De Gasperi ha salvato la libertà dell'Italia e non era affatto un lacchè del governo americano. Togliatti veniva chiamato il migliore, ma per molti era il peggiore perché s'inchinava davanti ai baffi di Stalin. L'editore Feltrinelli non è stato eliminato dai servizi segreti, si è ucciso nell'inseguire la chimera di una rivoluzione proletaria. Il Sessantotto si è rivelato un tragico bluff che ha distrutto la nostra università. Andreotti Belzebù le ha sbagliate tutte? Assolutamente no. Sono alcuni dei giudizi che il lettore troverà in "Sangue, sesso, soldi". Un titolo che fotografa la natura dell'Italia che abbiamo costruito dal 1946 in poi.
È il novembre del 1918, e il mondo di Rosa Tiefenthaler è andato in frantumi. L'Impero austroungarico in cui è nata e vissuta non esiste più: con poche righe su un Trattato di pace la sua terra, il Sudtirolo, è passata all'Italia. "Il nostro cuore e la nostra mente rimarranno tedeschi in eterno", scrive Rosa sul suo diario. Colta e libera per il suo tempo, lo tiene da quasi vent'anni, dal giorno del suo matrimonio con l'amato Jakob. Mai avrebbe pensato di riversare nelle sue pagine una così brutale lacerazione. Ne seguiranno molte altre. In pochi anni l'avvento del fascismo cambia il suo destino. Cominciano le persecuzioni per lei e per la sua famiglia, colpevoli di voler difendere la loro lingua e la loro identità: saranno arrestati, incarcerati, mandati al confino. E Rosa assiste impotente al naufragio di tutte le sue certezze. Intorno a lei, troppi si lasciano sedurre da un sogno pericoloso che si sta affacciando sulla scena europea: quello della Germania nazista. Non potrà impedire che Hella, la figlia minore, sia presa nel vortice dell'ideologia fatale di Hitler. E presto dovrà affrontare la scelta impossibile tra l'oppressione e l'esilio. Nata austriaca, vissuta sotto l'Italia, morta all'ombra del Reich, Rosa è il simbolo dei tormenti di una terra di confine. Su quella frontiera è cresciuta Lilli Gruber, sua bisnipote, che oggi attinge alle parole del suo diario. E racconta una pagina di storia personale e collettiva in questo libro teso sul filo del ricordo.
Quattro secoli e mezzo dopo Vasari, Langone racconta gli artisti italiani partendo dalle loro biografie. Con un paio di non trascurabili differenze: gli artisti del Vasari erano quasi tutti morti mentre quelli di Langone sono tutti vivi; nelle "Vite" si parla anche di scultori e di architetti mentre in "Eccellenti pittori" ci si concentra appunto sui pittori per il semplice motivo che nel frattempo gli scultori si sono quasi estinti e gli architetti sono quasi totalmente fuoriusciti dall'ambito artistico. Libro fortemente selettivo secondo criteri il più possibile oggettivi che sono espressamente dichiarati in modo che il lettore possa condividerli o respingerli: quanto di più lontano dalla critica castale e incomprensibile che ha reso l'arte contemporanea italiana autoreferenziale e semimorta. Pittori di ogni generazione e di ogni quotazione: giovani e vecchi, celebrati e sottovalutati, purché capaci di ricordare che la pittura italiana è viva e lotta insieme a noi, anche se noi non sempre lo sappiamo.
"Finalmente posso consegnare nelle mani del lettore il piccolo libro da lungo tempo promesso sui racconti dell'infanzia di Gesù. Non si tratta di un terzo volume, ma di una specie di piccola "sala d'ingresso" ai due precedenti volumi sulla figura e sul messaggio di Gesù di Nazaret. Qui ho ora cercato di interpretare, in dialogo con esegeti del passato e del presente, ciò che Matteo e Luca raccontano, all'inizio dei loro Vangeli, sull'infanzia di Gesù. Un'interpretazione giusta, secondo la mia convinzione, richiede due passi. Da una parte, bisogna domandarsi che cosa intendevano dire con il loro testo i rispettivi autori, nel loro momento storico - è la componente storica dell'esegesi. Ma non basta lasciare il testo nel passato, archiviandolo così tra le cose accadute tempo fa. La seconda domanda del giusto esegeta deve essere: è vero ciò che è stato detto? Riguarda me? E se mi riguarda, in che modo? Di fronte a un testo come quello biblico, il cui ultimo e più profondo autore, secondo la nostra fede, è Dio stesso, la domanda circa il rapporto del passato con il presente fa immancabilmente parte della stessa interpretazione. Con ciò la serietà della ricerca storica non viene diminuita, ma aumentata. Mi sono dato premura di entrare in questo senso in dialogo con i testi. Con ciò sono ben consapevole che questo colloquio nell'intreccio tra passato, presente e futuro non potrà mai essere compiuto e che ogni interpretazione resta indietro rispetto alla grandezza del testo biblico." (Benedetto XVI)
Dopo Inchiesta su Gesù, Augias torna a indagare le zone d'ombra tra realtà storica e verità rivelata, focalizzandosi sulla figura e il mito della donna più amata del Cristianesimo.
