Chi minaccia (o promette) secessioni può risparmiarsi la fatica: l'Italia è già spaccata. Almeno in due. Nord e Sud sono mondi diversissimi, che a volte si odiano, quasi sempre non si capiscono e di sicuro non sembrano appartenere allo stesso Paese. E se si può sorridere di striscioni e cori da stadio come "Garibaldi, perché?", i numeri delle impari opportunità sono serissimi. La classe politica lo sa? Certo, ma proviene quasi esclusivamente dal Nord, visto che al Sud sembrano non fidarsi più dei politici meridionali. In questo libro, Giovanni Floris ci accompagna alla scoperta della penisola che crediamo di conoscere, analizzando le realtà sconcertanti, i dati preoccupanti, le curiosità e gli scandali di una nazione la cui unica gestione unitaria efficiente a volte sembra quella del crimine organizzato. L'Italia che sogna il federalismo e pratica l'evasione, l'Italia che chiede la meritocrazia e cerca le scorciatoie, l'Italia che si sente diversa da sé ma che a se stessa è uguale da 150 anni. E che ha la possibilità di una riscossa, legata a un salto di volontà: rimettere in moto una politica pigra e affrontare riforme coraggiose. L'inno nazionale che cantiamo è stato adottato in via provvisoria nel 1946. Forse è ora di rendere definitiva, e soprattutto operativa, l'unità d'Italia.
Di Berlusconi molto è stato detto e scritto. Ma pochi si sono soffermati sull'intreccio di rapporti che lo legano al mondo cattolico. In queste pagine, Pinotti e Gümpel ripercorrono l'avventura del Cavaliere in una prospettiva originale, che ne illumina i lati oscuri caricando di nuovo senso le sue scelte politiche. Partendo dai suoi primi passi di imprenditore, l'inchiesta racconta la vera storia della Banca Rasini e dei suoi soci, analizza le connessioni con Calvi e Sindona e le operazioni offshore, e ricostruisce le origini della Fininvest, con il suo complesso e inestricabile gioco di scatole cinesi. Attraverso preziose testimonianze inedite, rilegge la nascita di Forza Italia, i rapporti con l'Opus Dei e CL, lo scambio di favori con la Curia, i legami con i nuovi cavalieri della finanza bianca, fino all'involuzione teocon sui grandi temi bioetici e alle battaglie in favore della famiglia. Una "santa alleanza" unisce i due poteri forti del nostro Paese, che sembrano non poter più fare a meno uno dell'altro.
Le Fantasticherie nascono dagli appunti sparsi che Rousseau stilava nel corso di lunghe passeggiate solitarie, meditando sulla natura, sulla società, sul rapporto tra sé e gli altri. Il filosofo francese rievoca così il proprio passato, descrivendone sensazioni e sentimenti con accenti vivissimi. Il risultato di queste riflessioni sono alcune tra le più belle pagine della letteratura moderna, animate da una freschezza sempre nuova. Il testo è qui accompagnato dagli apparati critici realizzati da Henri Roddier per la celebre edizione dei Classiques Garnier. Oltre ad alcuni capitoli che ricostruiscono la genesi ideale e materiale dell'opera, il curatore offre preziosi documenti: dalla ricostruzione della topografia di Parigi all'epoca delle "passeggiate" alle testimonianze dei contemporanei dell'autore, all'indagine sulla parte avuta da Rousseau nell'evoluzione di alcuni concetti letterari fondamentali.
La recessione, afferma Pallante, è un’ancora di salvezza.
Sprechi: tra processo di trasformazione e uso finale, una lampadina a incandescenza disperde il 95% dell’energia; per ricavare una bistecca di manzo da un etto, occorrono tremila litri di acqua.
Beppe Grillo ha scritto: «Pallante ha il gusto della provocazione, ma anche il pallino della concretezza. Non si limita a criticare, propone anche».
La felicità — di una persona o di una comunità — può essere sostenibile? Attanagliati dalla crisi economica e dall’emergenza energetica e ambientale, possiamo sperare in un futuro di benessere e serenità? Sì, afferma Maurizio Pallante, ideatore della Decrescita Felice. Dobbiamo però invertire la rotta, ribellandoci all’imperativo che ci ha guidati nell’ultimo secolo — la crescita a ogni costo, misurata con l’aberrante strumento del Pil — e stabilire un nuovo modello di sviluppo.
La Decrescita Felice è una filosofia concreta che chiunque, ciascuno quotidianamente e i governi in politica, può mettere in pratica. Decrescere non vuol dire rinunciare a nulla, ma modificare i comportamenti che implicano inutili sprechi. Se rimaniamo imbottigliati nel traffico, bruciamo litri di carburante (accrescendo il Pil!), ma non passiamo ore piacevoli. Perché allora non usare mezzi alternativi o ridurre al minimo gli spostamenti? Se una famiglia — anziché acquistare frutta e verdura costosa perché proveniente dalla parte opposta del pianeta — coltiva un orto, mangia alimenti più freschi e risparmia. Ancora: se perdiamo l’abitudine di passare il sabato al centro commerciale e aderiamo a un gruppo d’acquisto solidale, spendiamo meno e abbiamo pure l’occasione di costruire rapporti basati sulla collaborazione e la fiducia.
