Anche se è citato più di mille volte fra Antico e Nuovo Testamento, di Davide si ricordano, di solito, pochi e stereotipati momenti (il duello con Golia, l'adulterio con Betsabea ecc.). Eppure, la lettura delle fonti giudaiche e quelle cristiane getta una luce diversa sul figlio di Iesse. I testi qui raccolti, provvisti di introduzione e di commento, riflettono sulle origini oscure e problematiche di Davide, sui tormentati rapporti familiari, sulla sua attività di pastore che lo avvicina a Mosè e sull'adulterio con Betsabea che causerà una serie di interminabili punizioni e penitenza prima del glorioso ingresso in paradiso. Nell'esegesi cristiana poi l'adulterio di Davide con Betsabea genera una notevole riflessione sul rapporto fra peccato e penitenza che raggiunge una grande e attuale profondità spirituale.
Il pellegrinaggio che si snoda da Macerata alla Santa Casa di Loreto «è un percorso curato nei minimi particolari, metro per metro. Curato anno dopo anno, con la memoria dell'amore. In realtà è sempre pieno di imprevisti, ma tutto diventa occasione per aiutare a contemplare, suggerire, offrire. Il camminare insieme rende la fatica lieve, accompagnata. È davvero una grande analogia della vita e dell'amore di Dio, che si è fatto pellegrino nei nostri itinerari, a volte complicati e duri. Non si lascia indietro nessuno e il compagno di strada sconosciuto è un fratello!». Così il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana, introduce alla lettura di questo libro che, da un lato, con un'ampia intervista a monsignor Giancarlo Vecerrica, celebra la ripresa del pellegrinaggio stesso, ricordandone le origini; dall'altro riporta una serie di interventi di don Luigi Giussani durante le celebrazioni del pellegrinaggio lungo gli anni, e fa così memoria di una delle grandi figure presbiterali del XX secolo, nel centenario della sua nascita. Questo prezioso volumetto diventa così un vero e proprio dono che accompagna il lettore in un pellegrinaggio interiore, «che ci aiuta a vivere tutti i giorni, a camminare anche quando l'oscurità è davvero grande, a capire che, proprio quando è buio, le stelle sono più luminose, che non c'è gioia né futuro restando fermi: andiamo verso una casa».
I luoghi della celebrazione nell'aula dell'assemblea liturgica non sono spazi "neutri" o semplicemente "funzionali al rito". Essi sono pieni di "senso" e dei veri "luoghi simbolici", soprattutto quando la comunità dei credenti è radunata per celebrare i santi misteri ma anche fuori della celebrazione stessa con la loro semplice e nobile presenza. Le pagine di questo studio non propongono un corso di architettura per la liturgia, ma si offrono come una visita guidata nell'edificio della Chiesa ai luoghi liturgici o, meglio, come un percorso mistagogico che accompagna il lettore a scoprire la valenza, la bellezza e la ricchezza di questi "santi segni", al fine di aiutare ciascuno a passare dai segni al mistero e a coinvolgere in esso l'intera esistenza. Uno strumento che si propone alla formazione liturgica permanente sia dei ministri ordinati sia di tutti coloro, consacrati e laici, che sono impegnati nella catechesi e nella pastorale e, in modo speciale, nella cura, nella preparazione e nella guida della preghiera liturgica.
Il libro racconta la "battaglia per le coscienze" tra la Chiesa cattolica e il fascismo negli anni 1924-1938, con il confronto tra due modelli educativi alternativi: quello cattolico, che Pio XI rivendicava essere preminente, difendendo il ruolo educativo dell'Azione cattolica; quello fascista, teso a inquadrare gli italiani nelle organizzazioni del regime e a farne dei "credenti", devoti al culto del littorio. La Chiesa e il fascismo, entrambi impegnati nel tentativo di egemonizzare la vita italiana, coabitarono e collaborarono, in una sorta di pace armata, mentre ciascuno tentava di assorbire l'interlocutore nel proprio primato ideologico: la Chiesa cercò di cattolicizzare il fascismo; Mussolini, che giunse a definirsi "cattolico e anticristiano", delineò un'ideologia che valorizzava il cattolicesimo in senso identitario, culturale e nazionale, per cercare di inglobarlo nella visione fascista dell'Italia e del suo ruolo nel mondo. Con l'avvicinamento ideologico al nazismo e con la svolta razzista del 1938 caddero le illusioni del mondo cattolico italiano di poter cattolicizzare il fascismo, mentre Mussolini decise di "tirare dritto" sul razzismo, ignorando le proteste di Pio XI. Erano i primi segnali di uno scontro ben più drammatico che si sarebbe aperto in Europa tra lo Stato razziale e l'universalismo cristiano.