Tra le varie figure celesti, divine, semidivine, santificate delle religioni mondiali, Maria è certamente la più complessa, tenera e commovente.
Ragazza ebrea visitata dall’angelo, fidanzata e poi sposa di un uomo che non era il padre di suo figlio, vergine e madre di Dio, simbolo della grazia e Mater dolorosa che subisce il destino terribile di veder premorire la creatura da lei generata, poco citata nei vangeli e quasi assente negli Atti degli apostoli e nelle lettere di Paolo, oggetto di un culto senza pari, concepita senza peccato originale e assunta in cielo: capire Maria significa penetrare nel cuore della fede cattolica. In questo libro, Corrado Augias dialoga con un grande studioso di mistica e di storia della religioni, Marco Vannini, per scavare in profondità nella storia e nel mito della Madonna, toccando tutti gli aspetti che mettono Maria al centro dell’esperienza culturale e religiosa della nostra civiltà: le fonti (dai vangeli canonici agli apocrifi), le ipotesi sulla biografia, il rapporto con la condizione femminile nella Palestina di duemila anni fa, con le altre donne della Bibbia e con la mitologia della Grande Madre, la nascita dei dogmi e lo sviluppo del culto, i miracoli e le apparizioni, la presenza costante della Madonna nella cultura e nell’arte. Il risultato è un volume senza precedenti in Italia che con tono narrativo, ma impeccabile nella documentazione, risponde alle domande cruciali di credenti e non credenti, indaga le basi stesse della nostra cultura e della nostra mentalità, compone il racconto di una straordinaria vicenda umana.
"Ci sono parole senza corpo e parole con il corpo. Libertà è una parola senza corpo. Come anima. Come amore. Parenti dell'aria e quanto l'aria senza confini definiti, hanno bisogno di qualcuno che presti loro la sua carne, il suo sangue e i suoi limiti perché diventino concrete. In questo libro è raccontata la storia di come una libertà, la mia, sia germinata dai luoghi vissuti da bambino e poi abbia preso il volo dal mio incontro con la lettura. Così queste pagine, nei mesi, sono diventate un'ossessione, la scrittura mi ha torto il collo e ha costretto il mio sguardo nei luoghi felici dell'infanzia o a muovere i miei passi dentro dolori intensi che pensavo di avere rimosso. Mentre ero in ospedale, tanti anni fa, con lo sguardo ostruito dalle sponde di un letto, il dolore stava accucciato in attesa di un nuovo sforzo, pronto ad aggredire. E tuttavia, col tempo, il letto si è trasformato in un tappeto volante, un luogo in cui per un po' ci si sottrae al mormorio del quotidiano e si vedono le cose da lontano e dall'alto. Da lassù gli anni scorrono via dalle nostre vene, si concede una tregua al corpo e il pensiero si libera del superfluo che ingombra la giornata. Ho concepito e scritto diverse poesie adagiato a letto. Non ci vuole molto: una matita, un taccuino e il mondo che si raduna intorno a te, e lascia i suoi segni sulla pagina da scrivere come baci sulla pelle di un'amata. Così possiamo darci alla sostanza tiepida dei sogni..." (Pierluigi Cappello)
Mai come in questo preciso momento storico, l'innovazione dovrebbe essere posta ai vertici delle strategie aziendali. Tuttavia, ancora oggi, nonostante le imprese italiane si contraddistinguano per la creatività e l'originalità della proposizione di offerta, la loro competitività non ne trae sempre particolare beneficio. A fronte, infatti, dell'effervescenza creativa e della proliferazione dei nuovi prodotti e servizi, esse subiscono il "lato oscuro" dell'innovazione, ossia le inefficienze nei sistemi produttivi e logistici e la complessità gestionale che ne deriva, anche sul mercato. La nuova edizione di "Dall'idea al valore", ampliata con una sezione dedicata al tema dell'innovazione nei servizi e aggiornata delle principali novità nella gestione dei processi di innovazione, si propone in particolare di ribadire l'essenzialità di progettare, ancor prima dell'innovazione come risultato (il nuovo prodotto o il nuovo servizio), l'innovazione come processo. Nel libro sono così evidenziati gli aspetti fondamentali della gestione e dell'organizzazione del processo di sviluppo dei nuovi prodotti e le prassi e metodologie che contribuiscono maggiormente all'accrescimento del capitale economico dell'impresa attraverso l'attività di innovazione. Alla base, l'assunto che l'innovatività, ossia la buona produttività nell'innovazione, rappresenti la vera leva determinante della competitività dell'impresa.
