Stagione di energia ed esuberanza, ma anche di inesperienza e incompiutezza, la gioventù compare nella Bibbia attraverso le figure di Esaù e Giacobbe, Giuseppe, Tobia, Davide, Daniele e le pagine del Cantico dei cantici e dei vangeli. Accanto ad esclusi, reietti, ultimi, schiavi o balbuzienti, anche i giovani sono tra coloro che Dio sceglie come portatori del suo messaggio. La loro ingenuità potrebbe essere d'ostacolo, ma l'elasticità li porta a offrirsi fiduciosi a progetti che li mettono al centro della scena, li considerano creature in evoluzione e rovesciano le tradizionali gerarchie tra le generazioni.
L'edizione quadriforme del libro dei Proverbi, utile per recepire il testo biblico in lingua originale e affrontare le difficoltà delle lingue antiche, propone:1) il testo ebraico masoretico (TM) della Biblia Hebraica Stuttgartensia, basata prevalentemente sul Codex Leningradensis B19A, datato circa 1008; 2) il testo greco nella versione dei Settanta (LXX) di Rahlfs, basata prevalentemente sul Codex Vaticanus (B) risalente al IV secolo dopo Cristo; 3) il testo latino della Nova Vulgata, redatta nel post-concilio e normativa per la liturgia cattolica; 4) il testo della Bibbia CEI 2008, normativa per la liturgia italiana, con paralleli essenziali a margine e segnalazione dei termini difformi dall'ebraico; 5) la traduzione interlineare italiana di ebraico e greco, eseguita a calco e orientata a privilegiare gli aspetti morfologico-sintattici del testo originale. Il volume prosegue la nuova sezione della collana.
Un sussidio per stimolare la curiosità intorno a tutti i libri della Bibbia proponendo un facile gioco: il cruciverba.
Il testo ne presenta 73, uno per ogni libro della Scrittura, di dimensioni variabili così come gli stessi libri biblici. Le definizioni si muovono sostanzialmente in tre ambiti: biblico, religioso, multidisciplinare. Per risolvere con maggiore facilità le domande di tipo biblico e religioso ogni cruciverba è dotato di una serie di annotazioni utili, dal titolo "Caratteristiche del cruciverba". E per i più somari…. al termine del sussidio è stata predisposta una sezione con tutte le soluzioni!
Nato nella scuola, come test su una materia, è uno strumento divertente, utile anche in famiglia e per l’animazione.
Note sugli autori
Adelmo Bibiani (Carpi - MO 1951) ha conseguito nel 1976 il baccalaureato presso lo Studio interdiocesano di Reggio Emilia e nel 1979 la licenza in scienze dell’educazione presso l’Università Pontificia Salesiana. Dal 1989 è docente di metodologia e didattica della religione all’Istituto Superiore di Scienze Religiose "SS. Vitale e Agricola" di Bologna. Dal 1994 insegna nel liceo delle scienze sociali "Matilde di Canossa" di Reggio Emilia.
Maria Paola Cocchi (Modena 1953) nel 1986 ha conseguito il diploma in teologia presso la Scuola di formazione teologica "Beato Contrado Ferrini" di Modena e nel 1990 ha ottenuto il magistero in scienze religiose all’Istituto Superiore di Scienze Religiose "SS. Vitale e Agricola" di Bologna.
Presso le EDB hanno pubblicato: il sussidio per le scuole medie e il biennio superiore 30 cruciverba di religione, 1992; il sussidio per le scuole elementari Alla ricerca dell’amico Gesù, 1995; il sussidio per le scuole medie superiori 60 nuovi cruciverba di religione, 2000.
Nel corso dei secoli, la Bibbia è stata spesso citata per desumere argomentazioni finalizzate a giustificare la condizione di inferiorità e di assoggettamento delle donne nella vita familiare e sociale. Su questo tema il volume sonda il testo sacro con l'intento di cogliere i tratti negativi da cui, a prima vista, non appare del tutto immune, di mettere in risalto il personalismo che attraversa l'intera Scrittura e di cogliere, attraverso i temi dell'eros dell'agàpe, le istanze del femminismo contemporaneo e dell'esegesi femminista.
L’opera, che fa seguito a un volume dedicato all’esegesi patristica nell’Antico Testamento, si propone di diffondere anche presso un pubblico di non specialisti il pensiero dei Padri, nutrito com’è dalla Parola di Dio, da loro incessantemente meditata, spiegata e attualizzata. Contro le tendenze separatiste di matrice gnostico-marcionita, il merito dei Padri fu di salvare l’unità dei due Testamenti, e quindi l’essenza del messaggio cristiano, grazie al fatto che essi riconobbero in entrambi la presenza e la centralità di Cristo.
Nel contesto moderno di una diffusa e qualificata ricerca sull’esegesi patristica, di fronte al disagio suscitato dalle esasperazioni allegoriche dei Padri, dalle loro spiegazioni talora un po’ deboli e non sempre precise, sorge spontanea una domanda: che valore hanno i loro commentari biblici per l’esegeta di oggi? Al di là di polemiche vecchie e nuove, ai Padri viene ampiamente riconosciuta una singolare ricchezza di spiritualità e di teologia, che non di rado scarseggia in commentari “moderni”. Il che fa ancora dell’esegesi patristica un eccezionale tesoro, capace di arricchire e in certo modo integrare l’esegesi dei nostri tempi.