Investire nelle tecnologie per il risparmio energetico e nelle eco-case, autoprodurre beni, ridurre i rifiuti, instaurare relazioni fondate sulla reciprocità e sul dono invece che sulla competizione… Perseguendo questi obiettivi, la Decrescita Felice corregge le storture del nostro modello economico e indica la via per un’altra dimensione del benessere, in un mondo meno inquinato e in una società più umana. Non è un’utopia, ma una nuova vita che possiamo cominciare già oggi.
New York. L'anziano portiere di un grattacielo di Madison Avenue viene freddato con due colpi di pistola. Per il tenente Reynolds, accorso sulla scena del crimine, l'omicida è uno dei tanti balordi che infestano Manhattan. Poche ore più tardi, però, viene richiamato sul posto: in un appartamento del diciannovesimo piano sono state massacrate altre sei persone. Una mattanza d'altri tempi. Tra le vittime c'è il padrone di casa. Rocco Fedeli, calabrese di San Piero d'Aspromonte. Le carte dicono che non aveva precedenti, era un signor nessuno, solo un emigrante che ha fatto fortuna in America. Eppure secondo gli inquirenti l'omicidio è da collegare a una faccenda di droga e di 'ndrangheta. Per questo, quando l'FBI richiede la collaborazione della polizia italiana, entra in gioco il commissario Michele Ferrara, funzionario della Direzione investigativa antimafia. Per lui, dopo tanti anni di servizio in Calabria, la 'ndrangheta non ha più segreti. E anche se la malavita è ormai globale, per risolvere il caso sarà necessario insinuarsi nel cuore dell'Aspromonte, dove tutto sembra ancora inchiodato alle leggi della "famiglia". Il nuovo thriller di Giuttari, che la 'ndrangheta l'ha vista e combattuta in prima persona, è il primo romanzo, dopo la strage di Duisburg e il clamore suscitato in tutto il mondo, a raccontare da vicino la "mafia di esportazione", quella meno conosciuta e più spietata.
“L’uomo non dovrebbe mai, in nessuna situazione, potersi pensare Dio, potente come il Signore dei Signori.”
Vittorino Andreoli
Un uomo che, fin da bambino, vive nella paura. E che per difendersi cerca rifugio nella religione. Entra in seminario, si appassiona all’immagine di Dio. L’incontro con la teologia, un’inaspettata ascesa nella carriera ecclesiastica, arciprete, vescovo, fino alla nomina a cardinale, poi il precipizio; una malinconia strisciante, insistente, che si trasforma in crisi, in conflitto aperto, quando il protagonista non è più in grado di negare a se stesso ciò che deve continuare a nascondere agli altri: Dio non esiste.
Senza più fede, ma incapace di rinunciare alla porpora della sua toga, il cardinale viene indicato come probabile papa. Ed è proprio nel conclave per l’elezione del nuovo pontefice che sarà costretto ad affrontare la contraddizione che lo consuma. In un romanzo ricco di colpi di scena, Vittorino Andreoli, con la maestria che lo contraddistingue, ci porta dentro all’eterno conflitto tra la maschera e il volto, tra l’immagine che diamo di noi e le più intime lacerazioni del nostro animo.
Ogni giorno i politici ci inondano di migliaia di parole in libertà. Promesse, smentite, voltafaccia, bugie, insulti e banalità dilagano nelle agenzie di stampa, nei "pastoni" dei telegiornali, sulle pagine dei giornali. Siamo in piena "dichiarazia", una perversa spirale tra politica e media dove il fumo verbale annebbia i fatti, le inchieste, l'attività politica seria. Qualunque critica diventa la "demonizzazione dell'avversario", ogni accusa è "farneticante", i giornalisti scomodi sono "faziosi". In continue polemiche che montano furiose e sfumano nel nulla, la Casta dichiarante si rinfaccia "menzogne", non accetta "lezioni" e non si fa certo "intimidire". E dietro la cortina delle chiacchiere nega l'evidenza, si contraddice senza pudore, afferma tutto e il contrario di tutto. Ma la rappresentazione che va in scena non ha niente a che vedere con la realtà. Mario Portanova invita a capire trucchi, frasi fatte, voli pindarici e sviolinate, che non hanno colore né schieramento. Perché mai come in politica tra il dire e il fare c'è di mezzo un mare (di parole).
Un altro ritratto degli italiani, questa volta turisti - o viaggiatori? buffi, disorganizzati, frettolosi e rumorosi: per sorridere dei nostri connazionali, ma soprattutto di noi stessi. Quella del viaggio è una condizione nient'affatto banale. Lontano da casa le difese si abbassano, ci si rilassa e, in vacanza dagli obblighi sociali, ci si mostra finalmente per quello che si è: curiosi, appassionati, buffi, disorganizzati, un po' folli. In questo nuovo libro, che comprende i best seller "Italiani con valigia" e "Manuale dell'imperfetto viaggiatore" più un inedito bonus book, l'autore spia i viaggiatori italiani e li descrive con uno sguardo ironico e a volte pungente, ma mai feroce.
