Hannah Arendt e Hermann Broch si incontrano per la prima volta nel maggio 1946: tra i due nasce un'intensa amicizia dell'anima e dello spirito come testimonia questo Carteggio. Broch era affascinato dal coraggio e dall'energia intellettuale della Arendt, la quale considerava La morte di Virgilio una delle più importanti opere letterarie della modernità, punto di congiunzione tra i romanzi di Proust e di Kafka. La corrispondenza getta luce sulle condizioni dell'esilio nei primi anni del secondo dopoguerra e presenta dibattiti su Albert Camus e Arthur Koestler, su Martin Heidegger e Karl Jaspers, sulla situazione tedesca e sui diritti umani.
Lo sguardo di un grande storico avvicina i ricordi romani di Dante, che nell’ottobre 1301 fa parte dell’ambasceria che si reca da Firenze a Roma per incontrare papa Bonifacio VIII, e si confronta con tre canti della Divina commedia: il X dell’Inferno, dove gli eretici scontano la loro pena e il Poeta incontra Farinata degli Uberti e Cavalcante de’ Cavalcanti; il III del Purgatorio, dove le anime dei morti scomunicati attendono di poter iniziare la loro purificazione (tra questi Manfredi, figlio di Federico II), e l’ultimo del Purgatorio, dove le anime che hanno compiuto l'espiazione attendono l'accesso al Paradiso.
Sommario
1. Introduzione, di Chiara Frugoni. 2. Dante e la Roma del suo tempo. 3. Il canto X dell’Inferno. 4. Il canto III del Purgatorio. 5. Il canto XXXIII del Purgatorio.
Arsenio Frugoni (1914-1970), tra i maggiori storici italiani del Novecento, ha insegnato Storia medievale alla Scuola Normale Superiore di Pisa e all’Università di Roma.
Chiara Frugoni ha insegnato Storia medievale nelle università di Pisa, Roma e Parigi.
Se il telefono suona, siamo di fronte a due possibilità: James Bond può alzare il ricevitore oppure no, e questo naturalmente può indirizzare il racconto in due direzioni completamente diverse. In questa conversazione inedita con Paolo Fabbri, registrata a Firenze nel dicembre del 1965, Roland Barthes affronta il tema dell'analisi strutturale dei racconti a partire dalle intuizioni di Vladimir Propp, che suscitarono un dissidio teorico tra Claude Lévi-Strauss e Algirdas J. Greimas. E così, dall'Odissea a Sherlock Holmes, da Don Chisciotte a Madame Bovary, il racconto viene esaminato come un'architettura e una stratigrafia di sequenze. Postfazione di Gianfranco Marrone.
«Sherlock Holmes è il poliziotto protestante che trova il bandolo di una matassa criminale partendo dall'esterno, basandosi sulla scienza, sul metodo sperimentale, sull'induzione. Padre Brown è il prete cattolico che, attraverso le raffinate esperienze psicologiche date dalla confessione e dal lavorio di casistica morale dei padri, pur senza trascurare la scienza e l'esperienza, ma basandosi specialmente sulla deduzione e sull'introspezione, batte Sherlock Holmes in pieno.» (Antonio Gramsci)
"Noi viviamo sotto la suggestione superstiziosa del linguaggio scritto. Apparentemente, la nostra è una società della comunicazione orale in cui c'è larga diffusione della televisione, della radio, del cinema. Ma in realtà noi non sappiamo molto parlare, e non sappiamo neanche molto scrivere. Prendiamo ad esempio gli intellettuali. Quando parlano sembrano libri stampati. Dunque non parlano. Non si servono della parola con energia e convinzione. Restano in una specie di vuoto pneumatico senza guardare in faccia l'interlocutore."
Il volume presenta alcuni preziosi scritti di J.R.R. Tolkien tradotti per la prima volta in italiano che rivelano ancora una volta l’eccezionale ampiezza e complessità del mondo mitologico creato dall’autore del Signore degli Anelli: La conversazione fra Manwë ed Eru (1959); La Reincarnazione degli Elfi (1959-1966); Alcune note sulla “rinascita” fra gli Elfi (1972).
