Sicilia, 1743. Il loro legame viene da lontano, e ha radici profonde. È nato quando, ancora bambine, Agata e Annuzza hanno imparato l'arte tutta femminile del ricamo sotto lo sguardo severo di suor Mendola; è cresciuto nutrendosi delle avventure del Cid e Ximena, lette insieme in giardino, ad alta voce, in bocca il sapore dolce di una gremolata alla fragola; ha resistito alle capriole del destino, che hanno fatto di Agata la sposa di Girolamo e di Annuzza una giovane donna ancora libera dalle soggezioni e dalle gioie del matrimonio. Ora, mentre un'epidemia di peste sta decimando la popolazione di Messina, le due amiche coltivano a distanza il loro rapporto in punta di penna, perché la paura del contagio le ha allontanate dalla città ma non ha spento la voglia di far parte l'una della vita dell'altra. E anche se è lo stesso uomo ad accendere i loro desideri, e il cuore scalpita per imporre le proprie ragioni, Agata e Annuzza sapranno difendere dalla gelosia e dalle convenzioni del mondo la loro amicizia, che racconta meglio di qualunque altro sentimento le donne che hanno scelto di essere.
Ci vorrà del tempo, ma ce la faremo a uscire dal tunnel, e ne usciremo migliori di come ci siamo entrati. Guido Silvestri - immunologo tra i massimi esperti mondiali nell'ambito della virologia e in particolare dello studio dell'Hiv - fa il punto in questo libro-manifesto sui risultati raggiunti dalla ricerca scientifica e sugli scenari possibili a cui dobbiamo prepararci per affrontare senza incertezze la grande ritirata del Covid-19. In prima linea per la diagnostica di laboratorio e per la ricerca sulla patogenesi della malattia provocata dai coronavirus, Silvestri ripercorre le fasi cruciali dell'emergenza sanitaria che ha travolto le nostre vite e ci suggerisce in che modo superarla: senza panico e con quel ragionevole ottimismo che la scienza può garantirci. Se ci rendiamo conto dell'importanza della scienza e della medicina basata sull'evidenza scientifica, la pandemia del Covid-19 può trasformarsi in un'opportunità per un nuovo Rinascimento scientifico italiano, nel Paese che è stato di Leonardo e Galileo, di Fermi e Marconi, di Galvani, Torricelli, Malpighi. Potremo costruire, giorno dopo giorno e tutti insieme, una cultura della scienza nelle scuole, negli ospedali, nei media, e in ogni ambito della nostra società civile. Se dalla grande paura del Covid-19 avremo imparato, con umiltà, intelligenza e pragmatismo, le giuste lezioni, come scienziati, come cittadini e come umanità in generale, allora tra qualche mese ritroveremo la vita di prima. Una sfida epocale che dobbiamo vincere tutti insieme, lo dobbiamo fare anche per onorare nel modo migliore possibile le vittime di questa malattia.
La "Mystica Theologia" del monaco certosino Ugo di Balma fu pubblicata per la prima volta alla fine del 1400 in un volume di opere del francescano san Bonaventura e per secoli è stata erroneamente attribuita a quest'ultimo. Da tempo tuttavia gli studiosi ne hanno ridefinito la paternità, restituendo l'opera al suo legittimo Autore. Possiamo così leggere queste pagine di alta spiritualità alla luce dell'esperienza certosina nella quale si sono formate. È un piccolo trattato, ma conduce il lettore a scoprire la strada privilegiata per vedere Dio, la via della mistica lungo la quale l'uomo si lascia plasmare dalla preghiera fino a raggiungere l'unione con il vero e unico Bene. Una strada che, a partire proprio dalle pagine qui presentate, percorreranno poi alcuni giganti della mistica, come Teresa d'Avila e Giovanni della Croce. Una strada aperta anche oggi, per chi desidera a piccoli passi incamminarsi verso la felicità.
La pandemia di Covid-19 ha imposto al mondo di fermarsi. L'umanità si è trovata costretta ad avviare un processo di apprendimento collettivo che, in quanto universale, ha imposto di ripensare in modo radicale la responsabilità di tutti verso i più elementari diritti umani. Siamo arrivati alla conclusione che nulla debba essere più come prima. Da decenni, infatti, il sistema capitalista e la globalizzazione hanno contribuito alla sistematica distruzione delle risorse della Terra, e oggi è più che mai necessaria una trasformazione delle nostre abitudini e dei nostri sistemi di produzione. È possibile che una cultura del cambiamento possa diventare egemone e che un'altra politica possa realizzarsi? Con una democrazia in grado di riappropriarsi di uno sguardo dal basso, e quindi attraverso il civismo, capace di segnalare alla classe dirigente come intervenire per il benessere collettivo, sarà possibile costruire un governo mondiale che impieghi tutte le sue forze per la pace globale e la salvaguardia del nostro pianeta?
 
 
 
 
