Gesù ha voluto lasciarci un solo comandamento: "Amatevi gli uni gli altri, come io vi ho amati". Su questo punto però deve esserci stato qualche malinteso, perché troppo spesso capita di incontrare persone che ne hanno invertito il senso: amando Dio, si convincono di amare anche il prossimo. Invece l'amore per gli altri è parte integrante dell'amore per Dio, e la disponibilità a relazionarci con loro rappresenta il compimento della sua volontà. Eppure l'affetto che proviamo non sempre produce il bene che avevamo immaginato: ideologie, egoismi e incapacità di riconoscere l'altro come un individuo autonomo erodono lentamente i legami che abbiamo coltivato. Come possono, quindi, i credenti e i non credenti - che confidano entrambi nell'amare e nell'essere amati per dare completezza alla propria esistenza -raggiungere la felicità? E perché l'amore è così indissolubilmente legato alla tensione etica e all'idea più alta di giustizia? Attraverso esperienze personali, riflessioni e racconti delle tante vite con cui entra in contatto, don Rigoldi in queste pagine indaga le diverse forme dell'amore - da quello passionale a quello filiale - e traccia al contempo una grammatica sentimentale per riportare l'esperienza amorosa nel solco della relazione. "Ogni strada può essere tentata, perché ad amare si impara, è un compito che abbiamo per tutta la vita. Scegliere di amare e decidere di imparare: questo è il primo passo."
"Una sveglia, una chiamata a raccolta. Nascono così queste pagine, un appello per chi nel mondo vorrà ascoltare". Piero Bassetti, politico di lungo corso e protagonista della vita culturale e istituzionale del nostro Paese, lancia un messaggio rivolto ai milioni di persone nel mondo che chiama "italici". Molto più numerosi di quelli che definiamo italiani, gli italici costituiscono una comunità fondata sulla condivisione di valori, interessi ed esperienze, che l'autore esorta a divenire consapevole delle proprie potenzialità. Il mondo di oggi è glocal: ciò vuol dire che sempre di più in futuro sarà il rapporto tra la dimensione globale e quella locale degli eventi a fare la differenza. Per questo è essenziale il riferimento a una presenza valoriale e culturale che trascenda la dimensione nazionale e che l'autore presenta nei suoi tratti essenziali. Nata come intuizione, l'"italicità" si è nel tempo sostanziata di molti elementi: esperienze dirette, elaborazioni teoriche maturate dall'incontro con grandi pensatori e dalla ricerca sul campo. Una ricchezza di spunti che mira a individuare ciò che lega gli italici, per favorirne sempre più il processo di aggregazione in una world community. Il punto di partenza è il mondo degli affari, non solo perché è nelle camere di commercio che questa ricerca ha preso avvio, ma perché è inizialmente nel business che si incarnano valori e interessi.
"Vi è un tipo di terribile cui il poeta ha accesso solo e unicamente tramite il disgustoso. È il terribile della fame." Non stupisce, alla luce di questa affermazione di Gotthold Ephraim Lessing, che l'estetica si soffermi su quanto di più disgustoso ci sia nel cibarsi. Nell'estetica moderna, il disgusto si annida nella definizione stessa del gusto e si appella a quell'oscurità in cui è stato relegato in quanto senso inferiore. L'elemento carnale, corporeo, materiale, inevitabilmente legato al gusto e al piacere estetico, è dunque anche ciò che genera il rovesciamento del piacere in dispiacere, del gusto in disgusto. La possibilità di un'estetica del disgusto, di una forma di godimento al tempo stesso attraente e repulsiva dell'arte, si rivela una sfida particolarmente stringente per la riflessione filosofica, che ha dedicato negli ultimi anni un'attenzione sempre maggiore a questa sensazione. Il carattere innovativo dei saggi raccolti in questo volume consiste proprio nel restituire una definizione del rapporto tra gusto e disgusto a cavallo tra estetica e alimentazione.
