Il "prodigio" della levitazione appartiene ad ambiti sociali, culturali e persino religiosi diversissimi fra loro. Fenomeni di levitazione e di volo prodigiosi sono presenti anche nell'ambito dei culti stregoneschi e in alcuni esperimenti medianici, oltre che nel caso di possessioni diaboliche. Quando parliamo della levitazione in ambito cristiano, pur mantenendo il medesimo significato di "corpi o cose che vincono prodigiosamente la forza di gravità", non possiamo naturalmente fermarci solo a una descrizione del fenomeno e dei suoi effetti. La levitazione "mette in gioco" gli elementi della vita spirituale e mistica "dentro" il mondo materiale; manifesta un'unione tra spiritualità e fisicità, anziché separare i due ambiti. La levitazione, inoltre, si presenta, unica tra i fenomeni mistici, con una caratteristica singolare: è un evento visibile, testimoniabile, in qualche modo incontrovertibile.
Il miracolo eucaristico è un segno straordinario che conferma il mistero dell'eucaristia nella sua essenza più intima. I miracoli eucaristici sono di diverso tipo, e prevedono, nei diversi casi: la trasformazione dell'ostia consacrata in carne e/o vino in sangue, oppure il sanguinamento dell'ostia; l'esistenza prodigiosa e in nessun modo spiegabile di mistici che sarebbero vissuti a lungo nutrendosi esclusivamente della comunione quotidiana; presunte rivelazioni (visioni, locuzioni interiori) collegate alla comunione eucaristica; guarigioni che sarebbero avvenute in luoghi di intensa spiritualità (ad esempio il santuario di Lourdes) durante la processione con il Santissimo Sacramento.
Il volume presenta tra testimonianza e riflessione storica tre eventi ritenuti fondativi dell'identità diocesana contemporanea della Chiesa di Roma: il convegno di febbraio 1974 (La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di carità e giustizia nella città di Roma), il Sinodo diocesano (1986-1993), intitolato La comunione e la missione della Chiesa che è in Roma verso il terzo millennio, e la missione cittadina dispiegatasi negli anni 1996-1999. Tre eventi dovuti a Paolo VI e Giovanni Paolo II e compiuti grazie all'impegno di molti e specialmente dei due cardinali vicari di allora, Ugo Poletti e Camillo Ruini, che hanno segnato due stagioni ecclesiali di Roma. I tre momenti, letti nel loro insieme, fanno emergere la consapevolezza della coscienza di essere Chiesa di Roma, in un passaggio storico rilevante dalla "romanità- alla "diocesanità-. Si tratta in fondo della ricerca di una riconosciuta e condivisa identità nei nuovi tempi. Al volume contribuiscono storici e testimoni dell'epoca quali Augusto D'Angelo, Giuseppe De Rita, Maria Lupi, Cesare Nosiglia, Roberto Regoli, Gianrico Ruzza e Antonio Scornajenghi.
La conoscenza delle differenza tra organismo femminile e organismo maschile è ormai approfondita. A essa purtroppo non corrisponde un'adeguata attenzione da parte della ricerca medica e farmacologica, infatti i protocolli di cura e la produzione dei farmaci sono tutti orientati alla miglior prevenzione e terapia possibile per i maschi. Si tratta quindi di una medicina che discrimina l'universo femminile, con conseguenze anche gravi sulla protezione del benessere e della salute delle donne. È quindi venuto il momento di mettere in campo nuove strategie affinché le donne ricevano adeguata attenzione e adeguate cure. Garattini - insieme ai ricercatori dell'Istituto Mario Negri - traccia in questo volume la strada da seguire affinché siano superati i pericolosi limiti di una "medicina al maschile". Una sfida culturale, ancor prima che scientifica.
Un grande personaggio del Medioevo e una delle pochissime donne medioevali la cui voce è giunta fino a noi, segno dell'ammirazione di cui era circondata. Chiara d'Assisi, amica di San Francesco, appassionata delle sue idee, tenne testa non solo ai suoi familiari all'atto di seguire la propria vocazione ma anche al papa al momento di preservare l'amore alla povertà e la fedeltà a Francesco. L'autore, illustre storico medioevalista di Perugia, ricostruisce la personalità carismatica di Chiara in una biografia originale, fedele alle fonti storiche e godibile nella lettura. Marco Bartoli è professore di storia medioevale presso l'Università di Perugia ed ha al suo attivo diversi studi sulla vita di Chiara.
