Il volume, quasi una biografia incrociata di Paolo VI e di Jacques Maritain, sviluppa un'analisi della loro partecipazione, da protagonisti, alla vita culturale, politica, ed ecclesiale del XX secolo. Partendo dalla corrispondenza, e da quelle di altri loro amici, considera le affinità spirituali tra il filosofo e il Papa, nella comune vocazione alla contemplazione dell'Assoluto e all'impegno per la promozione di una società più umana. L'opera evidenzia il lavoro intellettuale di G. B. Montini tra gli universitari della FUCI e tra i laureati cattolici; analizza la riflessione sulla formazione della coscienza morale, sociale e religiosa nelle Lettere pastorali dell'Arcivescovo di Milano; la prudente, ma efficace, gestione dei lavori del Concilio Vaticano II da parte di Paolo VI. In parallelo considera il contribuito di Maritain, mediato da Charles Journet, ai lavori conciliari, a riguardo del rapporto Chiesa-mondo, del valore della libertà religiosa, della questione dell'antisemitismo. Vengono anche considerati i loro rapporti con il mondo dell'arte, della poesia e della musica. Alcuni nodi strutturali, come il rapporto tra ragione e fede, la laicità dello Stato, l'autonomia dell'arte e la responsabilità e dell'artista, sono esaminati attraverso gli scritti del filosofo e la pastorale del Pontefice.
Carità e povertà: simul stabunt, simul cadent, insieme staranno o insieme cadranno. La storia della Chiesa è da sempre legata a doppio filo all'incontro con i poveri. Sul "fare la carità" si sono giocati per venti secoli l'organizzazione concreta della Chiesa e della società, l'evangelizzazione, la riforma religiosa, le utopie secolarizzate di un mondo senza sfruttati e senza sfruttatori. Monsignor Paglia ripercorre la storia del rapporto dinamico tra Chiesa e società attraverso la peculiare prospettiva della lotta alla povertà nelle sue diverse forme. Partendo dal cristianesimo delle origini, dal monachesimo e dai più influenti ordini religiosi, l'autore dipinge un affresco i cui protagonisti sono le figure emblematiche della cristianità e le loro opere, da Gesù ai padri della Chiesa fino a papa Giovanni XXIII con il Concilio vaticano II e la stagione di papa Francesco. In queste pagine emerge una Chiesa che rivendica con forza il valore della charitas cristiana come cura imprescindibile ai dilemmi sociali del mondo globalizzato. Perché: "è una grande funzione profetica della Chiesa quella di inquietare il banchetto del ricco epulone con la memoria e i dolori del povero Lazzaro. Nell'immaginare un mondo nuovo, o almeno diverso, la povertà è una delle soglie da attraversare con audacia, intelligenza e generosità da parte di tutti, credenti e non credenti."
Dio vuole la patria unita e in ordine, dicevano i militari. Dio è dove c'è giustizia sociale, ribattevano gli studenti. Una patria cattolica non può licenziare i lavoratori, gridavano gli operai in sciopero. Pur di ottenere la civiltà dell'amore cara a Dio, rincaravano i gruppi armati, è lecito sacrificare vite nella rivoluzione. Il peronismo è un movimento umanista e cristiano; no, il peronismo è la via attraverso cui il popolo edifica il socialismo. Tutti in nome di Dio, tutti in nome del popolo. Questo libro indaga l'intreccio di storia politica e religiosa in Argentina, dagli anni Sessanta fino all'ultima dittatura militare, e scopre che all'origine della sua storia è il mito di una nazione cattolica. Un mito divenuto presto una camicia di forza; un mito che, nato per unire, ha diviso fino all'odio fratricida: cattolica si proclamava la dittatura del 1966, cattolica e cresciuta nelle parrocchie era la guerriglia, cattolico il peronismo tornato al potere nel 1973, cattoliche le sue fazioni in guerra tra loro, fino al regime cattolico che pretesero di incarnare i militari giunti al potere nel 1976. Solo allora, dinanzi alla tragedia, una parte crescente della Chiesa e degli argentini iniziò a scoprire le virtù della laicità, della democrazia politica e dello Stato di diritto.
Il volume, aggiornato ai più recenti episodi e messaggi del pontificato di Papa Francesco, ripercorre la vita di Jorge Mario Bergoglio mettendone in risalto soprattutto il versante "vocazionale", con la chiamata a seguire Gesù Nazaret maturata in una famiglia dalla fede profonda e all'oratorio.
