Pubblicato per la prima volta nel 1981, questo manuale di introduzione teologica alla sacra Scrittura ha conosciuto un successo immediato e duraturo. Affrontava tematiche nuove con chiarezza di linguaggio, andando a costituire una proposta didattica che univa la serietà e il rigore alla semplicità d'uso da parte degli studenti. Quell'apprezzatissimo manuale è stato ora interamente rivisto, con aggiornamenti e integrazioni, alla luce delle nuove acquisizioni delle scienze bibliche e teologiche, oltre che degli ultimi pronunciamenti del magistero ecclesiale. Il lavoro di revisione ha badato a non alterare l'impostazione originaria del testo, ancora del tutto valida: quella di introduzione prevalentemente teologica alla sacra Scrittura. Si sono ridotti all'essenziale i tagli all'opera originale, mentre sono state introdotte volta per volta generose aggiunte - ora qualitativamente puntuali, ora quantitativamente sostanziose. Ampie revisioni e integrazioni hanno interessato la stessa bibliografia.
Perché Gesù per parlare di Dio, del suo Regno e di ciò che si aspetta dalle persone, ha deciso di raccontare delle storie? Anche nel suo confronto con gli avversari, il Nazareno si serve di racconti per mettere in crisi una certa visione di Dio e della fede, e suscitare così un nuovo agire: più fraterno, attento agli ultimi, ai più deboli e agli emarginati. Gesù non "spiega" Dio come una teoria, ma lo rivela col proprio agire. Analogamente, solo una storia narrata può mettere in scena l'eccesso d'amore che è la vera novità di Dio. Con il loro finale aperto le parabole suscitano la creatività dell'uditore, chiamato a vivere di questa nuova immagine di Dio nella propria quotidianità. Ripercorrendo trentadue parabole tratte dai vangeli sinottici, il noto esegeta belga Camille Focant ci offre un percorso biblico fresco e piacevole, al fine di esplicitare come funziona ancora oggi l'insegnamento in parabole di Gesù.
Molti oggi pensano spontaneamente Satana come un piccolo demone rosso con le corna, una coda appuntita e un forcone in mano. Questa visione del diavolo, in realtà, si è sviluppata nel corso di molti secoli e sarebbe risultata estranea agli autori dell'Antico Testamento, dove la figura dell'Avversario fa la sua prima comparsa. I primi testi che menzionano Satana - anzi, nell'Antico Testamento si dice sempre «il Satana» - lo ritraggono come un agente di Dio incaricato di fare giustizia dei malfattori. Nel corso del tempo, però, quella figura evolve e viene considerata più come un nemico di Dio che come sua longa manus. Alla fine questa mutazione, su Satana ricadrà la colpa di tutta una serie di problemi. Ryan Stokes spiega magistralmente lo sviluppo della tradizione su Satana nelle Scritture ebraiche e nella letteratura del primo giudaismo, descrivendo i processi interpretativi e creativi che hanno trasformato un agente di Dio nell'arcinemico del Bene. Esplora come l'idea di una figura celeste quale Satana sia stata innestata nel problema del male e sia stata caricata della colpa di tutto ciò che va storto nel mondo. Svela le molteplici sfumature di fenomeni quali la tentazione, il peccato e il male potenzialmente fatale che, sin dai tempi antichi, hanno afflitto l'umanità. E che ancora oggi sono tra noi. Si tratta di una monografia scientifica sulla storia delle credenze su Satana: questa indagine aggiorna in modo importante i lavori preesistenti, soprattutto per quanto riguarda la comparsa della figura di Satana nel contesto precristiano. Prefazione di John J. Collins.
