La famiglia Tenebrax è disperata: Gorgo, il mostro che vive nel fossato del castello, sembra malato! Tenebrosa, aiutata da Bobo, contatta un misterioso esperto in mostri che, indizio dopo indizio, li indirizza alla famigerata ala est degli Horrywood Studios. Qui i due roditori scoprono il nascondiglio del perfido Dottor Inkubus, ma anche la soluzione ai problemi di Gorgo... Età di lettura: da 6 anni.
Secondo una diffusa pubblicistica di stampo laicista, dovremmo attribuire al cristianesimo la maggior parte delle sventure e delle calamità che hanno contraddistinto gli ultimi due millenni della storia occidentale: dall’Inquisizione alle Crociate, dalla compravendita della salvezza con le indulgenze alla lotta della Chiesa per il potere temporale. Ma negare l’influenza positiva che il cristianesimo ha avuto nel promuovere lo sviluppo della cultura, dell’arte e della civiltà a livello mondiale sarebbe non solo segno di pregiudizio religioso, bensì indizio di profonda miopia storica. Eppure le pseudo-inchieste che oggi vanno per la maggiore tendono proprio a ridurre il cristianesimo a un’abile mistificazione, a una accozzaglia di racconti folcloristici che avrebbe tenuto l’umanità nelle tenebre della superstizione per secoli, causando discriminazioni, persecuzioni e delitti.
Se si esamina con obiettività la storia, non possono non vedersi gli enormi contributi che il cristianesimo ha portato in tema di sviluppo della civiltà: dalla protezione dell’infanzia all’abolizione della schiavitù, dalla lotta contro la magia alla rivalutazione della figura e del ruolo della donna, dall’impegno per la giustizia sociale alle lotte per i diritti di libertà e rappresentanza politica, dalla promozione all’istruzione alla fondazione degli ospedali e delle opere sociali, fino alle più recenti battaglie in favore della vita e della famiglia.
Alla fine di questo viaggio appassionante il bilancio è nettamente in favore di quanti riconoscono che il cristianesimo ha avuto l’indubbio merito di far fiorire i valori più profondi, originali ed essenziali della nostra civiltà.
Sam è lo scudiero più imbranato del regno: inciampa a ogni passo e rompe tutto quello che tocca. Al castello lo prendono in giro e lo chiamano Mani di Pastafrolla, ma lui continua a sognare di diventare un cavaliere. E quando la principessa Bella viene rapita da un terribile mostro, tocca a Sam correre a salvarla... Con l'aiuto di uno scalcagnato esercito di animali!
Età di lettura: da 7 anni.
Tre sacchetti di monete e un barattolo pieno di banconote da un dollaro non bastano per pagare l’affitto di una casa. Così, dopo essere stati abbandonati dal padre, Georgina e suo fratello Toby sono costretti a vivere nella loro automobile con la mamma. Stanca di notti al freddo e cibo in scatola, Georgina escogita un piano per uscire da questa situazione...
Latha vive con una famiglia che non è la sua famiglia: solo persone che hanno il diritto di darle ordini. Ha una sola amica, che però non è una vera amica, ma la sua padrona. Non conta che i voti di Latha a scuola siano migliori, o che la sua bellezza sia più sfolgorante: deve sempre restare un passo indietro. Per lei, orfana e di umili origini in Sri Lanka, l’unico destino possibile è fare la serva. Ma nel suo cuore non sa rassegnarsi alla sottomissione, né rinunciare alle piccole vanità e ai desideri di un’adolescenza normale: un profumo di rose, un paio di sandali nuovi, l’amore di un ragazzo. Finché le ingiustizie subite diventano insopportabili e la ribellione di Latha si trasforma in inganno e vendetta.
Biso fugge dal marito alcolizzato e violento, l’uomo che ha ucciso il suo amante e ha minacciato di vendere come prostituta la bambina nata da quell’amore proibito. Fugge all’alba, danzando leggera sulla rugiada, ripensando a quello che la vita le ha tolto, ai sogni che ha spezzato. Fugge insieme ai tre figli, su un treno che dovrebbe condurla a un luogo che appartiene al suo passato, e dove non sa neppure se sarà la benvenuta.
Dall’intreccio di due destini apparentemente disgiunti, la storia intensa di due donne che lottano con coraggio contro una cultura che cerca di piegarle alle tradizioni. Due donne in viaggio verso un’unica meta: la libertà.
Succede un pomeriggio, al centro commerciale. È lì che Henry, tredici anni, viene avvicinato da un uomo, ferito a una gamba, che gli chiede aiuto. La madre di Henry, Adele, accetta di portare lo sconosciuto a casa con loro. Senza fare domande. In macchina l’uomo, che si chiama Frank, constata: «Oggi è il mio giorno fortunato. Forse anche il vostro». E Henry capisce che la sua vita sta per cambiare.