Attraverso una pluralità di temi e percorsi, da questi "Appunti" di un testimone della cultura cristiana emerge un ritratto vivo di Paolo VI: le scelte pastorali, l'insegnamento magisteriale, l'orientamento politico del suo pontificato e, soprattutto, la profonda, intrinseca, ispirazione religiosa. «Il magistero montiniano documenta, nelle diverse fasi della sua vita - dalle prime esperienze come educatore dei giovani studenti, attraverso il ministero episcopale a Milano e fino al pontificato - lo sforzo instancabile di additare la verità su Dio e sull'uomo resa accessibile dalla rivelazione cristiana e, al tempo stesso, l'impegno per la formazione di una coscienza critica e responsabile, libera e all'altezza della sua vocazione».
Tra gli argomenti più utilizzati nella pubblicistica avversa alla Chiesa, quello della "caccia alle streghe" occupa uno dei primi posti. Alla Chiesa cattolica si fa risalire la causa della dura e secolare persecuzione che subirono molte donne, accusate di turpi commerci con il demonio e di invocare, attraverso riti, pozioni e filtri magici, l'intervento di potenze occulte per provocare danni a persone o cose. Questo Quaderno offre una lettura dei fatti più fedele alla verità storica, oggi assai ben documentata. E ci aiuta a scoprire che la Chiesa cattolica, contrariamente a quanto si crede, contribuì con grande efficacia ad assopire paure irrazionali e a combattere superstizioni di origine pagana che, favorendo la credenza popolare nell'opera nefasta delle streghe, furono all'origine di molti eventi drammatici. Che ebbero luogo, fatto salve alcune rarissime eccezioni, proprio in quelle terre dove la presenza della Chiesa era assai poco influente.
Il cuore di pastore, di padre e di missionario di Giovanni Battista Scalabrini l'ha condotto a vedere nei movimenti migratori il disegno divino della Provvidenza, nella costruzione della fratellanza universale e nell'annuncio del Vangelo. Oggi la voce del Beato Scalabrini si fa sentire come profezia per l'instaurazione di un mondo migliore, che spinge la Famiglia Scalabriniana da lui fondata a continuare - assieme a tutti gli uomini e le donne di buona volontà - a impegnarsi per tutti i migranti.
Nicola Gori, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Università di Firenze, collabora con la Cattedra di Letteratura spagnola della Facoltà di Lettere e Filosofia ed è corrispondente dell’Osservatore Romano. Studioso appassionato degli autori mistici, ha pubblicato numerosi libri in questo campo. È anche autore di premiati racconti e poesie. Tra i volumi pubblicati per le Edizioni San Paolo ricordiamo: Consolare Gesù: ecco la mia missione in terra (2010), Con Maria ai piedi della Croce. Biografia della Beata Maria Maddalena Starace Fondatrice delle Suore Compassioniste Serve di Maria (2010) e Una margherita per Gesù. Biografia di Madre Margherita Diomira Crispi (1879-1974) (2011).
Leggendo queste memorie di don Bernardo Antonini si può cogliere come la Divina Provvidenza scelga e prepari le persone di cui si serve in momenti particolari della storia. Don Bernardo è stato una di queste: "L'uomo giusto al momento giusto", disse di lui l'arcivescovo della diocesi di Mosca, mons. Tadeusz Kondrusiewicz. Uomo di grandi intuizioni, dinamico e tuttavia di profonda vita interiore, ricco di iniziative, sensibile nel cogliere i mutamenti dei tempi, nei dieci anni vissuti in Russia diede il meglio di sé, fino all'ultimo. Era felice ed entusiasta di collaborare alla crescita del Regno di Dio e diffondere con tutti i mezzi la buona notizia del Vangelo in quella Chiesa che emergeva da un lungo, doloroso passato. "Ora le strutture sono al completo", scrive nel 1994. "C'è la Caritas, la Scuola di Teologia per laici, il Seminario, la radio, e anche il giornale": a tutte queste opere aveva offerto la sua opera intelligente e generosa, da vero apostolo.
Negli anni del suo magistero, Giovanni Battista Montini ha sempre dedicato particolare attenzione al mondo del lavoro. Sia da arcivescovo della diocesi ambrosiana sia da titolare della cattedra di Pietro, egli ha seguito con interesse e predilezione la parabola sociale delle ACLI, l'associazione che è diventata imprescindibile punto di riferimento per i lavoratori cristiani. Questo libro analizza, con lucidità di pensiero e con grande attenzione verso le fonti, una stagione ricca di cambiamenti, speranze e anche delusioni, ripercorrendo gli interventi pastorali che hanno definito la personale concezione di Montini nei confronti della dottrina sociale della Chiesa, della quale egli è stato certamente uno dei migliori interpreti. Un messaggio straordinariamente moderno, la cui forza vivificante e profetica merita di essere ancora una volta meditata e riscoperta.
