Un racconto su due sorelle molto famose, Vanessa Bell e Virginia Woolf, diventa una storia che parla di amore per l'arte, l'immaginazione e i giardini. Un giorno Virginia si sveglia male, non parla e fa strani versi: non c'è per nessuno, vuole solo stare in camera sua, niente le interessa e nessuno la fa stare meglio. Urla, con quella voce strana che ricorda l'ululato di un lupo. Vanessa allora fa quello che sa fare: prende i pennelli, dipinge una parete di fiori e poi un'altra e poi un'altra ancora, trasformando la stanza della sorella in un giardino bellissimo con tanto di scala e altalena "perché quando si è spinti verso il basso si deve pensare alto". Età di lettura: da 5 anni.
Bellano 1915. In una sera di fine novembre una fedele parrocchiana, la Stampina, si presenta in canonica: ha urgente bisogno di parlare con il prevosto, che in paese risolve anche le questioni di cuore. Suo figlio Geremia, docile ragazzone che in trentadue anni non ha mai dato un problema, sembra aver perso la testa. Ha conosciuto una donna, dice, e se non potrà sposarla si butterà nel lago. L'oggetto del suo desiderio è Giovenca Ficcadenti, di cui niente si sa eccetto che è bellissima - troppo bella per uno come lui - e che insieme alla sorella Zemia sta per inaugurare una merceria. Il che basta, nella piccola comunità, a suscitare un putiferio di chiacchiere e sospetti. Perché la loro ditta può dirsi "premiata"? Da chi? E quali traffici nascondono i viaggi che la Giovenca compie ogni giovedì? Soprattutto, come si può impedire al Geremia di finire vittima di qualche inganno? Indagare sulle sorelle sarà compito del prevosto, per restituire alla Stampina un figlio "normale". Facile dirlo. Non così facile muoversi con discrezione laddove sembrano esserci mille occhi e antenne... Cos'è un paese se non un caleidoscopio di storie, un'orchestra di uomini e donne che raccontando la vita la reinventano senza sosta, arricchendola di nuovi particolari? Con micidiale ironia, Vitali dà voce a questo coro - una sinfonia di furbizie e segreti, invidie e pettegolezzi - che mostra una faccia sempre diversa della verità, e un attimo dopo la nasconde ad arte...
Jaffy Brown ha otto anni quando, per le strade della Londra vittoriana, si imbatte in un gatto dalle proporzioni maestose, concentrato puro di bellezza, agilità, istinto. E l'intervento di Charles Jamrach a salvare Jaffy dalle fauci della tigre. E per premiare il coraggio del ragazzino, Jamrach lo prende a lavorare con sé nel suo negozio di animali esotici. Comincia così, sotto un cielo fuligginoso e gonfio di miasmi, tra il frullare d'ali dei pappagalli e lo stridio senza tregua delle scimmie, l'avventura che porterà Jaffy in mare aperto, a bordo di una baleniera sulla rotta d'Oriente, alla ricerca del leggendario drago di Komodo. Al suo fianco c'è Tim, il suo nuovo, amato, ambiguo amico. La spedizione è un successo, il drago viene catturato. Ma le provviste finiscono, la caccia alla balena non dà risultati, gli uomini hanno fame e cominciano a mormorare che quella bestia in gabbia, vibrante di rabbia e di paura, porta sfortuna. Finché una tempesta investe con violenza la baleniera, la affonda. E un altro viaggio ha inizio: lento, livido, allucinato, su un oceano perfettamente immobile in cui l'animo di ognuno sarà costretto, presto o tardi, a specchiarsi.
Siamo circondati da una foresta di parole, ciascuna delle quali mormora, si agita per attirare la nostra attenzione e spuntarla sulle altre. Quali scegliere allora? Di quali appropriarsi per arrivare al cuore delle nostre emozioni, delle nostre storie? Françoise Héritier torna a interrogarsi sulla materia di cui è fatto il gusto della vita, invitandoci questa volta a riscoprire colori, significati e valori che in segreto associamo alle parole. Perché quando si trovano investite di un sovrappiù di potere, quando le riconfiguriamo a nostro personale uso e consumo, quando si caricano di una parte di mistero, le parole ci trascinano per mano nel vortice sorprendente e imprevedibile della fantasia primordiale: la Libellula diventa allora "una damina altezzosa vestita di organza bianca", lo Scarponcino "un ometto autoritario" e Rossellini "un piatto a base di filetto"... È un gioco che ci conviene prendere molto sul serio: a chi saprà riscoprire il gusto delle parole l'autrice promette un rimedio contro la noia della realtà.
