DESCRIZIONE: Le "reliquie" si impongono – siano esse resti corporei oppure oggetti appartenenti alla persona in vita – come veicoli della sacralità: un valore aggiuntivo che la comunità stessa conferisce loro. E se il "sacro" nasce come prodotto culturale determinato da una scelta umana, esso non preesiste come una categoria a priori.
L’originalità di questo testo si delinea, da un lato, nel mostrare l’attualità del concetto di sacro come fonte di interpretazione della religiosità contemporanea, con attenzione agli sviluppi antropologici; e, dall’altro, come investigazione sul campo in vari conventi in Francia e in Italia: interrogazione vivente della comunità religiosa, attraverso l’analisi del caso storico riguardante la beatificazione della duchessa bretone Françoise d’Amboise (1427-1485). In queste pagine si assiste – e l’occasione è il ritrovamento di un documento relativo a una reliquia della duchessa posseduta dal Carmelo di Vannes – a una sorta di "metamorfosi": la studiosa da asettico ricercatore diventa "mediatore" della pratica sacra, perché condivide con le monache una vera scoperta.
Il lettore, introdotto nel mondo conventuale, è guidato a decodificare i processi sociali e simbolici che suscitano e alimentano il valore sacrale della reliquia: inaspettati significati si celano dietro i gesti delle religiose che "fabbricano" l’oggetto, nelle pratiche che lo definiscono e negli scritti che ne autenticano la verità.
COMMENTO: Un manuale di antropologia delle reliquie, a partire dal caso della duchessa bretone, e poi beata, Françoise d'Amboise (1427-1485), che mostra l'importanza e il valore sacro delle reliquie, analizzate come prodotti culturali e come forme del sacro.
FRANCESCA SBARDELLA è ricercatrice in discipline demo-etno-antropologiche all’Università di Bologna, dove insegna Antropologia sociale ed Etnologia delle culture europee. Si occupa di antropologia religiosa in ambito europeo. Oltre a vari saggi su riviste specialistiche e a collaborazioni, ha pubblicato il volume Il culto di s. Antonio Abate nel folklore prenestino (1998).
DESCRIZIONE: L’Oriente e noi è, sin dal titolo, una provocazione: un rovesciamento di quell’osservatorio – il "noi" – che abilita a decifrare un mondo "altro". Un altro – l’Oriente – al quale, secondo l’autore, l’Occidente non è riuscito a dare "ospitalità": una mancanza imputabile alla pretesa di egemonia culturale europea. L’analisi assume i tratti della denuncia di un errore metodologico che ha i connotati di una prigionia: quella stessa precomprensione dalla quale occorre liberarsi affinché le scienze delle religioni superino un modello univoco di razionalità e infine "postmoderno" possa dirsi sinonimo di "postcolonialismo". È come un disfare le trame dell’occidentalismo per restituire alle altre culture (Buddhismo, Induismo), unitamente al diritto di esistenza, quello di essere interpretate nel rispetto. Si profila un ripensamento dello studio delle religioni attento non soltanto ai loro aspetti normativi interni, ma – ben di più – in ascolto delle diversità di tono, fonti di un peculiare senso religioso.
Il saggio con ricchezza documentaria si snoda tra storia delle culture, filosofia, antropologia ed etnologia, e suscita riflessioni su un mondo che – ponendo questioni ineludibili sul terreno dell’umano, del divino e della scienza – sporge sulle nostre vite.
Vi sono molte notizie per la maggior parte degli autori cristiani antichi, non sulla biografia di Ilario di Poitiers (310-320/367-368?). Oltre alle informazioni che si possono dedurre dai suoi scritti, le fonti principali per la vita di Ilario di Poitiers sono rappresentate soprattutto dalle notizie fornite da Girolamo, da integrare con quelle ricavabili dagli scritti di altri autori successivi, come Sulpicio Severo. La figura di Ilario di Poitiers emerge a tratti vivi da queste pagine nella sua lotta contro l'eresia ariana, nel suo confronto con l'impero di Costantino e con la filosofia pagana. L'autrice, dopo aver approfondito il pensiero del Vescovo attraverso l'analisi delle opere (la dottrina trinitaria, la cristologia, l'esegesi del Vangelo di Matteo e le opere successive all'esilio), ne traccia la fortuna nella storia delle interpretazioni - come se le qualità, tradizionalmente riconosciutegli, di sapienza, profondità di dottrina e solida virtù avessero alimentato la sua fermezza nel contrastare l'eresia e nel sostenere la Chiesa, della quale è stato "fermissima colonna". Un ritratto di incisiva essenzialità, che introduce al pensiero patristico con sobria limpidezza.