La raccolta è dedicata al tema della reincarnazione degli Elfi, il popolo immortale della Terra di Mezzo, e più precisamente a come rendere credibile il meccanismo dell’eterno ritorno post mortem degli Elfi.
Tolkien in questo si è trovato davanti a ciò che lui stesso definì un vero e proprio dilemma: la reincarnazione degli Elfi «sembra un elemento essenziale per i racconti, ma come la si realizza? 1) Rinascita? 2) O ricostruzione di un corpo imitato equivalente (quando quello originale è stato distrutto)? O entrambe?».
La risposta emerge da riflessioni condotte da Tolkien per decenni e che riguardano gli aspetti materiali, psicologici e filosofici della vicenda. In chiusura, un saggio a firma di Michaël Devaux, che ha curato la prima edizione francese di questi scritti, pubblicati nel 2014 dalla rivista “La Feuille de la Compagnie”.
Uno studio dedicato alla prima opera di narrativa di J. R. R. Tolkien, Lo Hobbit (1937), da cui poi nacque il suo capolavoro, Il Signore degli anelli (1954-1955). La prima parte del volume ricostruisce il contesto storico e letterario in cui Lo Hobbit è nato, mentre la seconda è una lettura dettagliata dell'opera. Il testo è analizzato nella sua struttura letteraria e interpretato, con l'ausilio della psicologia junghiana, come un meraviglioso percorso verso la maturità del protagonista, Bilbo Baggins.
Questa fondamentale biografia su J.R.R. Tolkien rivela l'orrore e l'eroismo che egli ha realmente vissuto come ufficiale nella Battaglia della Somme e descrive il suo rapporto col TCBS, il primo circolo di amici intimi di Tolkien, che in quegli anni lo spinsero a scrivere la sua mitologia. Con questo testo, il migliore mai scritto sui primi anni della vita di Tolkien, John Garth vuole anche mostrare che l'esperienza della Prima Guerra Mondiale è una delle chiavi principali per capire il perenne fascino delle storie della Terra di Mezzo. Il volume, vista l'accuratezza documentale nella ricostruzione storica di quegli anni, risulterà di grande interesse anche a coloro che non hanno mai letto Il Signore degli Anelli.
GLI AUTORI
JOHN GARTH ha studiato Lingua e Letteratura Inglese presso l'Università di Oxford ed ha lavorato a lungo come giornalista a Londra. Il grande interesse verso l'opera di Tolkien e una profonda conoscenza della Prima Guerra Mondiale lo hanno portato a dedicare cinque anni allo studio di queste tematiche. Il volume Tolkien e la Grande Guerra è il maturo esito di questi intensi anni di ricerche letterarie e storiche.
Lo Hobbit è sempre stato considerato dalla maggior parte dei critici un semplice racconto per bambini, il presente volume vuole invece mettere in evidenza tutta la profondità di vedute e la ricchezza di stili dell'opera che merita una valutazione di ben altra portata. Gli articoli degli autori italiani sono frutto di uno studio di ricerca corale. A questi sono affiancati saggi di critici stranieri oggi considerati tra i contributi più importanti sullo Hobbit. Arricchiscono il libro due poesie di Tolkien tradotte in italiano.
Un libro sull'arte e sugli artisti che sceglie di parlare l'unica lingua adatta: la poesia. In testi in versi e in prosa uno dei più significativi poeti italiani contemporanei viaggia attraverso l'arte del passato e del presente. Da Michelangelo a Lotto, da oscuri maestri del Trecento all'avvelenamento di Elisabetta Sirani, fino ai contemporanei, da Bacon a Testori e da Palladino a Guccione, a Pignatelli e Manfredini, una galleria d'arte vista in modo vivo. E ne vengono cose inaudite, da una vita resa veggente.