Questo è un racconto di conflitti e avventure, di protagonisti famosi e di persone comuni. Di Riccardo Cuor di Leone e del Saladino, di Melisenda, l'astuta regina di Gerusalemme che incuteva timore a tutti, e del fiero predicatore al-Sulami. Dell'imperatore scomunicato del Sacro Romano Impero, Federico II, e di Enrico di Bolingbroke che anni prima di diventare Enrico IV d'Inghilterra, spietato e paranoico, agì come un pellegrino e come un 'santo guerriero'. È un intreccio di testimonianze diverse, dagli inni e i sermoni ai diari di viaggio, dalle lettere e i documenti finanziari ai trattati di pace. Leggendola scopriremo che nel corso del tempo le crociate sono state lanciate non soltanto contro i musulmani nel Medio Oriente, ma anche contro gli eretici, i nemici politici del papato, i mongoli, le tribù pagane del Nord Europa. Scopriremo inedite amicizie e alleanze, i trionfi della diplomazia anziché della spada, le jihad proclamate contro i musulmani e i tanti motivi per andare in battaglia. Per Dio e per la fede, per il senso del dovere, per la brama di terra e di denaro, per il desiderio di tener alto l'onore e lo spirito di famiglia o anche solo per il brivido dell'avventura.
Il presente volume prende in esame la nascita e la formazione della Chiesa Coreana, realtà giovane e in continuo mutamento. La fede cattolica è entrata in Corea attraverso dei laici provenienti da Pechino. L'adesione al Credo cattolico è nata da uno studio personale e approfondito dei testi, da una curiosità verso questa "scienza occidentale" che presentava elementi diversi e straordinari. Sicuramente non è stato un cammino facile tanto è vero che la nascita della Conferenza Episcopale è relativamente recente: solo dal 1953 cominciò a radunarsi con regolarità ogni anno e da allora il lavoro non si è più fermato. In questo studio si è cercato di studiare soprattutto la Conferenza Episcopale, espressione ufficiale della fede cattolica in questo Paese in cui l'affermarsi del cattolicesimo ha avuto un cammino non certo facile. Il volume si articola in tre parti: il primo capitolo descrive lo sviluppo e la natura giuridica delle Conferenze Episcopali in generale; nel secondo si affronta la storia della Conferenza Episcopale della Corea, il suo Statuto e la sua struttura; nel terzo capitolo, infine, viene studiato il contesto storico e l'organizzazione del diritto particolare della Chiesa coreana, dando una visione d'insieme delle deliberazioni della Conferenza Episcopale della Corea nelle diverse materie attribuite alla sua competenza.
I primi passi del pontificato di papa Francesco hanno lasciato tracce profonde in tutti, credenti e non credenti, per il linguaggio familiare, la semplicità e la potenza dei suoi umili "segni", la sensibilità verso le emergenze sociali, dalla piaga della povertà al dilagare delle guerre, in ogni angolo del mondo. Ma sta emergendo con forza anche la profondità della sua sapienza dottrinale e l'originalità del suo approccio alle Sacre Scritture. Nelle riflessioni di Jorge Mario Bergoglio raccolte in questo testo - e declinate nell'orizzonte teologico della speranza - ritroviamo sia lo stile comunicativo denso di colore e vivida concretezza che ci è ormai familiare sia le questioni centrali del suo messaggio di pastore della Chiesa: l'ambizione che indurisce il cuore dell'uomo, la forza che gli deriva dalla preghiera e dalla ricerca del perdono, la necessità di una nuova dimensione della politica per superare la crisi della postmodernità e sconfiggere individualismo e totalitarismo, forme speculari della perdita di libertà della persona. Senza indugiare nell'astrazione dogmatica, Bergoglio mostra come la sua più pressante preoccupazione sia l'orientamento esistenziale del cristiano, che deve tornare a caricare su di sé le sofferenze del prossimo: "avvicinarsi a ogni carne dolente" senza timore, con la consapevolezza dei propri limiti e senza mai perdere di vista la corporeità della resurrezione di Cristo.