Sedici storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio della non-rassegnazione. Un viaggio in un territorio di confine che spesso viene ignorato o addirittura cancellato. Eppure questo territorio esiste. Ed è abitato da persone straordinarie, piene di coraggio, di voglia di vivere, di tenacia, di passione e tenerezza. Cannavò li presenta con grandissima intensità e con uno stile magistrale. Uomini e donne che vivono, sognano, lavorano, si emozionano, anche se sono senza braccia o costretti sulla sedia a rotelle o ciechi dalla nascita. Con prefazione di Walter Veltroni.
Laura è giovane, bella, ardente di vita. Questo è il romanzo delle sue contraddizioni e dei suoi slanci, della lotta per la sua anima. Dalla prima innocenza alla scoperta della sopraffazione violenta e odiosa del male, che la strappa a una vita serena e protetta, passando per la facile seduzione di altri giochi, altre relazioni, fino all'incontro con Thierry, pentito della sua vita di eccessi, che riuscirà a mostrarle la vera via di salvezza. Un romanzo dalle tinte forti, ove più ancora che dall'esito della storia si è stupiti e commossi dalla tensione che la attraversa tutta.
"A Cesare e a Dio" è un libro che ha suscitato e continua a suscitare polemiche e discussioni in un tempo di rapidi mutamenti. Un libro che non racconta al lettore ciò che gli è familiare, ma tenta di diradare la nebbia, affinché gli baleni dinanzi ciò che è più sconvolgente per la nostra vita. Dall'anima della civiltà occidentale si sprigiona inevitabilmente la guerra, ma per ragioni che vengono alla luce solo se si scende nel sottosuolo della nostra civiltà: la nostra anima greca. La guerra, quindi anche la nascita e la morte, sono divenute qualcosa di essenzialmente diverso. Lo Stato, cioè "Cesare", non è quindi un'istituzione cui possa capitare accidentalmente di trovarsi in guerra. "Dio" è il tentativo fallito di sottrarsi alla logica della violenza. Anche Dio, come lo Stato, è padre della guerra. "A Cesare e a Dio" significa dunque dare a ciascuno dei due ciò che gli è proprio; ma ciò che è proprio di entrambi è lo stesso: il loro aprire lo spazio della distruttività estrema.
Margherita Hack, una delle astrofisiche più note al mondo, ci accompagna nell'avventura della cosmologia. Siamo oggi in grado di ricostruire ciò che era alle origini l'universo: un acceleratore di enorme potenza, fatto di quark e fotoni che si suppongono governati da un'unica forza fondamentale. Seguendo l'espansione dell'universo primordiale, la nuova astronomia ne ripercorre le varie fasi, cercando conferme a teorie e risposte a interrogativi insoluti. Un viaggio nello spazio e nel tempo: dalle stelle più vicine alle remote quasar, dall'origine dell'universo alla sua possibile evoluzione.
Dopo dieci anni di matrimonio felice, anche se imposto dalle circostanze, la malinconica e annoiata contessa Norma conosce una ragazzina selvatica ed errabonda, detta Medusa, e se ne innamora perdutamente. Si è nella Torino del primo Novecento, e scoppia uno scandalo che travolge le due donne: Medusa fugge a Parigi, Norma sarà rinchiusa in manicomio. Il primo romanzo dell'autrice di "Vita" e di "Un giorno perfetto".
Le parole sono armi, diceva Lenin. E quelle dei poeti sono armi di raffinatezza e potenza tutte particolari. Le poesie possono cambiare il mondo? O almeno insegnare a guardarlo in un modo nuovo? Esistono poesie che ci sono riuscite? A queste domande risponde Daniele Piccini, raccogliendo testi poetici di tutti i tempi e di tutti i paesi, che hanno lasciato un segno indelebile nelle vite di tutti noi. Una lettura godibilissima e irrinunciabile, per scoprire - o riscoprire - quanto la poesia sia importante nella nostra vita.
I testi poetici che hanno creato e raccontato il mito americano: l'uomo di fronte a un paesaggio maestoso e incombente, la scoperta di sé attraverso il viaggio, la rivendicazione di una identità contraddittoria, la gioia della conoscenza e la fusione ideale con la natura, la celebrazione della libertà. Per scoprire, o riscoprire, un poeta che ha incarnato i sentimenti più profondi di un'America che andava definendo la propria identità.
