È noto che il Duecento ha segnato la storia successiva del pensiero cristiano occidentale. Per le forti sollecitazioni provenienti dalla riscoperta di Aristotele e dalla diffusione delle speculazioni di filosofi e teologi di lingua araba, la riflessione metafisica dei latini si incentrò sulla praticabilità di un discorso comprendente tanto l'unicità e semplicità di Dio quanto la molteplicità e complessità degli enti nel mondo. Principali nodi problematici furono l'onniscienza divina e la creazione nel tempo. Le discussioni seguite costituirono il laboratorio nel quale vennero sperimentate innovative teorie cosmologiche, ontologiche ed epistemologiche. Nella costruzione della dottrina sull'esistenza di tutte le cose in Dio, gli universitari ricorsero all'antica teoria delle idee divine. Nondimeno, privilegiando la rivisitazione di Seneca e la cristianizzazione di Agostino, essi ritennero di poterla adattare alle istanze originate dall'aristotelismo montante, trasformandola in polivalente dispositivo concettuale per spiegare la contingenza del mondo e la sua intelligibilità. Dell'opera, prevista in due volumi, questo primo contiene l'edizione critica di importanti testi, finora accessibili solo nei codici manoscritti che li trasmettono, lo studio dei quali consente una più ampia ricostruzione della nascita e dell'andamento del dibattito sulla 'scienza divina' nel quadro degli intrecci filosofico-teologici via via fioriti nel lavoro scolastico.