È il 1942 quando Miroslav Krleza, il bardo della letteratura croata del XX secolo, si siede alla scrivania nella sua Zagabria dilaniata dalla Seconda guerra mondiale per scrivere i ricordi d'infanzia nella sua città, il cui nome tedesco durante la dominazione austro-ungarica era Agram. Krleza viveva il periodo più difficile della sua vita e nel tornare indietro a quand'era un bambino di dieci o undici anni cercava volutamente conforto nei ricordi d'infanzia e nel bene ricevuto dalla nonna materna, Terezija Goricanec. Ne scaturisce una prosa memorialistica sorprendente nella quale, nonostante l'autore narri del periodo in cui era appena entrato a scuola, il linguaggio usato è ricco sia stilisticamente che di contenuti. Krleza usa la lingua di un adulto colto, piena di arcaismi, parole straniere, citazioni latine, italiane, tedesche, barzellette in dialetto kajkavo, per riflettere riflette sulla religione, sulla Chiesa, sulla filosofia, sulla politica, sull'etica, sulla pittura, sull'arte, sulla natura della vita umana, procedendo per brevi immagini e osservazioni per di più legate alle riflessioni interiori.
Il volume raccoglie i contributi offerti in occasione del VII Simposio della Penitenzieria Apostolica (21-22 ottobre 2021). Le riflessioni degli Autori si muovono intorno a due nuclei tematici: il sacramento della Penitenza e la Penitenzieria Apostolica, considerati all'interno dell'arco cronologico racchiuso tra la Rivoluzione francese e la fine del pontificato di Leone XIII. Nella cornice di tale periodo, marcato da profonde trasformazioni e violente contrapposizioni, si sottolinea l'importanza assunta dal sacramento della Confessione quale luogo privilegiato dell'espressione religiosa dell'Ottocento. A riguardo, i saggi ribadiscono l'affermarsi della morale liguoriana e ricostruiscono la prassi del sacramento alla luce dei trattati di teologia e dei decreti dei concili ecclesiastici. Le forme di una più generale spiritualità penitenziale, che permea pur con sfumature diverse l'intero secolo, vengono inoltre esemplificate attraverso le figure di alcuni grandi santi (il Curato d'Ars, John Henry Newman, etc.) e soffermandosi sulla ripresa dei pellegrinaggi penitenziali in Terra Santa. Ampio spazio è dedicato, in seconda battuta, alla Penitenzieria Apostolica, di cui si illustrano il profilo istituzionale, l'operato e le relazioni con altri dicasteri curiali. Viene soprattutto rilevato il contributo fondamentale espresso dal Tribunale nei momenti di maggiore crisi per la Chiesa, specialmente durante l'età napoleonica o nelle varie fasi del processo di unificazione nazionale italiano. L'attività del Dicastero è ricostruita da una prospettiva "interna", grazie soprattutto alla possibilità di esaminare le carte dei Teologi della Penitenzieria, messe per la prima volta a disposizione dall'Archivio storico del Tribunale.
Questo libro ricostruisce il percorso compiuto dalla Chiesa nella sua relazione con il moderno, assumendo un punto di vista specifico: l'atteggiamento elaborato dal papato. Se il confronto di quest'ultimo con la cultura moderna era iniziato già nel corso della Rivoluzione francese, il punto di partenza prescelto è il pontificato di Pio X che, con la solenne condanna del modernismo nell'enciclica "Pascendi" del 1907, segna una svolta: il moderno, da avversario con cui misurarsi anche per poter essere al passo con i tempi, diventa il nemico che penetra nascostamente all'interno della Chiesa per dissolverla. Vengono qui delineati i tratti fondamentali con cui ciascuno dei pontefici successivi, fino a papa Francesco, si è confrontato con questo insieme di problemi, cercando di definire una linea di presenza della Chiesa nella modernità. Tra continuità dottrinali, differenze pastorali e, talvolta, innovazioni teologiche.
Questo volume contiene: Introduzione (di Mario Curreli), Cronologia, Nota alle traduzioni; "La follia di Almayer"; "Gli idioti"; "Un avamposto del pregresso"; "Il negro del 'Narcissus'"; "Lord Jim"; "Gioventù"; "Cuore di tenebra"; "Tifone"; "Falk"; Note ai testi; Bibliografia.
Questo volume, utilizzando l'archivio interno, raccoglie la documentazione e le motivazioni con le quali sono state messe all'indice le opere di Alfred Loisy. I documenti che portarono alla messa all'indice, da parte della Congregazine dell'Indice e del Santo Uffizio, delle opere di Alfred Loisy nel 1903. Grazie alla conoscenza del dibattito curiale e di documenti mai pubblicati, è possibile avere una visione più chiara della grande querelle degli inizi del Novecento fra Modernismo e Antimodernismo. Un volume di particolare interesse per cultori di storia della Chiesa e per le biblioteche.
Questo studio è incentrato sulla coscienza di evangelizzazione e di attenzione ai poveri, vissuta nella Chiesa diocesana di Rimini in un periodo (1870-1903) segnato teologicamente da una solida spiritualità incentrata sul Mistero dell'Incarnazione del Figlio di Dio e sull'azione dello Spirito Santo nella storia umana, da parte di movimenti laicali e religiosi aperti alla condivisione con i poveri. "È di grande interesse il periodo temporale preso in esame da Don Biagio Della Pasqua in questa ben strutturata ricerca, ma ancor più rilevante è il punto di vista con cui considera un segmento di storia della Chiesa riminese, avendo ben presente il quadro più ampio, quello nazionale".
Nel contesto odierno appare sempre più necessario rinvigorire la consapevolezza del valore e del significato della democrazia. Alla società globale si impone con urgenza una rivalutazione del fondamento metafisico ed etico dell’autorità politica, un’analisi approfondita della svolta antropologica del personalismo, un bilancio del cammino compiuto dal principio democratico. Questo volume offre un utile contributo in tal senso. l’autore mette in luce la rilevante eredità del pensiero di Pietro Paan, uno dei più grandi pensatori cattolici del secolo scorso, nel magistero sociale della chiesa e, in particolar modo, la risemantizzazione del concetto di democrazia da lui operata nell’alveo della cultura moderna. Tale riflessione aiuta a riscoprire il volto autentico della democrazia, rispettosa della trascendenza dell’uomo, quale strumento di liberazione e di partecipazione dei cittadini alla causa del bene comune.
Lourenço Flaviano Kkambalu (Alto Catumbela, Angola 1970) è Missionario Salettino dal 1991 e presbitero dal 1997. nel 2006 ha conseguito la laurea in Filosofia presso la Pontificia Università Salesiana. Ha collaborato con la rivista religiosa di informazione e cultura La Salette. È attualmente Vicario regionale dei Missionari Salettini per l’Angola, rettore del Seminario salettino di Filosofia, membro della Commissione internazionale di Formazione dei Missionari Salettini e docente presso il Seminario diocesano di Benguela.
Il presente lavoro si prefigge l'obiettivo di ricostruire la riflessione giuridica di Salvatore Pugliatti, con particolare riguardo alla metodologia e alla teoria della interpretazione. A tale scopo, si è tentato di mettere in luce il rapporto tra l'attività del giurista e la imponente cultura del Pugliatti umanista, musicologo, letterato e critico d'arte. Ne emerge il profilo di un personaggio avvincente, "vero uomo del Rinascimento", capace di segnare, con la sua multiforme personalità, il panorama culturale italiano del Novecento.