L’opera, cui farà seguito un ciclo dedicato all’esegesi patristica nel Nuovo Testamento, si propone di far conoscere e diffondere il pensiero dei Padri, nutrito com’è dalla Parola di Dio, che viene da loro incessantemente meditata, spiegata e attualizzata. Sul tema il volume raccoglie contributi di alcuni tra i più esperti studiosi della materia. La Chiesa delle origini sin dal I e II secolo si trovò impegnata nella lettura e nell’esegesi dell’Antico Testamento, variamente rifiutato dalle eresie gnostiche e marcionita. L’esigenza di salvaguardare i due Testamenti portò dunque a elaborare un sistema interpretativo fortemente unitario in chiave cristologica. In particolare Alessandria, soprattutto con il grande maestro Origene, fu al centro di una progressiva elaborazione di tipo allegorico, pur sempre sostenuta da una costante attenzione filologica. Nel volume vengono presi in esame “il libro della creazione” – oggetto di un’esegesi pressoché ininterrotta da parte dei Padri –, episodi emblematici dei libri storici, quali la vicenda della maga di Endor e la storia di Naboth, i testi messianici contenuti nei libri dei profeti, il libro dell’Ecclesiaste e i il Cantico dei cantici. Chiude il ciclo un contributo originale e di attraente lettura: la simbologia del mondo animale nell’immaginario dei libri veterotestamentari.
Una caratteristica dei racconti biblici è la presenza di numerosi personaggi secondari che svolgono un ruolo essenziale nella narrazione. Un esempio fra tanti è quello della ragazzina ebrea, schiava di Naaman il Siro, che fornisce la soluzione al problema del suo padrone lebbroso mandandolo dal profeta Eliseo. Provenendo spesso da fonti popolari che celebrano la rivincita dei piccoli sui grandi e dei deboli sui potenti, le storie della Bibbia esprimono la mentalità di un popolo che non può vantare conquiste, ricchezze o particolari realizzazioni artistiche. Inoltre, Israele si riconosce nei suoi re e nei suoi potenti, ma anche nei servitori, nei pastori, negli artigiani. In questa galleria di figure primeggiano Giuseppe che salva l'Egitto dalla carestia, la vedova Giuditta che libera il suo popolo da un potente nemico o le levatrici dell'Esodo che ingannano il faraone per salvare i figli d'Israele. Ma anche la donna che libera la città di Tebes spezzando il cranio di Abimelek con una macina buttata dalle mura, l'anziana di Tekoa che riconcilia Davide con il figlio Assalonne o la donna saggia di Abel che discute con Gioab, generale di Davide, e pone fine alla ribellione di Seba.
Questo studio suggerisce che Dio «rubi» spesso la scena agli attori umani e impedisca che vi sia, nella Bibbia, una vera letteratura eroica simile a quella greca e latina. Ma proprio l'onnipresenza del personaggio divino - a volte sul palcoscenico, altre volte dietro le quinte - getta una luce molto particolare proprio sui gesti più semplici e sulle figure che occupano il fondale.
Descrizione dell'opera
Il 18 novembre 1965, durante l’ultima sessione del concilio Vaticano II, veniva promulgata la Dei Verbum, la Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione. Il testo, nato da un confronto coraggioso e aperto, aveva saputo tenere insieme il rispetto per la tradizione della Chiesa e l’esigenza di un profondo rinnovamento pastorale. A mezzo secolo di distanza, qual è stato il cammino di quel documento? Che cosa ne resta? E su quale strada e in quale direzione la Chiesa ritiene oggi di dover camminare?
Un monaco e due professori di studi biblici cercano risposte a questi interrogativi, riflettendo sulla necessità che la parola di Dio divenga sempre più il centro della vita e dell’esperienza di comunità cristiane aperte anche all’ecumenismo e ai non credenti.
Sommario
Parola di Dio, parola a Dio (E. Bianchi). Il rapporto tra Antico e Nuovo Testamento (M. Grilli). Percorsi biblici nella Dei verbum (L. Mazzinghi). Costituzione dogmatica sulla divina rivelazione Dei Verbum.
Note sugli autori
Enzo Bianchi, priore della Comunità monastica di Bose, è consultore del Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani. Collabora con La Stampa, La Repubblica, Avvenire e Jesus. Per EDB ha pubblicato Michele Pellegrino. Padre della Chiesa padre della città (con Luigi Ciotti ed Ernesto Olivero, 2012) e Via crucis. Meditazioni e preghiere (2013).
Massimo Grilli è docente di Nuovo Testamento alla Pontificia Università Gregoriana. Per EDB ha pubblicato di recente Scritture, Alleanza e Popolo di Dio (2014) e ha curato, con Joseph Maleparampil, Il diverso e lo straniero nella Bibbia ebraico-cristiana (2013).
