Con questo volume conclusivo la grande ricostruzione di Rosario Romeo giunge alla fase culminante della vita e dell'opera politica di Cavour. Messo in crisi dalla guerra di Crimea il sistema di alleanze uscito dal congresso di Vienna, la diplomazia cavouriana si inserì nel varco così prodottosi, dapprima sulla scia della politica revisionista di Napoleone III e poi aprendosi un proprio autonomo spazio di manovra. In tal modo fu resa possibile la nascita del nuovo Stato italiano, sostanzialmente imposta al mondo della conservazione europea e alle stesse grandi potenze occidentali. Tutto ciò sullo sfondo di un serrato confronto del liberalismo cavouriano con la democrazia mazziniana e garibaldina, rimasto di esito incerto sino all'autunno 1860. Il nuovo regno non fu solo una costruzione politico-territoriale più vasta ma anche l'avvio a un generale processo di modernizzazione di tutta la vita della società italiana, via via diventato più celere nei decenni successivi. Tuttavia, nel riesame del proprio passato e della propria identità nazionale al quale si è dedicata l'Italia del secondo dopoguerra è stata anche coinvolta l'opera e la personalità del conte di Cavour. Alle indiscriminate esaltazioni di un tempo si sono talora sostituite demolizioni facili e incontrollate. A centocinquant'anni dall'Unità italiana vi è ormai spazio per una considerazione più distaccata, come quella alla quale Rosario Romeo ha voluto giungere in quest'opera.