La scienza intimidisce molte persone: chi a scuola non riusciva a digerirla, chi si sente impreparato ad affrontare questioni complicate, chi pensa che le "certezze scientifiche" riducano la realtà a qualcosa di freddo e limitato. Con "Il canone della scienza", Natalie Angier riesce a convincere i lettori del contrario. E lo fa attraverso le voci di scienziati, docenti e divulgatori che raccontano il loro lavoro. Un allegro carosello attraverso le maggiori discipline scientifiche: fisica, chimica, biologia, geologia e astronomia. Il Premio Pulitzer propone un viaggio in tutto ciò che intorno a noi e dentro di noi è "scienza", dall'effetto dell'elettricità statica sui capelli alla visione della Via Lattea in una notte serena, fino alla guerra quotidiana contro i batteri che provocano le carie. Un libro dove la scienza esiste per ciò che è realmente: il tentativo di comprendere più a fondo il mondo intorno a noi.
Un ritratto spietato e profondamente pungente del mondo della famiglia e dei rapporti tra i sessi, frutto di un'analisi degna della perizia di Freud. Un universo popolato da eroici capitani d'industria che sacrificano amore coniugale e paterno al lavoro e al potere, come il console Bernick o il costruttore Solness. Da antieroi o individui inetti sempre in attesa di compiere una trasformazione che non avverrà mai, come il dottor Stockmann o Johannes Rosmer. Da dolenti eroine, donne oppresse o represse, protagoniste di vicende luttuose e violente, come Nora o Hedda. E da strazianti figure di figli suicidi per amore dei padri come Hedvig e il piccolo Eyolf. Questa edizione raccoglie i dodici drammi (I sostegni della società; Una casa di bambola; Spettri; Un nemico del popolo; L'anitra selvatica; Casa Rosmer; La signora del mare; Hedda Gabler; Il costruttore Solness; Il piccolo Eyolf; John Gabriel Borkman; Quando noi morti ci destiamo) che l'inventore del "teatro del salotto borghese" dedica alla società sua contemporanea. L'aridità dei rapporti e la brutalità degli istinti si riflette nella lingua dura, carica di simbolismo, che questa nuova traduzione dall'originale norvegese restituisce in tutta la sua potenza innovativa e destabilizzante.
Gli elzeviri che Elémire Zolla pubblicò sul "Corriere della Sera" e altre testate nazionali tra gli anni Sessanta e la fine del Novecento, oggi selezionati da Grazia Marchiano e raccolti per la prima volta in volume, fanno rivivere le conoscenze e le intuizioni geniali di un maestro del nostro tempo e offrono una chiave attualissima d'ingresso dietro le quinte della commedia umana. Miti fasulli, inganni e mistificazioni dei quali il potere costituito si nutre divorando se stesso e le sue prede. Zolla lacera la superficie della realtà visibile - vicende storielle, intrecci mitici, dogmi e credenze di Occidente e Oriente - e ne mette a nudo i veri despoti e registi, gli arcani del potere.
Nella Parigi sospesa e febbrile degli anni Trenta, Ethel Brun, "figlia unica di una famiglia in guerra, tra le mura di una casa in pericolo", percorre l'età inquieta dell'adolescenza. Una famiglia di coloni, la sua, arrivata dall'isola di Mauritius per mescolarsi alla ricca borghesia della capitale, senza riuscire a dimenticare l'indolenza e gli eccessi, i profumi penetranti e i colori della terra a cui appartiene. A tredici anni, Ethel incontra Xenia, figlia di esuli russi, e davanti al suo sguardo azzurro e fiero conosce per la prima volta la vertigine del desiderio e della diversità. A quindici, nel vacuo brusio delle chiacchiere da salotto, sente risuonare con insistenza il nome di Hitler - l'uomo che arginerà la minaccia bolscevica - e stringe una silenziosa alleanza di sguardi con il timido Laurent, senza sapere che di lì a pochi anni i loro destini si legheranno in modo indissolubile. Ma quando lo spettro dell'occupazione si allarga sulla Francia e i Brun sono costretti a sfollare a Nizza, Ethel sperimenta abissi ben più tormentosi della voracità della giovinezza; quelli della miseria e del bisogno, che le accenderanno in corpo una tenacia insospettata, la forza di sopravvivere in un mondo che va a fuoco sotto i suoi occhi. Un intenso romanzo in cui l'autore dipinge l'indimenticabile ritratto della donna che sarà sua madre, per raccontare l'ostinata fame di vita di un'intera generazione: il ritornello che accompagna l'esistenza di quelli che, come Ethel, sono stati travolti dalla storia.