Sprecare significa gettare il cibo nella spazzatura ma anche mangiare cibo spazzatura: il primo nuoce alla salute dell'uomo, il secondo danneggia la salute della natura. Entrambe sono legate fra loro, come al rapporto ambiente-uomo, risorse-consumi, ecologia-economia. Relazioni viziate, da cambiare. Non solo con la filosofia del cibo lento, della filiera corta, del chilometro zero. Onde corte, che increspano il mare in superficie. Senza però modificare le grandi correnti. Per nutrire il pianeta, l'unica strada è ridare valore al cibo. Ma quale cibo? Quello medio, né troppo basso né troppo alto. Un percorso che diventa un viaggio nei luoghi dove passa il cibo medio: dallo studio agricolo al mercato ortofrutticolo, dall'industria alimentare al supermercato, dal parco tematico all'esposizione universale. Per arrivare alla scuola: un (p)assaggio fondamentale. L'educazione alimentare serve a comprendere il valore del cibo, imparando a fruire invece che consumare, a evitare gli sprechi e i falsi miti degli spadellatori televisivi.
Il nababbo di Treviso? Possiede 163 motociclette, 155 bici da corsa, 70 fra yacht e motoscafi e 493 auto, compresa la Jaguar di Diabolik. Tutto gelosamente custodito in una decina di capannoni. Collezionismo estremo: per soddisfarlo, ha sottratto 40 milioni di euro alle banche e messo 700 dipendenti sulla strada. Il Corona di Arzignano? Guadagnava 9 milioni di euro, denunciava al fisco 177 euro. Lo 0,0001 per cento. Il suo mito? Il re dei paparazzi Fabrizio Corona. La sua vita? Una cavalcata tra eccessi, belle donne e champagne. Le tasse? "Una parola complicata." Si sente un evasore? "Dov'è il problema? No go copà nisun." Non ha ammazzato nessuno. Eccoli qui i pescecani, quelli che negli ultimi anni si sono arricchiti alle spalle degli italiani che tiravano la cinghia. Pare che siano sempre di più e i dati parlano chiaro: la crisi non ha aumentato solo le differenze tra ricchi e poveri, ma anche la percentuale di chi fa soldi in modo illegale. E il rischio è che, voraci come sono, i pescecani si stiano impadronendo del Paese. Che siano proprio loro a comandare, del resto, è apparso evidente quando è saltato il tappo della Cupola di Roma. E a chi chiede perché i problemi non si risolvono, ecco spiegata la ragione: perché ci sono loro, i pescecani, che nei nostri problemi ci sguazzano. E fanno soldi. Molte delle storie che leggerete in queste pagine vi faranno arrabbiare. Molte vi faranno sorridere.
Palermo, gennaio 1981. Il capitano Angiolo Pellegrini assume il comando della sezione Anticrimine dell'Arma dei carabinieri. Un ruolo scomodo: la mafia in Sicilia ha seminato una lunga scia di cadaveri eccellenti e tiene l'isola sotto scacco. Molto più di quanto si voglia ammettere. Unica speranza, un giudice palermitano che con alcuni colleghi ha fatto della lotta alle cosche la sua missione: Giovanni Falcone. Ha bisogno però di uomini fidati che portino avanti le indagini a modo suo. E Pellegrini non si tira indietro: mette insieme una squadra di fedelissimi - la banda del "capitano Billy The Kid" - e va a infilare il naso dove nessuno ha mai osato, guadagnandosi l'amicizia e la stima del magistrato. Mentre i "viddani" di Totò Riina e Binnu Provenzano falcidiano a colpi di kalashnikov le vecchie famiglie, carabinieri, polizia e magistrati si alleano in un'azione congiunta che culmina nel rapporto dei 162 e nell'estradizione di Tommaso Buscetta. Il maxiprocesso potrebbe essere il colpo decisivo, e invece... Questo libro ricostruisce dall'interno, a ritmo serrato, il periodo più drammatico ed eroico della guerra a Cosa Nostra: quello che vide uno sparuto gruppo di uomini coraggiosi combattere davvero e dare nuova speranza alla Sicilia; ma anche quello che vide cadere Dalla Chiesa, D'Aleo, Chinnici, Cassarà, Montana. Forse inutilmente, perché il vero nemico rimase senza volto: un oscuro, ambiguo potere politico... Prefazione di Attilio Bolzoni.
Un libro per raccontare vent'anni di "Libera" non basta. Ce ne vorrebbero tanti, per quante sono le storie, le persone che durante questi vent'anni hanno contribuito con corresponsabilità a combattere mafie e corruzione nel nostro Paese. Storie di donne e uomini, appassionati e discreti, che hanno dato gambe, corpo, cuore e cervello per costruire quel "Noi" che si ribella all'indifferenza e alla rassegnazione. Non siamo certamente riusciti a dare voce a tutte le iniziative, ai momenti e alle persone che meritavano un ricordo o una citazione. Avremo dimenticato molti episodi significativi nei mille territori in cui Libera c'è e lavora quotidianamente, ma questo libro non può e non deve essere considerato un punto di arrivo. La cultura della legalità e la giustizia sociale camminano sulle gambe dell'impegno civile e della partecipazione, su quelle pratiche quotidiane di cittadinanza che costruiscono e fondano una comunità. Una comunità in cui continueremo a vivere insieme, con la consapevolezza che la strada è in salita, ma ne vale sempre la pena.
