Il CV, curriculum vitae, è una sintesi della propria formazione e delle proprie esperienze. Un testo breve e ricco di informazioni, destinato a offrire un’immagine complessiva della propria persona e delle proprie opere. Ed è in forma di CV che Pier Cesare Bori, giunto a un momento critico della sua vita, ha voluto narrare la propria storia, inanellando date, luoghi, eventi, regalandoci un autoritratto sobrio e scarno, ma capace di insegnare molto a chi avrà voglia di leggerlo. L’autore si rivolge innanzitutto a una cerchia di giovani ricercatori e amici, cui raccomanda di non perdere di vista gli insegnamenti ricevuti in seno alle comunità che hanno contribuito alla loro formazione, nonostante i limiti che possono aver rivelato nel corso del tempo. Sono pagine piene di serenità e gratitudine, colorate dall’autoironia di chi vivendo ha compreso che la vita è un percorso pieno di passi falsi. Sono pagine dettate dalla certezza che la vita delle persone che lo hanno accompagnato in questo tragitto è più importante e interessante di una fredda elencazione di fatti, anche se istituzionalmente rilevanti.
Pier Cesare Bori, studioso di giurisprudenza, teologia e scienze bibliche, dal 1970 ha insegnato Storia del Cristianesimo e delle Chiese, Filosofia morale e Diritti umani nell’Università di Bologna. Fra le sue molte pubblicazioni ricordiamo: «Il vitello d’oro: le radici della controversia antigiudaica» (Bollati Boringhieri, 1983), «L’interpretazione infinita» (Il Mulino, 1987), «L’altro Tolstoj» (Il Mulino, 1995), «Per un percorso etico tra culture» (La Nuova Italia, 1996) e «Pluralità delle vie: alle origini del Discorso sulla dignità umana di Pico della Mirandola» (Feltrinelli, 2000). Ha recentemente curato le traduzioni cinese e araba dell’«Oratio de hominis dignitate» di Pico della Mirandola.
La vita di Gramsci prigioniero del fascismo fu tormentata dall'angoscia e dai sospetti: l'angoscia per essere stato "messo da parte" politicamente e "dimenticato" anche dalla moglie; i sospetti che Togliatti e il Pcd'I ne sabotassero la liberazione. Nella sua condizione Gramsci vede riflessi i drammi della "grande storia" ed elabora una revisione profonda dei fondamenti del bolscevismo: la concezione della politica e dello Stato, l'analisi della situazione mondiale, la teoria delle crisi e la dottrina della guerra. Nei "Quaderni del carcere" si sedimenta così un nuovo pensiero col quale si riprometteva di dare battaglia, una volta libero, per mutare gli indirizzi del movimento comunista. Al tempo stesso, attraverso l'epistolario ne comunica i capisaldi a Togliatti, proseguendo il duro confronto che li aveva divisi alla vigilia del suo arresto. È un "capolavoro" di comunicazione in codice che contempla atti di ribellione contro la sconfessione della sua politica e aspre denunce per la sua mancata liberazione. Sullo sfondo, la lotta eroica per non cedere ai ricatti di Mussolini e difendere condizioni minime di sopravvivenza. Collocati nella storia, si sciolgono gli enigmi che hanno scandito per lunghi anni gli studi gramsciani, originati dalla scissione fra la sua vita e il suo pensiero.
Qualcuno non lo avete mai sentito nominare, per altri avete pianto. Di qualcuno vi stupirete che fosse ancora in vita. Di qualcun altro direte: era ora. E vi lamenterete perché altri sono stati esclusi dalla lista. Sono persone, illustri e non illustri, che se ne sono andate nel 2011. Cioè, sono appena morte. Uomini politici, attrici del cinema, pittori, cantanti, esploratori, politici lungimiranti, dittatori, seduttori e seduttrici, eroi sconosciuti, vittime dimenticate, generali, campioni dello sport, rivoluzionari, diplomatici, artisti, registi, filosofi, scrittori. Uno è riuscito a cambiare in peggio le nostre vite negli ultimi dieci anni. Una aveva una voce che sapevi che si sarebbe spezzata. Uno andava troppo forte: era fatto così. Uno si è dato fuoco in Tunisia. Era appena iniziato l'anno. Due erano i maggiori poeti italiani. Sessantanove erano ragazzi della gioventù laburista norvegese. Uno è stato definito "il nuovo Leonardo da Vinci". In questo libro troverete oltre cento biografie di persone da ricordare, parte di una grande famiglia. Quella umana, ben s'intende. Come quando, dopo cena, si raccontano storie di buoni e cattivi, che ci sono passati vicino mentre andavamo... Già, dov'è che stavamo andando? Con la collaborazione di Frank Viviano.