La densa giornata di studio ha offerto una significativa opportunita per verificare la dimensione pastorale della legge nella Chiesa e la rispondenza del nuovo Codice di Diritto Canonico alle esigenze della comunita ecclesiale nelle due decadi trascorse. Il volume e un utile strumento non solo ai cultori ed operatori del Diritto Canonico, ma anche all'attivita di governo dei sacri Pastori.
Con questo terzo volume si completa il commento alla vigente legislazione canonica. I tre volumi costituiscono una vera novita scientifica per il puntuale commento al Corpus Juris Canonici che, oltre le fonti, evidenzia la complementarieta delle norme canoniche sia di diritto latino che orientale. Presentato dal Card. Sodano il volume, redatto con lo stesso metodo e rigore scientifico dei primi due, fa seguire il commento ai fondamentali documenti della legislazione circa l'organizzazione centrale della Chiesa, con riferimento, in appendice, della legge fondamentale dello Stato della Citta del Vaticano, dell'Ordo Synodi Episcoporum celebrandae, delle Facolta dei Nunzi Apostolici, nonche dei Documenti emessi negli ultimi 30 anni dalla Congregazione per la Dottrina della Fede.
"Da non pochi anni i nostri tentativi di riflettere intorno ai problemi generali del diritto ecclesiale hanno cercato di svilupparsi in una prospettiva unitaria che ci è parsa non soltanto utile quanto addirittura necessaria per una loro coerente ricostruzione ed una più approfondita comprensione. Questa privilegiata e insostituibile chiave di lettura è il pluralismo, che ci è sembrato capace di essere lo strumento metodologico più conveniente per un'intelligenza del diritto canonico conforme ai tempi nuovi maturati con il Conciio Vaticano II." (dall'Introduzione)
Non è più possibile, in un'epoca di globalizzazione, continuare a pensare alla libertà religiosa e di culto secondo i paradigmi elaborati nell'Ottocento e nel Novecento. Molti segni, a volte purtroppo assurdamente cruenti, ci stanno convincendo che la modernità non ha eroso lo spirito religioso e che anzi ha inaspettatamente favorito il sorgere di imprevisti fondamentalismi. Di qui l'esigenza di un nuovo e vigoroso sforzo di riflessione, soprattutto da parte dei giuristi, per rendere credibili e accettabili nuove forme di integrazione nel sociale dell'esperienza e della pratica religiosa. I materiali raccolti in questo volume vogliono portare un rigoroso contributo in questa direzione.
Quest'opera, oltre alla trattazione di temi classici per il diritto canonico ed ecclesiastico come la presenza della Santa Sede nella Comunità degli Stati o la peculiarità e l'ordinamento dello Stato Vaticano, affronta problemi nuovi derivanti dal notevole intensificarsi dell'Azione della S. Sede nelle Comunità internazionali dopo la seconda guerra mondiale, anche in relazione al grande sviluppo dell'organizzazione internazionale e della cooperazione tra Stati.
Questa dissertazione studia il cosiddetto processus brevior introdotto nella legislazione processuale canonica nel 1971 dal Motu proprio Causas matrimoniales di Paolo VI e confermato nella nuova codificazione sia latina che orientale. Dopo aver chiarito se possa essere considerata "d'appello" oppure no, se ne mostra l'autentica indole giudiziaria. Viene poi studiato il tema dei limiti della pronuncia giurisdizionale e della disponibilità delle parti sul rapporto processuale, affronta le questioni di carattere processuale quali la possibilità di acquisizione delle prove, l'oggetto della valutazione dei giudici, la forma e il tipo di motivazione del decreto.
La tesi che si articola in tre parti, attraversa lo spazio temporale che dal CIC/1917 conduce al CIC/1983 ripercorrendo il pensiero del magistero e di alcuni canonisti in ambito sia ecclesiastico che statale. Ciò che emerge è l'aequitas definita sapiens dal terzo dei principi che hanno guidato la revisione del codice, spirito profondo della legislazione ecclesiale ossia la ricerca della giustizia .
La mia ricerca ha avuto l'umile scopo di dare più luce per una buona utilizzazione delle istituzioni del vicario episcopale e del vicario foraneo. La Chiesa da tempo ha bisogno di decentrare le funzioni del vescovo.La Chiesa aveva bisogno di assumere l'istituzione del vicario e integrarla, come un'istituzione a servizio della costruzione del Regno di Dio e per compiere una migliore pastorale salus animae che è in Ecclesia suprema lex. Questa è la causa fondamentale dell'istituzione del vicario e del suo inserimento nel seno della Chiesa. L'istituzione vicariale ecclesiale si è sviluppata molteplicemente come al procuratore al vicario funzionale ecclesiastico e all'amministratore funzionale ecclesiastico. Si è sviluppato come un'istituzione che rafforza e supplisce efficacemente e specialmente il governo del vescovo. Con queste considerazioni, mi accingo a una ricerca basata sulla comparazione ha il vicario episcopale e il vicario foraneo.
L'opera esamina i principi generali dell'illecito amministrativo, come delineati dai primi dodici articoli della Legge n. 689 del 1981, e tratta delle principali fasi del procedimento applicativo della sanzione amministrativa. Il volume è arricchito, alla fine di ciascun capitolo, da una rassegna della più significativa giurisprudenza di legittimità. Scopo della pubblicazione è di fornire un supporto di lavoro di facile e pronta consultazione a tutti gli operatori delle pubbliche amministrazioni, addetti al controllo delle violazioni amministrative.
 
 
 
 
