L'iniziazione all'antropologia e l'iniziazione popolare alla vita: il parallelo tra questi due livelli si incrocia a più riprese nei due testi qui pubblicati. Del resto, Daniel Fabre era consapevole dell'importanza di non separare mai la propria esperienza di vita e il proprio oggetto di ricerca. Lui stesso ripercorre le strade seguite per entrare nel mondo adulto, attraversando tre confini invisibili: quello tra le pareti di casa e il mondo selvaggio, quello tra vita e morte e quello tra femminile e maschile.
In questo breve saggio Philippe Descola, uno dei maggiori antropologi contemporanei, introduce in modo semplice e originale alla pratica dell'antropologia e a un'"ecologia delle relazioni". La prima ricerca sul campo in Amazzonia gli ha consentito di vivere per anni con la tribù Jivaros Achuar, di osservare le relazioni degli amerindi con gli esseri della natura e di mostrare che l'opposizione occidentale tra natura e cultura tra gli Achuar non esiste. Descola definisce inoltre quattro modalità di relazione con il mondo - totemismo, animismo, naturalismo e analogismo - rendendo conto delle relazioni dell'uomo con il suo ambiente.
Con un’ampiezza di visione storica insolita, ricorrendo alla testimonianza di testi e documenti a volte poco noti, questo libro individua le tematiche e l’intreccio di generi che, a partire dall’antichità greco-romana, hanno concorso a costruire la moderna tradizione delle “malizie” e delle virtù femminili. Una vera e propria messe di giudizi, credenze, dialoghi, trattati, poemetti e testi di varia destinazione e forma, ispirati a preconcetti d’ordine sociale, religioso, o morale, persegue l'intento di svelare e denigrare le presunte arti incantatorie delle donne, oppure di idealizzarne le doti spirituali e intellettuali.
Sommario
1. Prefazione. 2. Introduzione. 3. Opere, autori, dialoghi e trattati. 4. A somiglianza di Dio o causa di tutti i mali. 5. Inferiorità e idealizzazione. 6. Le malizie delle donne. 7. Querelles e controversie. 8. La maga e la strega. 9. Tra scienza e filosofia. 10. Peccaminose, infedeli e chiacchierone. 11. Demoni femminili e uomini perduti. 12. Donne false e uomini ingannati. 13. Loquacità e bancarotta. 14. Il confronto tra i sessi. 15. Un’“intelligenza universale”. 16. Bibliografia essenziale.
Luísa Marinho Antunes, specialista di letteratura comparata, è docente all'Università di Madeira, in Portogallo, e membro del Centro de Literaturas e Culturas Lusófonas e Europeias dell'Università di Lisbona.
Daniela Marcheschi, critico letterario e docente di letteratura italiana e scandinava, ha curato i Meridiani Mondadori di Collodi, Pontiggia e Rodari.
Attraverso la scrittura gli etnografi descrivono i modi in cui le persone, in un qualche luogo e in un certo momento, percepiscono il mondo e vi interagiscono. Più che un metodo o la fase iniziale di un procedimento conoscitivo teorico, l'etnografia si configura quindi come un viaggio nelle molteplici sfaccettature dell'esperienza, anche se dal moltiplicarsi e dal raffinarsi delle rappresentazioni etnografiche emergono anche nuove forme di riconfigurazione teorica del sapere antropologico. Il volume offre alcuni modelli di ricerca etnografica nel Sannio, in Sicilia e in Ghana e si conclude con l'edizione critica di un testo poetico.
La nostalgia è il sentimento che, forse più di altri, ha accompagnato l’origine, lo sviluppo e l’affermazione del mondo moderno. Classificata come fissazione patologica o attitudine retrospettiva che frena ogni cambiamento, è stata liquidata in modo frettoloso per occultare l’insostenibile pesantezza del tempo presente. Tra pandemie e rischi climatici, dolore e speranza, la nostalgia ritorna ostinatamente a offrirsi come àncora di salvezza, strategia, risorsa, elemento creativo capace di misurarsi con il passato e di delineare possibili itinerari per il futuro. In modo paradossale essa si trasforma così da malattia legata al rapporto con i luoghi, desiderio di altrove e di tempi sconosciuti, in meravigliosa macchina del tempo che agisce come terapia della modernità criticandone i presupposti, le ingenuità e le menzogne. Capace di intercettare il pensiero apocalittico e quello utopico, di collocarsi dalla parte degli sconfitti e degli emarginati, la nostalgia mostra in questo modo anche un aspetto sovversivo che riconsidera potenzialità inespresse e vie mai percorse da un’umanità che non può più semplicemente sperare nelle proprie «magnifiche sorti e progressive».
