Le chiese e le statue nelle chiese sono i luoghi dove possiamo chiedere ogni cosa, ogni grazia; dove possiamo manifestare ogni domanda senza vergogna. Così Tea Ranno ci racconta del San Sebastiano della sua infanzia, dove sostava e chiedeva le cose che tutti i bambini vorrebbero chiedere; cose semplici, eppure decisive: Perché esce il sangue quando cadi? Perché il signor Russo è finito sotto il camion? Perché Rosa mi punge con gli spilli e poi dice che me lo sono inventato? Perché non posso avere subito quindici anni?
"Improvvisamente, avere il privilegio di vedere un prete anziano lavare in ginocchio i piedi ai bambini, ascoltare le sue parole, il respiro del vicino, uno sguardo, insomma essere qui, essere lì, esserci, ecco sì è diventato un fatto miracoloso. Una chiesa di Roma, dopo il distanziamento per Covid, diventa luogo di rivelazione della possibilità di essere, nuovamente, insieme..."
Dalle lettere in cui descrive ad amici il suo viaggio in Italia, Firenze diventa per la grande pensatrice un luogo in cui riflettere sul destino sociale e politico delle donne e degli uomini di ogni tempo: la bellezza dell'arte che abbacina gli sguardi si incrocia con la storia del comune in cui vissero Machiavelli e Savonarola, profetizzando il senso stesso di una civiltà che è pure la nostra.
"Il grande scrittore tedesco, nel suo viaggio in Italia, fa tappa a Roma. Lì scopre con sorpresa, fra tanti santi, una figura diversa, originale: quel san Filippo Neri che trasuda entusiasmo celeste, "un uomo dabbene, timorato di Dio, energico, operoso, che si formò il disegno di conciliare la religione con il mondo."
La semplicità e immediatezza del parlare di Gesù viene recuperata in questo libro in cui Enrico Impalà rilegge con noi e attualizza gli inviti, le esortazioni, i proverbi del Nuovo Testamento fornendoci briciole di saggezza eterna commentate e attualizzate per la nostra vita quotidiana. Un libro perfetto per essere tenuto sul comodino, per una breve meditazione serale o da regalare a chi è in cerca di frammenti di sapienza (sia essa o esso credente o meno) e in cui le frasi del Nazareno possono diventare una sorta di mantra quotidiano, di preghiera del cuore da ripetere quotidianamente. Per chi è in ricerca, l'incontro con una saggezza eterna; per i credenti, un nuovo modo di incontrare la Parola di Gesù e di riscoprire la sua modernità, la sua ricchezza.
Che cosa ha a che fare la ricerca e la valorizzazione degli elementi di umanità con l'ambizione di perseguire una vita di successo? Possono i valori come l'empatia, la compassione, lo spirito di servizio, l'altruismo... sedersi allo stesso tavolo di una leadership conference, guidare una strategia di sviluppo aziendale, oppure sostenere un piano di ristrutturazione industriale? I punti di contatto tra le due sfere di azione sembrano essere davvero pochi. Ha senso, nel momento storico in cui ai rapporti tra le persone viene richiesta la massima efficienza, aspirare alla connessione tra individui nella globalità dei loro valori individuali? Forse sì. Jake Esman permette al lettore di "guardare" il suo itinerario di scoperta, la sua esperienza spirituale, estremamente radicata nel quotidiano. È una spiritualità che non diffonde profumi d'incenso, ma risuona del vociare dei consigli di amministrazione. Lungo questo percorso, la valorizzazione dell'errore, l'esaltazione del dubbio, la potenzialità dell'imprevisto guadagnano un ruolo di insperata dignità. È un'occasione, non una soluzione, per guardare e vedere, per conoscersi e per riconoscersi addosso la parte di umanità che cerchiamo.
Don Tonino non usa mai la parola "meritocrazia", eppure è un critico severo della società del sorpasso, dello scavalcamento, dello sgomitare, della scalata per la carriera sulle spalle del povero, del debole, dell'ingenuo. Enrico Mauro "scava" nel vocabolario di don Tonino alla ricerca sia dei termini che usa per additare e combattere la società meritocratica, sia di quelli scelti per disegnare una società di segno opposto, cioè fondata su ideali che non sono molto diversi da quelli fondanti la nostra Costituzione. In un tempo in cui le scelte meritocratiche sembrano essere le uniche premianti nella nostra società, don Tonino si presenta come baluardo di una scelta evangelica che offre le basi concrete per un confronto con la proposta sociale e politica che fa del successo l'unico criterio per giudicare la riuscita di una vita umana.
Cosa succede quando si invoca un santo e questo, in carne e ossa, tra lo stupore e l'incredulità di tutti, arriva? Emanuele Fant, scrittore e insegnante, si immagina che san Giovanni Bosco, chiamato da una suora, giunga in una scuola per dare una mano a una ragazzina in crisi. I colpi di scena e l'umorismo non mancano, accompagnati da una scrittura scoppiettante e visionaria. Rideva e piangeva, mentre correva con le ciabatte inzuppate dietro alla tonaca rigonfia di quell'assurdo compagno di avventura.
Un piccolo gioiello dal Premio Strega Daniele Mencarelli: la storia di un rapporto di fiducia tra tre generazioni -- nonno, padre e nipote -- che ha al centro un coltello rinvenuto nella Seconda guerra mondiale. Il racconto della mancanza di fede di un figlio davanti alla malattia di suo padre, e della rinnovata fede che gli viene accordata invece dal nipotino.
La storie di tre amiche dette Maria la Bella, Maria la Buona, Maria e Basta, cresciute insieme in un piccolo paese, tutte e tre con lo stesso nome e un diverso destino. Tre destini legati da un nome intrecciato con la presenza femminile nella storia della salvezza. Erano nate lo stesso anno, nello stesso paese. Avevano fatto le scuole insieme, dall'asilo alle medie. Insieme erano andate in parrocchia, al cinema, in discoteca...
Mariapia Veladiano attinge, per questa storia, dalla sua esperienza nel mondo della scuola. «Capita a tutti gli insegnanti di trovarsi di fronte uno studente che non si riesce ad agganciare fino in fondo. Sta lì, è educato, segue, è carino, ma non riesci a capirlo e sai che ha qualcosa da comunicarti. È una sensazione di impotenza con cui l'insegnante deve fare spesso i conti: la strada è sempre l'empatia e un atteggiamento non giudicante».
Selah è la storia di un vuoto, quello lasciato dal papà del protagonista e quello lasciato all'umanità da papa Benedetto XVI, ma anche il vuoto di un fratellastro e una sorellastra che si cercano e non si incontrano.