Era il 1978 quando due giornalisti seguirono Christiane e i suoi amici negli angoli più bui della metropolitana di Berlino. Fu un viaggio all'inferno, raccontato in un libro che divenne il simbolo di una generazione falciata e trasformò la protagonista nell'incarnazione dell'inquietudine giovanile. Trentacinque anni dopo, Christiane ci impressiona e ci commuove come allora raccontandoci un'intera vita di solitudine e disperazione: la disintossicazione, gli anni felici e folli insieme agli idoli del rock e della letteratura, le ricadute, la lotta per la sopravvivenza in un carcere femminile, le amicizie pericolose, le malattie; gli aborti, e un figlio adolescente di cui le è stata sottratta la custodia. "Non ho più niente. Non ho più amici, e nessuno può immaginare cosa mi tocca passare ancora oggi, solo perché sono quella che sono. Sono questi i momenti in cui guardo fuori dalla finestra e mi chiedo: 'Farà poi così male buttarsi di sotto?'". Christiane non ha paura di scoprirsi, ed è ancora una volta la sua spietata onestà a fare di questo memoir un racconto coraggioso e commovente: "lo sono e resterò sempre una star del buco. Un animale da fiera. Una bestia rara. Una ragazza dello zoo di Berlino".
Berlino, anni Settanta, quartiere dormitorio di Gropiusstadt. Christiane F. ha dodici anni, un padre violento e una madre spesso fuori casa. Inizia a fumare hashish e a prendere Lsd, efedrina e mandrax. A quattordici anni per la prima volta si fa di eroina e comincia a prostituirsi. È l'inizio di una discesa nel gorgo della droga da cui risalirà faticosamente dopo due anni. La sua storia, raccontata ai due giornalisti del settimanale "Stern" Kai Hermann e Horst Rieck, è diventata un caso esemplare, una denuncia dell'indifferenza della nostra società verso un dramma sempre attuale. Una testimonianza cruda, la fotografia di un'epoca. Postfazione di Vittorino Andreoli.
"Tutto questo succede nella Terra dei fuochi, che è la mia terra. Al tempo dei papiri e delle tavolette cerate era la Campania felix, in quello di Twitter e Facebook è la pattumiera d'Italia. Una discarica dove ogni anno vengono avvistati seimila roghi di rifiuti, che inceneriscono scorie industriali, sprigionano veleni, ammorbano l'aria e uccidono la vita nei campi." A scrivere queste parole è Padre Maurizio Patriciello, non un politico ma un semplice sacerdote divenuto nel giro di pochi mesi il leader del movimento civile che chiede con urgenza la bonifica della Terra dei fuochi. E che, oltre ad aver conquistato l'attenzione mediatica e delle istituzioni, qualcosa di concreto sta anche finalmente ottenendo, come dimostra il decreto del governo Letta del dicembre 2013. Tutto ha inizio nella notte dell'8 giugno 2012, quando Padre Maurizio si sveglia assalito da una puzza insopportabile a cui è impossibile sfuggire. Per lui è come una chiamata del Signore: accende il computer e su Facebook comincia a raccogliere la protesta della gente che, impotente, si è vista man mano avvelenare la propria campagna. Non che prima di quella notte non se ne sapesse nulla - c'erano state inequivocabili denunce come "Gomorra" di Saviano nel 2006 e "Biùtiful cauntri" nel 2007, film pluripremiato e presto dimenticato -, ma l'immane devastazione dell'Agro aversano, lo scampolo di terra dove in due decenni sono stati scaricati dieci milioni di tonnellate di rifiuti.
Se si parla sempre più spesso di crisi dell'Occidente, se ormai l'intero pianeta avverte un disagio che i profeti di sventura prevedono irreversibile, forse non è la realtà a essere in crisi, forse è in crisi il nostro modo di interpretarla, sono in crisi i nostri modelli esplicativi. Siccome le categorie mentali che abbiamo ereditato dall'epoca industriale non sono più capaci di spiegarci il presente, siamo indotti a diffidare del futuro, oscillando tra disorientamento e paura. Attendiamo il vento favorevole ma non sappiamo dove andare. Sentiamo crescere intorno a noi e dentro di noi l'esigenza di un mondo nuovo consapevole e solidale, l'urgenza di un nuovo modello di vita capace di orientare un progresso che, privo di regole e di scopi, risulta sempre più insensato. Ma a chi tocca l'onere di elaborare questo nuovo modello? Ne esiste già un embrione da qualche parte? In queste pagine l'autore parte dalle domande più urgenti del nostro tempo per avviare un'analisi a tutto campo dei modelli di vita elaborati dall'uomo nel corso dei secoli, dei sistemi sociali, culturali, religiosi creati per rispondere alle sfide dell'esistenza. Possono ancora esserci utili per affrontare il tempo che ci attende? Solo a partire da una seria rivisitazione critica, che ci orienti sul percorso che l'intelligenza collettiva ha compiuto per giungere fino a oggi, si potranno trarre indicazioni per il percorso da intraprendere.