In gioventù, Shlomo Sand aveva fatto proprio l'impegno di Ilya Ehrenburg: avrebbe continuato a professarsi ebreo finché al mondo fosse rimasto anche un solo antisemita. Ma, forse proprio a causa dell'antisemitismo, l'identità ebraica ha subito una deformazione, è diventata una sorta di essenza eterna (perfino genetica, secondo gli scienziati sionisti) fino a trasformarsi nell'alibi per una politica aggressiva e autoritaria: così Israele è una democrazia che discrimina i suoi cittadini in base alla religione, visto che i non ebrei non godono degli stessi diritti degli ebrei, i matrimoni misti sono mal tollerati e la società è "una tra le più razziste del mondo occidentale". Come può allora "chi non è religioso ma umanista, democratico e dotato di un minimo di onestà, continuare a definirsi ebreo?" La risposta è un attacco al cuore di Israele, ma anche un incontro doloroso dell'autore con la propria storia, una riflessione profonda e culturalmente articolata sul senso di un'identità tormentata e sempre in bilico. Mettere in discussione i concetti chiave e le fondamenta del nostro sistema di pensiero è molto più difficile che orientarsi in base a pregiudizi e a frasi fatte, spiega Sand, ma è solo attraverso la voragine di dubbi e perplessità che si apre sotto i nostri piedi quando facciamo i conti con le logiche sotterranee del nostro passato che il futuro inizia a compiersi: "Sono figlio di ebrei sopravvissuti all'inferno europeo degli anni quaranta senza mai smettere di sognare una vita migliore".
Per Dacia Maraini il teatro è sempre stato impegno e poesia, e in questo ricco ed esauriente libro-intervista la grande autrice ci guida alla scoperta della sua scrittura teatrale: dalle letture onnivore fatte in gioventù all'attività di ricerca negli anni Sessanta, dal grande interesse per la componente tecnica e scenografica alle opere più recenti. Il libro descrive il valore poetico e civile che il teatro ha sempre avuto per Dacia Maraini e racconta la passione della scrittrice per un luogo capace di catturare istanti di vita e trasformare la parola in realtà. Nel far emergere la costante tensione tra l'amore della donna di teatro per il lavoro collettivo e la spinta della scrittrice alla creazione solitaria, quest'opera ci restituisce tutto il fascino di un'autrice unica nel cogliere e mettere in scena le sfumature profonde dell'esistenza umana. Prefazione di Dario Fo.
"È densa di echi letterari, ma arriva al cuore con l'immediata intensità del quotidiano. È contemporanea ma disarmante nel suo nucleo atemporale. La poesia di Pierluigi Cappello, la cui opera è qui finalmente riunita, ha incantato i lettori più diversi, dal premio Pulitzer Jorie Graham - che ha confessato di essere rimasta stregata dall'incontro con i suoi libri e di volerli tradurre in inglese - a Jovanotti, che ne tweetta i versi per i fan. Tullio Avoledo è certo che "la poesia di Cappello parlerà di noi molto dopo che ce ne saremo andati" e Francesca Archibugi, autrice di un film sul poeta friulano, dice di lui che "ti risveglia e diventa un amico interiore". Le sue parole ci svelano il nostro mondo, e leggerle è una rivelazione che scalfisce ogni certezza." Con una prefazione di Francesca Archibugi
Joshua lo sa da sempre: dall'altra parte del Muro c'è il nemico, un popolo pericoloso e violento da cui occorre difendersi, anche con la forza. Un giorno, per caso, scopre un tunnel sotto il Muro, e con molti timori varca il confine. Nella città in cui sbuca, non cosi diversa dalla sua, incontra Leila, una ragazzina con cui stringe subito amicizia. Non gli ci vuole molto per capire che di lì, come di qua, non ci sono nemici, solo persone che cercano di sopravvivere e parlarsi in un mondo difficile e ostile. Tornato a casa, decide di aiutare Leila e la sua famiglia. Ma imparerà presto che il muro che corre intorno alla sua città non è nulla al confronto di quello che circonda il cuore degli adulti.
Cinque secoli fa Niccolò Machiavelli scrisse "Il Principe" basandosi sulla sua conoscenza diretta degli intrighi della corte fiorentina e su una profonda comprensione della natura umana, ispirando da allora generazioni di estimatori e detrattori che hanno considerato la sua opera - dandone opposti giudizi - un vero e proprio manuale per manipolare gli eventi e le persone a proprio vantaggio. Oggi, quando i Principi sono stati soppiantati da altri leader, attivi nella politica ma soprattutto nel mondo dell'economia e del business, questa originale rilettura del testo rinascimentale offre a chi opera in azienda e nel mercato 52 riflessioni e consigli per arrivare al vertice e restarci. Attraverso la lettura scoprirete che: i nemici dei vostri nemici sono vostri amici, i messaggi si mandano con le azioni, non con le parole, niente è fallace come il successo, il potere si perde se non lo si usa e, una volta raggiunto, va mantenuto ed esercitato. Con ogni mezzo.