Giuda Iscariota e Maria Maddalena nella parole di uno degli autori più amati di sempre, Gibran. Giuda venne nella mia casa la vigilia di Pasqua; bussò con forza alla mia porta. E quando entrò lo guardai: aveva il viso terreo.
L'umanità di cui gli autori parlano in questo vero e proprio pamphlet provocatorio e stimolante è inevitabilmente collegata alla fede, intesa non come vaga spiritualità, né come vuota religiosità; è un modo di esistere che «fa della vita un dono per sé e per gli altri, perché quando la luce sorge non c'è più posto per le tenebre e anche i coni d'ombra delle istintività si attenuano. È uno stile di vita aperto, per nulla bigotto, perché l'amore dilata il cuore, non lo costringe in aride piccolezze. È libertà di vivere indistintamente spirito e corpo, non separandoli, ma fondendoli nell'unicità del proprio "essere umani". Non carica pesi sulle spalle degli altri, ma li porta in prima persona e aiuta a portarli. Il suo ruolo nel mondo non è nello sfruttamento, ma nella cura, in favore della bellezza, dell'armonia e dell'utilità di ognuno, perché solo in questo modo partecipa all'azione creatrice di Dio: quel Dio che fin dal primo momento ha scelto per se stesso di "vivere l'essere umano" e di agire attraverso ogni donna e uomo che riconoscono la sua presenza viva nelle loro stesse sembianze, fatte a sua immagine e somiglianza».
«Questo è il racconto di come si svolse questo capitolo della storia dell'ebraismo italiano che io ho vissuto giorno per giorno...» Alfredo Sarano Custodito per oltre settant'anni in un cassetto dalle figlie Matilde, Vittoria e Miriam, il diario di Alfredo Sarano riemerge oggi dal passato aggiungendo nuove, preziose pagine di storia al libro del genocidio del popolo ebraico. Fogli ormai ingialliti dal tempo si affiancano così alle opere di Anna Frank ed Etty Hillesum, scritte proprio per vincere il silenzio e testimoniare l'orrore delle persecuzioni. Questo volume è frutto delle ricerche di Roberto Mazzoli, che ha riportato alla luce il diario di Alfredo Sarano inquadrandolo nel contesto storico dell'epoca e riportando le testimonianze dei sopravvissuti. Un libro che riporta alla luce l'eroismo di Alfredo Sarano, l'uomo che mise in salvo migliaia di vite nascondendo gli elenchi della comunità ebraica milanese.
Questa è la prima biografia di Giovanni Paolo I elaborata sulla base di una approfondita ricognizione archivistica delle fonti. Comprovato dalle fonti e dai documenti originali e con obiettività espositiva riguardante anche snodi a volte critici e complessi, lo scandaglio dell'intero iter lucianeo schiude pertanto un ampio orizzonte conoscitivo sul periodo storico in cui egli ha vissuto, sulle problematiche sociali e le tensioni ecclesiali da lui affrontate e sulla sua vita spirituale. Considerata l'importanza che ciò riveste da un punto di vista storico e storiografico, il volume rappresenta un fondamentale lavoro di ricerca e di elaborazione critica. Un lavoro mai prima effettuato per Papa Luciani, che si è reso possibile grazie all'avvio della causa di canonizzazione e che oggi è portato avanti dalla Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I. Il Conclave radunato per eleggere il successore di Paolo VI era il primo dopo la conclusione del Concilio Vaticano II. Il 26 agosto 1978 Albino Luciani, di origini bellunesi, sale al Soglio di Pietro dopo un Conclave durato appena ventisei ore e un consenso quasi plebiscitario che aveva «il sapore dell'acclamazione», secondo l'espressione attribuita al cardinale belga Léon-Joseph Suenens. Un'elezione che voleva significare la volontà di progredire nell'attuazione degli orientamenti. I cardinali avevano mirato pertanto alla qualità dirimente per un vescovo: la pastoralità. E avevano scelto Albino Luciani. Non fu dunque senza significato quella convergenza massiccia e spontanea degli elettori, per la maggior parte dei quali si trattava della prima esperienza di Conclave. Quanto basta per dire che quella scelta era stata espressione di una più lontana e attenta riflessione. I cardinali di tutto il mondo avevano così voluto il vescovo animato dal vivo sensus Ecclesiae, e con l'inedita scelta del binomio 'Giovanni Paolo', Albino Luciani aveva eretto, naturaliter et simpliciter, l'arco di congiunzione di coloro che erano stati le colonne portanti del Concilio. Luciani aveva vissuto l'infanzia, maturato la formazione, svolto il suo servizio presbiterale e di vicario generale della diocesi di Belluno fino all'età di quarantasei anni. Neppure i suoi successivi impegni da vescovo di Vittorio Veneto e di Patriarca di Venezia lo avevano mai allontanato, fino all'elezione, dalla natia terra veneta. Da Belluno al Vaticano viene qui ripercorsa una vita che si è dispiegata nella storia e che, per larghi tratti, è ancora poco conosciuta.