Pubblicato per la prima volta nel 1904, "Il fu Mattia Pascal" inaugura la stagione dell'umorismo pirandelliano. Il protagonista del romanzo, dopo essere stato dato per morto e aver trascorso una "vita parallela" torna al suo paese d'origine con l'intenzione di vendicarsi dei torti subiti; ma si ritrova invischiato in una situazione paradossale, da cui esce solo rinunciando allo status di essere vivente. In accesa polemica con le convenzioni razionalistiche e scientiste e i vincoli della società moderna, Luigi Pirandello, premio Nobel per la letteratura nel 1934, affida al suo romanzo più celebre il rifiuto delle convenzioni letterarie, recuperando invece la tradizione sterniana e senza dimenticare le esigenze della suspense. E di una delle opere più originali ed eccentriche di inizio Novecento Alberto Casadei propone una nuova edizione ampiamente commentata e aggiornata ai risultati della ricerca più recente.
Scritte negli ultimi anni di vita dell'autore e lasciate forse incomplete, le "Questioni romane" costituiscono una delle opere più interessanti e originali nel panorama dell'opera plutarchea. Con una curiosa struttura a domanda e risposta, l'autore narra con uno stile sottile e incalzante curiosità, aneddoti, tradizioni, usi e costumi della Roma antica. Seguendo il racconto di una guida d'eccezione il lettore ripercorre così le strade e i luoghi più famosi della città eterna. Il Circo Massimo, i Fori imperiali, il Colosseo vengono qui ritratti e immortalati da uno storico d'eccezione e restituiti alla storia nei loro particolari più riposti e sconosciuti. Nella sua prefazione John Scheid spiega la struttura e le problematiche di questo testo, mentre Nino Marinone ne cura l'edizione critica e l'attenta traduzione.
L'Autore ripercorre la vicenda del mondo musulmano nel suo sviluppo storico: dalla tradizione orale al Corano, dall'affermazione della politica del califfato alle grandi stagioni della cultura scientifica e filosofica.
Nella notte tra il 17 e il 19 luglio 1939, il colpo di Stato dalle truppe guidate dal generale Franco segnò l'inizio di una guerra civile che dilaniò la Spagna per i tre anni seguenti: fu una vera e propria prova generale della Seconda guerra mondiale in cui vennero sperimentate sulla popolazione quelle atrocità che avrebbero caratterizzato il conflitto successivo. Alcuni del protagonisti furono i medesimi: Hitler e Mussolini inviarono truppe regolari in aiuto di Franco, e Stalin sostenne con armi, volontari e denaro le formazioni comuniste. Dagli Stati Uniti e da tutta Europa giunsero, mossi dallo sdegno per quanto stava avvenendo in terra iberica, migliaia di volontari: scrittori come Ernest Hemingway e George Orwell, e uomini politici italiani come Palmiro Togliatti e Pietro Nenni, pronti ad aderire alle brigate internazionali per fronteggiare la minaccia fascista e difendere la Repubblica spagnola. Antony Beevor offre qui il resoconto di uno degli scontri più duri e sanguinosi del ventesimo secolo attingendo a una notevole mole di nuovi documenti emersi dagli archivi spagnoli tedeschi e russi. Ricostruisce con lucidità le cause e gli sviluppi di questa guerra e racconta uno dei momenti cruciali della storia del Novecento, quello che per la prima volta ha visto contrapporsi, in uno scontro epocale, fascismo e antifascismo.
Nicola Pietrangeli è uno dei campioni del tennis: ha vinto due volte gli Internazionali d'Italia e due volte il Roland-Garros, è arrivato (unico italiano nella storia) in semifinale a Wimbledon e nel 1976, come capitano non giocatore, ha vinto la Coppa Davis in Cile. In questa animata conversazione con Lea Pericoli narra l'epopea di uno sport, secondo la sua opinione,non eisiste più, travolto com'è dal professionismo e dalla commercializzazione. E racconta una vita in bilico tra l'asprezza del dopoguerra, la Roma della "Dolce Vita", i primi stratagemmi per sbarcare il lunario, l'amicizia con Mastroianni e i suoi grandi amori. "Dicono che se ti fossi allenato come si deve avresti vinto molto di più" dice Lea a Nicola. E lui risponde: "Ma non mi sarei divertito neanche la metà".