Il libretto tratta della sofferenza nella prospettiva personale e spirituale, descrivendo come ciascuno di noi può affrontare il dolore e la morte e quale senso possono avere quei momenti difficili.
Una lettura complessiva dell’opera e della vita di Bonhoeffer basata sullo studio di tutti gli scritti, situata nel contesto storico e teologico contemporaneo.
Dalla quarta di copertina:
La figura dell'ánthropos téleios, cioè dell'uomo che affronta con animo indiviso le frammentazioni della modernità, coniugando le esigenze di una fede integralmente vissuta con quelle dell'autonomia del mondo adulto, è il filo conduttore di questo volume. Esso offre anche in Italia una lettura complessiva dell'opera e della vita di Bonhoeffer basata sullo studio di tutti gli scritti, sull'indagine dettagliata del contesto storico, sul confronto critico con il pensiero teologico contemporaneo e sulla diretta conoscenza della più recente ricerca tedesca.
Tra i temi affrontati, in particolare: la dimensione dialogica del 'modo di pensare' bonhoefferiano, la questione ebraica, sequela ed ermeneutica, la Chiesa confessante e la politica ecclesiastica del nazismo, theologia crucis e pensiero sapienziale, il rapporto con Lutero e la dottrina della giustificazione, il confronto con Barth.
Ricostruzione della bimilleraria storia della lettura cristiana della Bibbia.
Un lucido e stimolante esame di coscienza per la Chiesa e per le comunita cristiane di oggi.
Pagine che dischiudono la bellezza e la profondita liberante della preghiera affidataci da Gesu.
Il saggio su "Lo sviluppo dell'idea musicale" del 1925 è il primo della bibliografia ufficiale di Balthasar. Il movimento della riflessione appare molto determinato nella ricerca di un intrinseco rapporto tra l'energia immanente al Musikgeist e l'impulso trascendente che segna la sua costituzione e dischiude la logica dei suoi sviluppi. Il saggio di Sequeri presenta i temi della saggistica musicale balthasariana nel contesto della genesi del progetto di un'autonoma estetica teologica.
“Le perle malate sono una gemma della poesia ebraica moderna erompente dall’ antica poesia d’amore” (Cesare Angelini). “È un racconto obbligatorio per chi ha perso la testa dietro ai versi della Shulammita nel Cantico dei Cantici. Chi nella Bibbia ha inseguito quei versi non deve mancare questo racconto di Alter Kacyzne” (Erri De Luca). “La novella palpita di accenti maestosi e appassionati, si accende di colori sontuosi, si inebria di una sgargiante sensualità presto convertita in pianto e in dolore” (Claudio Magris). “Kacyzne è un autentico scrittore, martire della lingua yiddish, ma il suo nome onorerebbe qualsiasi letteratura” (Giancarlo Vigorelli).