Mussolini, superata la crisi del delitto Matteotti, in Italia è considerato un nuovo Cesare, il suo potere è assoluto. Ma all'estero è solo un personaggio emergente: il primo uomo che ha "battuto il bolscevismo". È il 1928. Richard Washburn Child, ex ambasciatore americano in Italia, gli chiede di scrivere la sua autobiografia per il pubblico di lingua inglese: sarà il "biglietto da visita" internazionale del nuovo grande attore della politica. Suo fratello Arnaldo si occupa della prima stesura, il duce la corregge, il diplomatico-editore la fa pubblicare: prima a puntate sul giornale americano "Saturday Evening Post", poi in volume a Londra. Un successo editoriale: Mussolini ha ora un posto e un pubblico su un palcoscenico mondiale. Unica autobiografia del capo del fascismo, questo autoritratto rappresenta un'utile testimonianza per osservare dalla prospettiva dello stesso Mussolini il percorso che lo condusse all'acme del potere.
C'è un naso che si allunga, ci sono code e orecchie che spuntano a sorpresa (ma non troppo), ci sono furboni, cattivi, impostori, ma anche fate buone e babbi pazienti, mostri marini e monelli con la maiuscola. È il mondo di Pinocchio.
Firenze, agosto 1968 - settembre 1985: sedici omicidi sconvolgono la provincia del capoluogo toscano. Un "mostro" massacra senza pietà coppie di giovani fidanzati, mutilando il corpo delle donne, e nella città esplode la paura delle colline, della campagna, delle strade poco frequentate. Il noto giallista Carlo Lucarelli e Michele Giuttari, che ha condotto le indagini su quegli omicidi, ricostruiscono in modo lucido e avvincente le diverse piste seguite dalla polizia, l'enigma Pacciani, la scoperta dei complici, i segreti dei "compagni di merende" e i misteri che ancora circondano un caso entrato nella storia della cronaca nera italiana. E indagando anche l'inquietante possibilità che dietro i delitti si nascondessero dei mandanti insospettabili ma ancora più perversi degli esecutori, ci guidano in una serrata caccia all'uomo nella quale siamo, di volta in volta, preda e inseguitori.
Un classico del pensiero politico dell'Ottocento, il libro di Tocqueville offre anche oggi spunti interessanti di riflessione.
L'entusiasmo e il furore come mezzi per raggiungere la conoscenza della verità. Il sonetto come espediente narrativo per trasmettere suggestioni filosofiche del tutto nuove e rivoluzionarie per l'epoca. Sono solo due aspetti di quest'opera che può essere considerata una testimonianza straordinaria del coraggio intellettuale e dell'originalità teorica di Giordano Bruno. "Gli eroici furori" rappresentano una tappa fondamentale della "nolana filosofia". Stampati a Londra nel 1585 in un periodo per molti versi decisivo, in cui Bruno sviluppa in modo organico i motivi centrali della propria ricerca raccolgono gli esiti di un confronto serrato con la tradizione neoplatonica e aristotelica, e sviluppano una teoria della conoscenza intesa come autentica riforma interiore, per trasformare il destino dell'uomo, strutturalmente limitato e finito, aprendolo all'esperienza della verità infinita.