Fino a quel momento è stata piuttosto solitaria: sempre sua madre e lui, dai tempi del divorzio. Mentre il padre di Henry si è fatto un’altra famiglia, Adele si è a poco a poco estraniata dal mondo, costruendo con la solitudine una barriera attorno alla propria fragilità. Henry, come Adele, non ha molti amici, e ora che il suo corpo sta cambiando non sa a chi confidare le fantasie che lo ossessionano sulle ragazze, sul sesso, e il senso di inadeguatezza che lo attanaglia.
Ed ecco, improvvisamente, quell’uomo nella loro vita. Frank non nasconde la verità: è fuggito dall’ospedale del penitenziario, è un evaso. Strano, perché invece ha tutta l’aria di essere uno a posto. Lo si capisce da come si offre di cambiare le lampadine in cucina o si dà da fare ai fornelli; o forse dal modo in cui si rivolge a sua madre, chiamandola per nome, sussurrandole complimenti, facendola sorridere come Henry non l’ha più vista fare da molto, troppo tempo. Ed è un’eccitazione mai provata – paura o felicità? – quella che Henry sente quando Frank gli insegna a fare il suo primo vero lancio o gli spiega come preparare un perfetto pie.
Così, mentre fuori si scatena la caccia, in casa il tempo è come sospeso, e forse finalmente a una svolta.
Justice ama giocare a calcio, tifa per il Manchester e vive in Ghana. Ha solo quattordici anni quando lascia il villaggio dove è cresciuto per trovare un po’ di quella giustizia che porta nel nome. Non sa dove è diretto. Non lo sa quando salta su una carovana del deserto, puntando al confine algerino. Non lo sa quando attraversa lo spietato deserto del Niger, costellato dalle ossa dei tanti che non ce l’hanno fatta. Né quando apre un varco nel muro nella terribile prigione di Qatrun, per tirare fuori i suoi amici rinchiusi come clandestini. Anche in Libia, dove il suo tempo si fa attesa, dove viene arrestato e torturato, non gli è chiaro dove sta andando. E non lo diventa quando, insieme a decine di altre persone, viene stipato su una barca. Né quando i mercanti di uomini lo abbandonano in mezzo al mare. Dopo giorni e notti trascorsi attaccati alle reti per i tonni, qualcuno finalmente si decide a soccorrere chi è sopravvissuto, e dice: «Là si prenderanno cura di voi. È un’isola italiana». Ma neanche allora Justice sa dove è diretto. È partito per il suo viaggio verso la Terra Promessa, ma dove sia questa terra, non lo sa.
Il viaggio di Justice è durato quattro anni, tanti ce sono voluti per attraversare un continente, per fare a piedi o con mezzi di fortuna le migliaia di chilometri che lo separavano dalla speranza di una vita migliore. Non è che un ragazzo, con la saggezza di chi ha vissuto mille anni. Ha conosciuto la paura e la speranza, la fame e il freddo, la solidarietà e la solitudine, l’innocenza e la violenza. Ma il suo viaggio, come quello di milioni di ragazzi come lui, non è ancora finito.
Un’odissea indimenticabile e di stringente attualità, che avvince e commuove con la forza implacabile della verità.
Quando Amy e Dan Cahill vengono convocati per la lettura del testamento di nonna Grace, non immaginano che da quel momento la loro vita cambierà. Dovranno infatti decidere se accettare l'eredità di un milione di dollari oppure rinunciarvi e ottenere il primo degli indizi con cui scoprire il segreto della loro famiglia. Amy e Dan non ci pensano due volte... La caccia al tesoro più pericolosa di sempre è iniziata!
A diciotto anni, Krystel ha tutte le ragioni di essere felice e spensierata: ha una bella famiglia, un fidanzato, tanti amici e tutta la vita davanti. Poi, un giorno, una gita in compagnia si tramuta in dramma. L’auto esce di strada. Un incidente come tanti, di quelli che non fanno notizia. Tutti se la cavano con pochi danni e molta paura. Tutti, tranne Krystel. Per lei il prezzo da pagare è più alto. È in coma, immobile, isolata dai suoi cari e dal resto del mondo, precipitata in una condizione indescrivibile: come se fosse uscita dal suo corpo, per entrare in uno strano tunnel bianco. Dal confine di quel mondo quasi extraterrestre, Krystel sente, capisce, vede tutto quello che gli altri fanno e dicono. Vede il dolore e l’amore dei suoi genitori. Ed è per loro che lentamente risale il tunnel, e ritorna nel suo corpo. Un miracolo, dicono i medici.
Ma è solo l’inizio, perché quando si sveglia, Krystel non ricorda nulla: cos’è il liceo? Cos’è l’esame di maturità? Chi sono gli adorabili estranei che si fanno chiamare mamma, papà, sorelle, fratellino? Di tutto quello che ha imparato in diciotto anni di vita non è rimasta traccia. Però Krystel non si arrende. Lei vuole vivere. E combatte, con i gesti di ogni giorno, lotta contro il mondo di fuori, che dimentica in fretta le piccole e grandi tragedie quotidiane. E scrive questo libro, per raccontare che si può sempre tornare a vivere. Sempre.