Persona è un termine che ha fatto il suo ingresso nella storia culturale dell'Occidente grazie alla tradizione teologica del cristianesimo, nel contesto degli sforzi compiuti, fin dai primi secoli, per chiarificare razionalmente il mistero della Trinità e la dottrina cristologica. Le pagine di questo volume, attraverso un'analisi delle tematiche fondamentali che hanno segnato la formazione del concetto "persona" nella patristica e nell'età medievale, mostrano tuttavia come queste riflessioni non solo hanno messo capo a una pluralità di modelli - "sostanza individuale di natura razionale" (Boezio), "ultima solitudo" (Duns Scoto), "ex-sistentia" (Riccardo di San Vittore) -, ma affondano le loro radici nelle riflessioni di Platone e Aristotele sull'etica e l'amicizia. Radici che, correttamente interpretate e smentendo consolidate letture, svelano come fin dal pensiero greco l'identità dell'uomo, in quanto distinta dall'autosufficienza del divino, fosse determinata solo grazie alla relazione con l'altro. Una relazione di sé con gli altri - del proprio con l'estraneo - che interpella, oggi più che mai, il nostro definirci persone.
Dopo il tempo dell'emozione, non è facile ritornare sulla malattia, la morte e i funerali di Giovanni Paolo II. Marco Politi lo fa in questo libro ridandoci la drammaticità di quei momenti. Ci si accorge che quei giorni restano importanti. Eppure, in questo nostro mondo rapido e sentimentale, eventi e personaggi, apparsi per un momento decisivi, passano rapidamente con lo svanire e il sovrapporsi delle emozioni. L'autore ha voluto fissare, attraverso pagine efficaci e appassionanti, immagini, ricordi, sensazioni di quei giorni tra il febbraio e l'aprile 2005: "questo è il racconto di un'emozione" - scrive. Il testo non è un libro di dibattito storiografico o interpretativo sul pontificato conclusosi due anni fa. È qualcosa di meno usuale: il racconto di un'emozione di un vaticanista e di un uomo, che ha ammirato la figura del papa anche se non ne ha condiviso tutte le scelte. Ne emerge una testimonianza intensa della grandezza debole e sofferente di Karol Wojtyla. (Andrea Riccardi).
DESCRIZIONE: Nel 1949, dall'alto della Porta della Pace celeste (Tian'anmen), Mao Zedong proclamò la nascita della Repubblica popolare cinese: per i cattolici in Cina iniziò un periodo tormentato che giunge fino ad oggi. Attraverso fonti inedite in lingua cinese, francese, inglese, italiana, Chiesa cattolica e Cina comunista ricostruisce per la prima volta in chiave storica le vicende del cattolicesimo cinese dal 1949 al 1962 e dell'atteggiamento del Vaticano verso la Cina negli anni più difficili della guerra fredda. Dopo che i missionari stranieri furono tutti espulsi, vescovi, sacerdoti e fedeli di nazionalità cinese si trovarono sotto un potere politico che imponeva loro l'inserimento in strutture "autonome" da interferenze esterne e sottoposte al controllo del partito. Aderendo al Movimento delle Tre Autonomie, dovevano dare vita ad una Chiesa cinese indipendente, rompendo ogni rapporto con credenti stranieri. Molti si rifiutarono, andando incontro a persecuzioni, violenze, arresti, ma, dopo qualche anno, una parte di quelli che nella prima ora avevano opposto un netto rifiuto alle pressioni del potere politico accettò, almeno apparentemente, di coHaborare. il libro ricostruisce in particolare la nascita e gli sviluppi dell'Associazione patriottica dei cattolici cinesi, un unicum nella storia della Chiesa cattolica contemporanea tuttora al centro dei contrasti tra la Cina e il Vaticano.
ELISA GIUNIPERO svolge attività di ricerca in Storia contemporanea pressò l'Università degli Studi di Milano. Ha curato il volume Chiesa cattolica e mondo cinese tra colonialismo ed evangelizzazione (1840-1911) ed è autrice di articoli e saggi sulla storia della Cina contemporanea, in particolare sulla rivolta dei Boxers e sui rapporti tra Cina ed Europa nei secoli XIX e XX.
Nel volume secondo delle "Opere" di uno tra i più importanti filosofi della religione italiana del '900, sono raccolti i suoi studi su Kant, Jaspers e sul concetto di persona. Studi divenuti dei classici.
I rapporti tra carisma e istituzioni alle origini del monachesimo. Una esposizione ben informata di fonti della formazione dei carismi tra IV-V secolo in Egitto.
L'opera intende mettere in rilievo gli aspetti letterari che caratterizzano gli scritti dei primi secoli cristiani e che spesso vengono trascurati. La produzione letteraria cristiana, infatti, è stata considerata quasi sempre o come strumento per la storia della Chiesa antica o come aspetto particolare della storia del pensiero patristico. La presente "Letteratura cristiana antica", invece, vuole considerare l'apporto che il cristianesimo ha arrecato alla formazione della cultura occidentale.