 1534, data della morte di Clemente VII e ultimo traguardo della narrazione guicciardiniana, il primato europeo passerà prima alla Spagna e quindi alla Francia: questa Storia pertanto, è il tragico ritratto della scomparsa di un paese - il nostro - che aveva educato il mondo, se non a reggersi come Stato, a istituirsi come fonte di civiltà, di cultura, di sapere giuridico e, non da ultimo, come sorgente di arte bella e di libero pensare.