Papa Francesco, nel suo messaggio per la Pentecoste del 2020, parlando della crisi che il mondo intero sta attraversando, affermava: «Peggio di questa crisi c'è; solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi». Se vogliamo seguire le parole del Papa dobbiamo assumere tre presupposti: non vogliamo rassegnarci a subire gli accadimenti, a viverli in maniera passiva, ma vogliamo stare dentro i fatti, dentro la storia come persone che si decidono; siamo un popolo in esodo, e come tale sappiamo che riusciremo non solo a trovare soluzioni positive ai piccoli e gravi problemi attuali, quanto soprattutto a dare forme più umane al mondo futuro; in quanto cristiani crediamo che non nonostante ma dentro le fratture del tempo, quando cioè i nostri progetti saltano e si rivelano tutte le nostre vulnerabilità, possano sorgere straordinarie occasioni di fioritura. Ignazio Punzi, nel condurre i percorsi formativi con il suo gruppo L'Aratro e la Stella per la diocesi di Bari-Bitonto e per le Caritas Sardegna, ha provato e prova a fornire chiavi di lettura e strumenti per interpretare le crisi come straordinarie occasioni di crescita e di rinascita, personale e comunitaria, nonché indicazioni per progettare azioni educative, di accompagnamento e di animazione di comunità. Con questo volume vuole proporre un cammino finalizzato alla crescita personale, alla riscoperta della propria vocazione e allo sviluppo di competenze teoriche e metodologiche atte a trasmettere ad altri i contenuti appresi e il metodo proposto.
La nostra democrazia ha un futuro? Le democrazie illiberali prenderanno il sopravvento? E in nome di quale ideologia e di quale visione del mondo? L'attuale situazione internazionale rende sempre più incalzanti queste domande sorte dall'evidenza che da almeno trent'anni il nazionalismo, in varie forme, è tornato al centro del dibattito e della pratica politica, parallelamente alla critica della democrazia liberale. Il testo, dopo aver analizzato le differenti risposte che sono state date nel mondo alla crisi delle democrazie liberali, individua le parole chiave con cui si è imposta, all'opinione pubblica prima di tutto, la democrazia illiberale: anti-immigrazione, anti-europeismo, ma anche identità, sovranismo, populismo; per indicarci, infine, le vie sulle quali impegnarci per intervenire nella crisi del nostro sistema politico.
Siamo abituati a pensare che la paura sia un'emozione da reprimere e sconfiggere ma in realtà, avvisandoci della presenza di una minaccia e spronandoci a reagire, essa è garante da sempre della nostra sopravvivenza. Per gli esseri umani, quindi, è naturale, persino sano, provare paura, ed è normale che i più piccoli ne sperimentino alcune specifiche dell'età evolutiva. È purtroppo vero, però, che quando è vissuta in modo esagerato e fuori da un contesto di reale pericolo può diventare un problema, come nel caso delle fobie o degli attacchi di panico. Scopo di questo volume è definire meglio questa dimensione emozionale e suggerire antidoti, rimedi e buone pratiche per un sano vissuto della paura, nella convinzione che una maggiore consapevolezza su cosa siano e a cosa servano paura e coraggio permetterebbe di affrontare più serenamente la complessità del mondo in cui viviamo.