Quali sono i libri che hanno costruito la realtà in cui viviamo? Andrew Taylor raccoglie la difficile sfida di elencare le cinquanta opere che hanno modificato per sempre il corso della storia, scegliendo di raccontare le vicende dell'uomo attraverso quei testi che, nei secoli e nelle epoche più diverse, hanno arricchito il mondo, lo hanno reso un posto migliore e, a volte, sono diventati il pretesto di guerre e di tragiche divisioni. In un percorso che parte dall'"Iliade" fino ad arrivare alla fortunata saga di "Harry Potter", incontriamo così il "Kamasutra" e il "Manifesto del partito comunista", la "Bibbia" e il "Corano", ma anche Niccolò Machiavelli, Galileo Galilei e Primo Levi, senza dimenticare quell'indispensabile volume che per anni non è mai mancato nelle nostre case: l'elenco telefonico. Di ogni opera Taylor ci racconta la genesi, le peculiarità, i sogni o gli incubi che ha suscitato. Il risultato è uno inno alla forza della parola scritta e una celebrazione unica del potere della lettura: un'opera ricca e per molti aspetti provocatoria dedicata a tutti coloro che sono ancora convinti che con i libri sia possibile cambiare il mondo.
Che cosa sappiamo davvero di Dante Alighieri? Le tracce lasciate dal poeta nei documenti del suo tempo sono pochissime. Le notizie tramandate dai primi biografi intrecciano ricordi autentici e fioriture leggendarie. Tracce e notizie trovano una chiave di lettura solo grazie al monumento autobiografico che l'Alighieri ha costruito nelle sue opere. Senza mai dissimulare lo scarto fra critica dei documenti e interpretazione storico-letteraria, il libro disegna così il profilo di una possibile "'vita di Dante scritta da esso". Con un saggio di Giuliano Milani.
Il recente colpo di Stato di Kiev è stato l'ultimo atto di una strategia messa in atto per spingere l'Ucraina nella Nato e quindi per preparare il terreno alla definitiva disintegrazione della Russia come Grande Potenza. Dopo aver assistito a questo tentativo di minare le basi geostrategiche della sicurezza russa, Putin è tornato con maggior forza a promuovere un'azione in grado di ricostituire la sfera d'influenza di Mosca nelle regioni dell'ex Unione Sovietica e di dimostrare alla comunità internazionale che l'"Orso russo" possiede ancora artigli forti che gli consentono di tenere a bada i suoi avversari. Sfidando la Russia nel suo cortile di casa l'Occidente ha dato il via a una crisi globale destinata a minare per i prossimi anni la possibilità di costruire un pacifico ordine mondiale.
Una storia vera ma così incredibile che sembra creata da un'immaginazione diabolica. Un ex terrorista finito in carcere più volte, legato alla Banda della Magliana e addestratosi in Libano durante la guerra civile. Da anni gira per Roma tranquillo con una benda sull'occhio perso durante una sparatoria. Lo chiamano "il cecato". È lui che governa politici di destra e di sinistra. Per i magistrati è il capo. Un omicida. Ha inferto 34 coltellate alla sua vittima ma in cella è diventato detenuto "modello". I suoi convegni in nome della legalità raccolgono il plauso di grandi nomi. In realtà ha fregato tutti. Fuori dal carcere è diventato il businessman dell'organizzazione criminale. Un funzionario pubblico e poi uomo chiave del coordinamento nazionale sull'accoglienza per i richiedenti asilo del ministero dell'Interno, che nasconde almeno tre false identità, le usa per coprire vari reati ma nessuno se ne accorge. È l'uomo di collegamento tra boss e politica. E ancora neofascisti, ultras, soubrette, calciatori, attori. Una galleria eccezionale di personaggi... Tutto questo è "I re di Roma". Abbate e Lillo hanno costruito un racconto con documenti inediti. La testimonianza appassionata di chi ha denunciato quel sistema criminale quando nessuno ne voleva parlare.