Una Wonder Woman in borghese: non indossa le culotte con le stelle o il top rosso, eppure la protagonista di questo libro a volte si sente proprio così. Come la supereroina, lotta contro le avversità della vita armata di autoironia e tenta in ogni modo di andare avanti - crescere i suoi bambini di due e quattro anni, non allontanarsi dall'amato marito Ken e vedere le amiche di sempre - mentre affronta il tumore al seno. Ma i "sassolini", come li chiama per Attilino e la Iena, le portano anche una nuova terza misura di reggipetto. E Wondy è bravissima a vedere il bicchiere mezzo pieno, così, senza poter dimenticare i continui controlli, la chemio e i mesi passati sul divano, non perde l'occasione per sdrammatizzare e vedere il lato positivo. Con la valigia pronta per un nuovo viaggio e il pc sempre acceso, impara che il tempo è prezioso (e poco), che i veri amici si riconoscono subito - ti invitano a sessioni di shopping o preparano cene prelibate con consegna a domicilio - che l'affetto incrollabile dei figli è il nostro carburante migliore; insomma che vale la pena combattere al massimo per tenersi stretto ciò che si ama. E allora, senza capelli le feste in maschera e parrucca vengono meglio, se hai già la nausea puoi concederti infinite corse sulle montagne russe con tua sorella e, se non hai appetito ma il sushi lo mangi, ne approfitti per uscire più spesso a cena... Francesca Del Rosso racconta una storia, la sua, ricordandoci come ogni donna abbia dentro un potere nascosto...
Da Copacabana a Ramla Bay, da Cabarete a Genipabù, da Waikiki a Pampelonne: 100 spiagge incontaminate o alla moda, da visitare per riscoprire mari e coste dove andare in barca, esplorare i fondali, divertirsi. Le fotografie e i testi di questo volume illustrato accompagnano un lungo viaggio in tutti i continenti alla ricerca di luoghi dove abbandonarsi o riposare, fare sport e rigenerarsi all'insegna della scoperta della natura e dell'ambiente sottomarino, di paesaggi e profumi paradisiaci. "Questo libro, dedicato alle spiagge viste come destinazione di vacanza magica e totale, è stato realizzato dal GIST (Gruppo Italiano Stampa Turistica), associazione che raggruppa circa 250 giornalisti italiani specializzati nel settore del turismo e reportage di viaggio. Un libro scritto e illustrato da chi ha trasformato una passione in mestiere e ha voluto mettere la propria esperienza e professionalità al servizio dell'associazione e dei lettori." Prefazione di Tessa Gelisio.
Perché l'Italia è precipitata nella crisi peggiore degli ultimi trent'anni? La colpa è della Germania, dell'austerity imposta dall'Europa, della moneta unica? O della mediocrità della classe dirigente? Esiste una via d'uscita, una ricetta per rifare il Paese? Per rispondere a queste domande, Alan Friedman, forse il giornalista straniero che conosce meglio la realtà italiana, parte da quegli anni Ottanta in cui l'Italia era la "quinta potenza economica del mondo" e pareva avviata verso una vera modernizzazione per arrivare fino alle drammatiche vicende degli ultimi anni. Attraverso conversazioni con i protagonisti dell'economia e della politica, da cinque ex presidenti del Consiglio (Giuliano Amato, Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Massimo D'Alema, Mario Monti) a Matteo Renzi, Friedman fa luce su retroscena che nessuno ha finora raccontato. Il racconto delle vicende politiche degli ultimi anni assume una nuova luce, rivelando ciò che spesso è stato omesso o taciuto. E si combina con un ambizioso e sorprendente programma in dieci punti per rimettere il Paese sul binario della crescita e dell'occupazione. Il tempo delle mezze misure è finito, e Friedman, in questo libro coraggioso, offre una ricetta di riforme di vasta portata.
Quella di Nicola Piovani è una vita nel segno della musica, e degli incontri che la musica ha reso possibili: con Ennio Morricone, Manos Hadjidakis; con il pubblico che lo ha ascoltato dal vivo negli auditorium, nei teatri, con i registi come Federico Fellini e Mario Monicelli. Ma se "la musica è pericolosa", come diceva Fellini, è un pericolo che vale la pena correre perché regala inaspettati scampoli di divinità. In queste pagine, Nicola Piovani ricorda com'è cambiata la sua vita con l'arrivo in casa della rivoluzionaria Lesaphon Perla, la fonovaligia acquistata per le feste da ballo di suo fratello. Racconta come sono nate molte delle sue musiche, come "La banda del pinzimonio" composta per Roberto Benigni, la combinazione mi-fa-sol di "Il bombarolo" scritta per Fabrizio De André o la canzone "Quanto t'ho amato", scritta con l'amato amico Vincenzo Cerami. Ma racconta anche gli scherzi goliardici che si concedeva con Gigi Magni, come quello di approntare un testo provvisorio per la metrica di una nuova lirica di "I sette re di Roma" usando il turpiloquio al posto dei numeri. Prende forma così una "vita cantabile" dove la musica diventa un pretesto per parlare della vita, e dove la vita si lascia agganciare proprio in quei momenti in cui un'aria, una combinazione di suoni, il fragore di una banda o l'audacia di un'orchestra hanno saputo toccarci il cuore e dirci qualcosa di più su questa rocambolesca avventura di essere musicalmente al mondo.