Sono passati più di cinquant'anni dalla pubblicazione di Lettera a una professoressa, ma nessuno ha mai risposto agli studenti che l'hanno scritta a Barbiana. A parte importanti e significativi articoli e saggi, non esiste una lettera di risposta ufficiale e completa. Così Marco Pappalardo ha provato a rispondere in queste pagine: quasi fosse un testo a fronte, dopo ogni paragrafo della lettera originale si trovano le sue riflessioni. Certo, l'autore è figlio di un altro tipo di scuola, ma crede che gli studenti di Barbiana e le loro parole, con gli insegnamenti di don Milani, abbiano moltissimo da dire oggi. Questo lavoro nasce dall'esperienza di ascolto che da anni Pappalardo vive a scuola con gli alunni, dalle loro mille e varie domande, dai tanti temi scritti e letti, dai dialoghi in aula, nei corridoi, sui social. Non sempre si hanno le risposte, sicuramente non quelle pronte o per l'occasione, però si cerca di ascoltare, di dedicare tutto il tempo necessario, di dare a ciascuno lo spazio richiesto, di "essere- scuola tra passione per lo studio e per la vita.
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Dima ha quattordici anni e tanta voglia di sentirsi adulto. L'occasione per dimostrare a se stesso e agli amici di essere ormai un uomo si presenta quando lo zio Nikolaj lo invita a partecipare a una battuta di caccia allo zibellino nel cuore della taiga insieme ad altri due compagni. Immerso nella natura ostile dell'inverno siberiano, Dima segue affascinato i cacciatori ed è impaziente di imbracciare il fucile e abbattere la sua prima preda. Ma, inaspettatamente, di fronte alla reale prospettiva di uccidere un essere vivente, uno strano malessere lo assale. La foresta non gli appare più come un terreno di conquista, ma come un'alterità pulsante di vita da ammirare e rispettare. Benché Dima si sforzi di imitare gli adulti, con il trascorrere dei giorni questa nuova consapevolezza si rafforza, insieme al rifiuto della crudeltà verso gli animali. E l'incontro con un grosso e scaltro corvo che si fa beffe dei cacciatori a dare una svolta alla vicenda. E se all'inizio della storia Dima si rammaricava dell'assenza di cicatrici sul suo corpo di ragazzino, ora ci sarà lotta, ci saranno ferite. Età di lettura: da 8 anni.
Olivier e Joséphine sono una giovane coppia che vive la prova dell'infertilità. In questa testimonianza di grande delicatezza, condividono apertamente e senza filtri la terribile sofferenza di "questa assenza che si fa troppo presente-. Raccontano soprattutto la lunga strada che hanno percorso per imparare a passare da una vita vissuta in cui il dolore per la mancanza di un figlio occupa tutto lo spazio, a un consenso alla realtà che, paradossalmente, porta loro gioia. Una grande lezione di speranza. "Siamo lontani dall'aver scelto tutto nella nostra vita. Ma con le carte che abbiamo in mano, ci sono molti più modi di giocare di quanto pensassimo".
A sessant'anni dall'apertura del Concilio Vaticano II (11 ottobre 1962) e dalla morte di Giovanni XXIII (3 giugno 1963), e nell'Anno dedicato alla famiglia, il carteggio fra Angelo Giuseppe Roncalli e i suoi genitori assume un valore molto speciale. Accanto alle lettere del futuro pontefice, ecco la novità assoluta: le missive inedite di papà Battista e mamma Marianna al figlio. Sono documenti di straordinaria semplicità, intrisa di fede, speranza e carità. L'epistolario riflette sia la parabola umana e spirituale del seminarista, sacerdote, poi vescovo Roncalli, fra Bergamo, Roma e l'Oriente, sia la quotidianità di una famiglia rurale lombarda all'alba del Novecento con tutte le sue difficoltà, i momenti di dolore e gioia, i lutti e le nuove nascite, le giornate scandite dal duro lavoro nei campi, nelle vigne, nell'allevamento, ritmate dalla partecipazione alla messa, alla catechesi, alle ricorrenze del ciclo liturgico. Uno scambio epistolare unico, che esalta il valore del legame famigliare e della pace domestica e aiuta a scoprire la linfa da cui ha attinto il pontefice più amato del secolo scorso.
Tutti nessuno escluso è un romanzo-verità dei nostri giorni. Il protagonista è Alessandro Gatti, un assistente sociale, con al suo fianco Caterina, la sua tirocinante. Gatti è un professionista che si interroga sul futuro nebuloso che ci attende, con il desiderio di costruire un ponte tra persone, comunità e organizzazioni in grado di fronteggiare le numerose contraddizioni delle scelte di politica sociale del nostro Paese. Nel confronto serrato e appassionato tra professionista e tirocinante si srotolano, commoventi e reali, storie di migrazioni, di persecuzioni religiose, di padri che abbandonano i propri figli, di senza fissa dimora, di preti in crisi, di uomini che si sentono costretti in corpi di donna, di uomini e donne che s'interrogano sul senso della vita quando un proprio caro vive la disabilità, la perdita della memoria, il male di vivere di chi combatte una dipendenza, la depressione, la solitudine Come Alessandro Gatti, ogni assistente sociale incontra tanti Alessio e Maurizio, Akanke, Teresa, Lory, Elena, don Ruggero, Riccardo, Anna, Miriam, Manuelito, Dario, Zlatan. Dalle loro storie emerge il grande rispetto per le vite degli altri, per la dignità di essere umani riconosciuta dentro e oltre le fragilità e le contraddizioni, ma anche l'affresco corale di un'umanità emarginata cui accostarsi con un sentimento di comprensione e benevolenza, poiché la bellezza si cela ovunque, e sta a noi riconoscerla e valorizzarla.