Questo libro non è stato "scritto". La sua origine è quella stessa di una creatura viva: è "nato". Nato da un'esperienza che Carlos Mesters ha realizzato letteralmente per le strade, le piazze e le case, con il popolo del Brasile. La parabola con la quale Mesters introduce il volume spiega meglio di qualsiasi discorso teorico il senso profondo dell'esperienza che, quasi casualmente, si è tradotta in questo libro. Mesters ha studiato a lungo con gli strumenti più raf nati della scienza esegetica i contenuti della Parola racchiusa nella Bibbia. Ma lo strumento decisivo di interpretazione è stato l'incontro con il popolo: l'umile, semplice e povero popolo del Nordeste brasiliano. Da quel momento la Bibbia è diventata non solo oggetto di catechesi, ma un intero mondo che riprende vita e si fa carne, che dà senso e parole, che ispira immagini e decisioni per il popolo. Se il racconto delle analisi e delle scelte scaturite è interessante, questo libro risulta essenziale per comprendere la matrice profonda di quel "risveglio" della parola di Dio. Ed è un'esperienza che provoca e stimola anche noi oggi.
Primo di otto volumi per riflettere su Dio, con suggerimenti per la preghiera personale o familiare.
Secondo di otto volumi per riflettere su Dio, con suggerimenti per la preghiera personale e familiare.
Terzo di otto volumi per riflettere su Dio, con suggerimenti per la preghiera personale e familiare.
Quarto di otto volumi, per riflettere su Dio, con suggerimenti per la preghiera personale e familiare.
Quinto di otto volumi, per riflettere su Dio, con suggerimenti per la preghiera personale e familiare.
Settimo di otto volumi per riflettere su Dio, con suggerimenti per la preghiera personale e familiare.
I dieci comandamenti, per secoli un pilastro indiscusso della cultura occidentale, in tempi più recenti sono stati oggetto di controversia nell'agorà pubblica. A un esame attento, tuttavia, risultano rivolti in particolare al popolo di Dio: cioè ai credenti. Prova ne sia che, nel racconto dell'esodo, la loro rivelazione sul Sinai è incorniciata da simboli religiosi e motivata nell'affermazione introduttiva: «Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ho fatto uscire dalla condizione servile». Sul contesto vitale del decalogo Baker concentra la sua vasta ricerca e la sua riflessione. Inserendo ciascuna delle "dieci parole" nella sua collocazione originaria nel Vicino Oriente antico, ne fa risaltare chiaramente il profilo culturale. La cornice dell'alleanza, poi, illumina il loro significato biblico e teologico. Infine, vedendo ogni comandamento alla luce dell'ambientazione contemporanea, egli mostra come quelle prescrizioni e quei divieti siano culturalmente controcorrente. Ne risulta un commentario accurato e di ampio respiro sul decalogo, ma anche una guida indispensabile alle "dieci parole" che Dio ha consegnato al suo popolo sul Sinai, facendo luce sul nostro cammino come popolo di Dio. «Questo manuale merita veramente di essere letto, perché esamina la cultura biblica in modo completo ma con tocco leggero e perché riflette magistralmente sull'importanza dei dieci comandamenti nella chiesa e nella società contemporanea.» (Cristopher J.H. Wright)
Con Dio intratteniamo spesso dei rapporti contrattuali. Quando, nella vita, ci capita qualcosa che "non era nel contratto", fatalmente perdiamo ogni fiducia in questo Dio del dare-e-avere cui avevamo affidato tutto perché, da Supremo Garante, ci proteggesse magicamente da tutto. Allora ci abbandoniamo al lamento: perdiamo la voglia di vivere spensierati, perché ci sentiamo minacciati da ogni parte. Intrecciando finemente racconto personale, meditazione teologica e rilettura spirituale del libro di Giobbe, Marion Muller-Colard fa balenare una fede intesa come audacia. Rileggendo la propria esperienza al capezzale del figlio, incita ad andare - oltre i sistemi rassicuranti - alla ricerca di una grazia incarnata nell'esistente. Perché Dio ha un altro volto. È l'Incommensurabile. È esigente. Con noi circoscrive il caos a favore della vita, ma non ci dispensa dalla vulnerabilità. Dio cerca chi lo ama per nulla, non per contratto. «Quel Dio "gonfiato" a cui Giobbe ed io avevamo affidato la nostra vita, nell'entusiasmo di una giovinezza colma di promesse, si era come "sgonfiato". E, con Giobbe, dovevo tenere in mano per molto tempo la pelle morta di quel Dio, come un indizio sulla via di un altro Dio» (Marion Muller-Colard).