Luca Mazzinghi è docente di Antico Testamento alla Facoltà teologica dell’Italia centrale e al Pontificio Istituto Biblico. Per EDB ha pubblicato di recente Al cuore della sapienza. Aspetti del vivere nell’Antico Testamento (2014) e L’indagine e l’ascolto. Metodo e sguardo dei saggi di Israele (2014).
Esclusione e accoglienza, particolarismo e universalismo, elezione e universalità della salvezza rappresentano due prospettive, entrambe presenti nella Bibbia e non di rado in reciproca tensione. Il tema è di grande attualità, osserva il cardinale Ravasi nel testo, "visto che sempre di più si è convinti che le religioni siano fonte di particolarismi, di settorialità, di tensioni. Le siepi che esse costruiscono tra loro diventano con il tempo spinose e alla fine si trasformano in veri e propri muri invalicabili". Il libro prende in esame l'altro, il diverso e lo straniero nella Bibbia soffermandosi su Adamo, Noè e Abramo, riflette sull'universalismo e il particolarismo nell'Antico Testamento a partire dalle parole dei profeti e si conclude con una riflessione sul Nuovo Testamento e, in particolare, sulle lettere di Paolo, cui si deve l'affermazione "Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù".
Per la Chiesa di Roma l'italiano è una lingua di importanza maggiore rispetto alle altre e buona parte dei prelati cattolici stranieri - ma anche di molti sacerdoti e religiosi - lo parla in modo sufficientemente corretto. L'importanza del nostro idioma, d'altronde, si accresce tanto più quanto più si restringe nel mondo contemporaneo la capacità di comprensione del latino, tradizionalmente considerato lingua ufficiale della Chiesa e abbandonato dalla liturgia solo con il concilio Vaticano II. Ma il discorso può anche essere visto specularmente perché il cattolicesimo va senz'altro annoverato tra i fattori di promozione internazionale dell'italiano. Un simile sostegno alla diffusione all'estero è certo legato a filo doppio alle possibilità offerte dagli odierni mezzi di comunicazione, ma se si guarda indietro si può riconoscere che il nesso tra cattolicesimo e promozione dell'idioma nazionale è attivo già da tempo ed è stato parte rilevante del contributo che la Chiesa e i cattolici hanno dato alla storia d'Italia e alla costruzione dell'identità nazionale. Nella nostra storia linguistica, una parte fondamentale di tale contributo è da attribuire, in particolare, alla traduzione in italiano della Bibbia e alla predicazione religiosa tra Sette e Ottocento.
Quando nell'Europa moderna la Bibbia passa dal pulpito alla cattedra, dalla chiesa all'aula universitaria, dalla predicazione all'esame esegetico prende forma un approccio critico e scientifico ai testi che solleva vari interrogativi su fede e scienza e su Scrittura e Tradizione. Nel XX secolo il magistero cattolico reagisce alle innovazioni, ritiene di dover proteggere i fedeli dal razionalismo e dal modernismo, ma al tempo stesso favorisce la fondazione dell'École Biblique et Archéologique a Gerusalemme, della Pontificia Commissione Biblica e del Pontificio Istituto Biblico a Roma. Nel 1943, con l'enciclica Divinu Afflante Spiritu, Pio XII auspica una maggiore apertura degli studi biblici, ma la relazione, di fatto irrisolta, tra Scrittura e Tradizione riaffiora al Vaticano II e fa della costituzione dogmatica Dei Verbum uno dei punti caldi del dibattito conciliare. Il prezioso documento della Commissione biblica "L'interpretazione della Bibbia nella Chiesa" (1993) sancisce infine che l'esegesi storico-critica è un metodo irrinunciabile per l'approccio esegetico ai testi biblici.
La costola di Adamo e la mela di Eva. L'azzurro mare dell'Esodo che viene chiamato Rosso. Mosè raffigurato con le corna. Un ramoscello che diventa una rosa. Un cammello che passa per la cruna di un ago. La Bibbia, considerata da Claudel un "immenso vocabolario", da Blake un "grande codice dell'arte" e da Chagall un imponente "atlante iconografico", costituisce un inesauribile deposito e una riserva tematica di figure e metafore che talvolta sono il risultato di sviste e di veri e propri errori di traduzione. L'Antico Testamento ne ha conosciuti nei passaggi dall'originale ebraico al greco lingua culturale e cultuale dell'antico Oriente - poi nel latino di Girolamo e nella lingua della cancelleria sassone di Martin Lutero. Gli esempi di traduzioni sbagliate sono innumerevoli, ma alcuni errori si sono depositati con maggiore forza e con effetti di rilievo. Alcuni, "derivanti da mancanza di conoscenza e senza alcuna conseguenza negativa, come, ad esempio, Mar Rosso, dovrebbero essere guardati a mio avviso con un sorriso di compiacenza, senza ulteriori preoccupazioni", osserva l'autore del volume. "Ben diversamente vanno invece considerati gli errori di traduzione voluti, tendenziosi, che comportano a volte cambiamenti insidiosi o calunniosi e persino veri e propri stravolgimenti del senso. In questi casi occorre urgentemente un impegno ecumenico e una tempestiva correzione". Prefazione di Jean-Louis Ska. Postfazione di Roberto Alessandrini.