Di cosa parla un papa a tavola con i vescovi di un paese che sta visitando? Nonostante lo sviluppo mediatico e la informalità cui ci ha abituati papa Francesco, non è facile saperlo. Non ci sono registrazioni, appunti, trascrizioni. O almeno non nella maggioranza dei casi. Solo in un caso, solo per un Pontefice, o meglio per un santo, abbiamo la preziosa possibilità di rileggere e rivivere alcuni di questi momenti. Lo storico e ineguagliabile archivio sonoro della Radio Vaticana infatti custodisce alcune registrazioni di quei momenti. Brani di discorsi improvvisati da Giovanni Paolo II in ogni parte del mondo dai quali si traggono significative indicazioni su come il Concilio abbia cambiato il senso stesso della comunione tra i vescovi e con il Vicario di Cristo. Brani che raccontano, fin dall'inizio del pontificato, quale fosse l'ecclesiologia di Giovanni Paolo II anche attraverso dei riferimenti non specificamente dottrinali, ma attraverso le pagine della memorie di un vescovo, Wojtyla appunto, che aveva portato la Chiesa polacca a Roma perché nella Chiesa della sua patria c'era da sempre Roma. Polonia semper fidelis, un motto che molti di noi hanno imparato in quello scorcio di anni '70 che, per gli italiani in particolare, erano un'epoca buia. Terrorismo, crisi economica, parole che più di trenta anni dopo sono tornati prepotenti nelle pagine di cronaca.
Una testimonianza dell'Arcivescovo Piero Marini che per diciotto anni è stato accanto a Giovanni Paolo II come Maestro delle Cerimonie Liturgiche Pontificie. "Ricordo quegli occhi e quello sguardo che mi accompagneranno per il resto della mia vita. Porterò con me la sensazione di bene e affetto della sua mano stretta alla mia. Erano le sue mani, quelle che sono state imposte sul mio capo nel '98, quando il papa ha voluto ordinarmi vescovo. E quegli occhi che vedo ancora, quelle braccia distese quando mi dava l'abbraccio di pace. Sono segni di gioia e sofferenza nel suo ricordo".
Dopo aver preso in esame alcuni tra i contributi filosofici e soprattutto sociologici elaborati ultimamente in materia, l'autore passa a considerare un tentativo di riforma dell'amore per approdare alla riduzione dei termini del fenomeno erotico in Jean-Luc Marion e successivamente al pensiero filosofico di Karol Wojtyla.
Questo libro è nato da una folgorazione mistica, che mi ha letteralmente attraversato il giorno 16 ottobre 1978, quando si affacciò per la prima volta ai fedeli, dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro., il neo eletto Papa Karol Woytila, salito al soglio di Pietro con il nome di Giovanni Paolo II e che contribuì più di ogni altro uomo a segnare la storia la storia mondiale del XX secolo.
Il libricino presenta molto semplicemente la vita di Karol Wojtyla, Giovanni Paolo II, ed è illustrato – dallo stesso autore del testo – con i fatti salienti della sua vita. È un opuscolo popolare, adatto alla gente che non ha molto tempo da dedicare alla lettura ma che senz’altro è affascinata dalla vita e dal messaggio di uno dei più grandi uomini della storia recente.