Sommario
Presentazione. 1. Genesi (e patologizzazione) di un sentimento. 2. Curare la malinconia. 3. Quel che resta di mondi scomparsi. 4. Andare all’America. 5. Sud e melanconia. 6. Fiori d’origano e fichi nei vasi. 7. Comunicare con i morti. 8. Politiche della nostalgia. 9. Nuove vie dei canti. 10 Verso l’estinzione della nostalgia. 11. Ringraziamenti. 12.
Bibliografia.
Note sull'autore
Vito Teti è professore ordinario di Antropologia culturale all’Università della Calabria, dove dirige il Centro Demoantropologico “R. Lombardi Satriani”. Tra le sue pubblicazioni: Maledetto Sud (Einaudi 2013); Pietre di pane. Un’antropologia del restare (Quodlibet 2014); Fine pasto. Il cibo che verrà (Einaudi 2015); Quel che resta. L’Italia dei paesi, tra abbandoni e ritorni (Donzelli 2017); Il vampiro e la melanconia. Miti, storie, immaginazioni (Donzelli 2018); Il colore del cibo. Geografia, mito e realtà dell’alimentazione mediterranea (Meltemi 2019); Prevedere l’imprevedibile. Presente passato e futuro in tempo di coronavirus (Donzelli 2020).
Rendere omaggio ai boss della mafia o ai loro familiari facendo inchinare le statue dei santi durante le processioni è un aspetto della più ampia religiosità diffusa in molte aree del Mezzogiorno, ma anche in alcune realtà del nord Italia. Liquidato come gesto pagano e premoderno, esso in realtà richiede una lettura in grado di comprendere la complessa e più generale macchina rituale della festa. Le famiglie mafiose talvolta provano a controllare i tempi e i ritmi delle processioni religiose e, occupando una precisa posizione sotto le vare, decidere il movimento delle statue possono gestire i tempi, i luoghi e le modalità dello sparo dei fuochi d'artificio e così rappresentare pubblicamente il proprio status sociale e i rapporti di forza tra uomini. Questi esperti manipolatori dello spazio pubblico guidano auto di grossa cilindrata, maneggiano armi e droga e investono in complesse operazioni finanziarie non sono dunque gli attori di una società arcaica, ma esponenti del cosiddetto casinò capitalism.
Pubblicato a Tel Aviv nel 1943, questo libro propone il primo corso di “filosofia della società” tenuto da Buber nel 1938 all’Università ebraica di Gerusalemme. In quest’opera, e per la prima volta, Buber presenta in modo dettagliato, confrontandola con quella di altri pensatori, la sua idea della condizione umana e considera come differenza specifica dell’uomo rispetto a tutte le altre creature il suo configurarsi come essere sociale in forma peculiare. Secondo il filosofo, infatti, l’originaria socialità umana si mostra come un “a priori” universalmente valido che pone immediatamente in contatto l’“io” e l’“altro” in modo gratuito e nella reciproca disponibilità.
Il tratto peculiare di questa raccolta di saggi è dato dal riconoscimento da parte di tutti gli autori che il valore dell'uomo risiede nella sua dignità. E' con questo termine infatti che si può indicare il cuore della vita e la chiave logica dell'esistenza umana. Da un punto di vista teoretico, sul terreno della dignità si incontrano i pensatori di ogni epoca e si crea uno spazio di contatto e interazione tra pensiero giuridico, pensiero filosofico e ragione etica.
La dignità assurge, così, a chiave di lettura della vita e strumento di dialogo tra l'esperienza, il senso comune e la ricerca speculativa.
Il libro, pubblicato a Tel Aviv in ebraico neI 1943, riproduce il primo corso di "filosofia della società" tenuto da Martin Buber nel 1938 presso l'Università ebraica di Gerusalemme. Buber vi espose, attraverso il serrato confronto con le idee sull'uomo affermate nel passato da alcuni filosofi, la sua antropologia filosofica: l'uomo è un ente che può costruite la propria identità solo attraverso il contatto con ciò che ha la forma di un "tu", ovvero di un altro o diverso non trasformabile in cosa od oggetto, in ciò che è utilizzato o dominato; in ogni incontro con il "tu" si profila il "Tu" eterno. Il libro costituisce sia una sintetica rassegna delle varie posizioni filosofiche sull'uomo, sia un'introduzione alla filosofia buberiana.