Per tutta la vita, Sara non ha fatto che fuggire, dalla sua infanzia, dal suo paese, da suo padre. È arrivata persino a cambiarsi il nome. Sara. Due sillabe facili per cancellare il suono dissonante di Afsaneh. Ha giocato a essere qualcun altro, per integrarsi ed essere accettata. Ma a forza di conformarsi, un giorno ha compreso che non sapeva più chi era.
Per questo, dopo ventisette anni, decide di tornare in Iran. Il mondo cosmopolita della sua infanzia non c’è più. Ora sull’aereo della IranAir l’altoparlante esordisce con «nel nome di Dio clemente e misericordioso» e su ogni sedile una bussola indica la direzione della Mecca. Ma poi, quello che Sara trova, è un mondo schizofrenico, che in superficie si adegua ai precetti fondamentalisti, ma sotto li trasgredisce tutti. I giovani fanno feste, bevono, guardano film proibiti, si raccontano barzellette sul presidente, e le donne sotto il velo indossano minigonne e abiti attillati, si truccano, criticano e resistono. Anche se i rischi non mancano, e può succedere che a una ragazza sorpresa a una festa durante un’irruzione di polizia, venga inflitta una pena di settanta frustate e l’umiliazione del controllo dell’imene.
Straniera nel suo paese, Sara cerca di decifrare l’Iran, e intanto va alla ricerca del suo passato. Un padre che sperava di aver dimenticato, un fratello di cui conosce a malapena il volto, la casa dell’infanzia trasformata in una scuola coranica. La sua vita e quella del suo paese sono più intrecciate di quanto voleva riconoscere.
La ricerca delle sue origini si trasforma in un viaggio tra la swinging Teheran e le cupole turchesi di Ispahan, e infine, in una nuova nascita.
Quando Michelangelo raffigura il Serpente tentatore intrecciato all’Albero della Conoscenza e gli dà fattezze umane, rivela un’inaspettata familiarità con fonti non ortodosse e molto antiche. Perché il disegno ricorda il geroglifico che indica il dio egizio Ptah, composto da due serpenti intrecciati, e molto simile alla doppia elica del DNA.
Sono molti altri gli elementi che, nella Cappella Sistina, rimandano ad antiche conoscenze perdute. E dove, se non nelle più segrete stanze del Vaticano, Michelangelo poteva aver attinto a quei misteri?
Un filo rosso unisce il cuore della cristianità e le piramidi, la Sacra Sindone e Nazca, un filo che conduce alle origini divine dell’uomo.
Adamo, che in ebraico vuol dire “che già esisteva”, riceve dal Creatore il segreto per elevarsi al di sopra delle altre creature. Quale sia quel segreto Zecharia Sitchin lo ha svelato nei suoi studi, e ora ripercorre i luoghi chiave della sua ricerca, dalla Grande Piramide di Giza, dove è stata scoperta l’esistenza di una camera segreta mai svelata prima, alle vette delle Alpi, passando dalla culla dell’antichità, Roma.
Sabato primo agosto, l’Italia si mette in coda per le vacanze. Le strade sono una fila unica di lamiere colorate. In una vecchia familiare stipata all’inverosimile, Chiara, trent’anni, con il marito Marcello e la figlia Emma di tredici mesi, viaggia verso la grigia distesa di sabbia del litorale romano dove, un’estate dopo l’altra, è diventata grande. A Fregene, la casa è rimasta vuota per molti anni, ma non è cambiata. Anche all’Ancora, lo stabilimento simbolo del luogo, corpi e volti, anche se ritoccati, tirati, gonfiati, sono quelli di sempre. La comparsa in spiaggia di Valeria, bella, sfacciata e arrogante, improvvisamente sovverte ogni cosa. C’è un segreto nel passato del padre di Chiara, e Valeria, determinata a conquistare Marcello, sembra esserne la chiave. In un mese allucinato, davanti a un mare torbido, su quel che resta delle dune di un luogo trasformato dal tempo, si disegnano domande, tradimenti, delusioni, abbagli. Tra castelli di sabbia e apparenze da salvare, muscoli da esibire e mediocrità da ostentare, ragazzine precoci ed eterni adolescenti, i ricordi mostrano un volto nuovo per confondersi con un presente a un tratto incerto. Alla ricerca di un nuovo equilibrio, Chiara sarà costretta a rischiare. Oltrepassato il sottile e doloroso confine tra ricordo e finzione, apparenza e realtà, niente è come sembrava e nell’orizzonte degli eventi, si cela la sorpresa di scoprirsi diversi.